2- Eat Death.

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Una volta, osservando il cielo, mi sono accorta di una cosa. Avete mai notato i piccoli moscerini che volano nell'aria? Probabilmente si, ve lo sarete visto passare davanti agli occhi e avrete pensato: "Ah, un moscerino". E invece se provate a osservarli bene, potreste vedere la testolina, alzata e fiera, le piccole ali sbattere lievemente, come se fossero stanchi, ma anche abbastanza forti per continuare a volare. Credo che tutti debbano pendere esempio da loro: piccoli ed invisibili, ma che volano a testa alta, non considerandosi assolutamente inferiori agli altri animali.
Draco, invece, in un certo senso si sentiva oppresso dalla gente che gli stava attorno. Tutti gli puntavano il dito contro, tutti lo chiamavano "Mangiamorte". Era un traditore, li aveva fatti entrare lui gli alleati di Voldemort nella scuola. Ma nessuno capiva che era stato costretto. Nessuno gli andava vicino e chiedeva: 《Perché?》.
Tutti pronti a puntare il dito, ma nessuno pronto a comprendere. Anzi, forse uno c'era che si chiedeva il motivo, e beh, lo so che tutti state aspettando il fatidico nome di Hermione Grenger, ma, mi dispiace dirvelo, non è a lei che mi sto riferendo, bensì a Blaise Zabini. Esatto, proprio lui. Infatti, quel giorno il ragazzo andò al Malfoy Manor, pronto a chiedere spiegazioni. Blaise non era mai stato marchiato e, nonostante vivesse con i Mangiamorte, non aveva mai fatto niente per aiutarli. Comunque, Blaise bussò alla porta. Non aveva avvisato Draco della sua visita con un gufo, quindi non era sicuro che fosse in casa. Aspettò qualche minuto, poi gli venne ad aprire un elfo domestico che, gentilmente, gli aprì il portone e prese la sua giacca. Arrivò fino al salone, guidato da un altro elfo, anche se ormai sapeva la strada a memoria. Draco, che era seduto sullo sfarzoso divano, si girò di scatto. In un altro momento sarebbe stato felice della visita del suo migliore amico, ma, ora come ora, non ne poteva essere più irritato. Blaise, dal canto suo, aveva notato le terribili occhiaie sotto gli occhi del biondo. Si sedette sulla poltroncina di fronte al divano, senza pronunciare parola; restarono in silenzio per qualche minuto, poi Blaise cominciò a parlare.
《Allora? Come sta tua madre?》Beh, questo non era di certo il modo più giusto per iniziare una conversazione delicata.《Secondo te?》Rispose acido l'altro. Ve lo dico io come stava Narcissa Malfoy. Stava chiusa in camera sua tutto il giorno senza uscire mai e si faceva portare il cibo dagli elfi domestici. Draco non sapeva cosa faceva tutto il giorno sua madre, ma di certo non piangeva. Non era da una Black in Malfoy. Assolutamente. Ma sentiva la mancanza di suo marito Lucius, nonostante quello che aveva fatto al figlio, lo amava lo stesso. E forse le mancava un po' anche sua sorella, Bellatrix. Anche se era folle e malvagia era pur sempre sua sorella, quella che, quando erano ragazze, l'aveva fatta piangere sulla sua spalla, la sua unica amica, quella che l'aveva difesa da alcuni Grifondoro che la prendevano in giro. La stessa che, anche durante i suoi ultimi anni di pazzia, quando riprendeva coscienza, correva da Narcissa a piangere come una bambina a cui era stata rubata la cioccorana e la supplicava di farla uscire da quella follia, di guarirla. Esatto, Bellatrix Black in Lestrange aveva una parte "normale" che raramente faceva uscire.
Tornando a noi, Blaise si accorse che doveva solo essere diretto. 《Tu stai bene?》Era evidente che quella domanda non aveva bisogno di risposte.《Hai gli incubi vero? Non dormi la notte》Draco teneva li sguardo fisso davanti a sé, senza rispondere.《Draco, perché?》Forse quella domanda lo risvegliò, si alzò di scatto e disse una semplice parola piena di veleno:《Vattene》. Blaise lo ascoltò e se ne andò. Draco si vergognava. Si vergognava di dire di non aver avuto scelta, perché, infondo, lui una scelta l'aveva avuta: fare la spia per Dumblendore. E non voleva fare compassione a nessuno.

***

Inevitabilmente, Hermione Grenger non riusciva a non provare pena per lui. Sapete, anche la ragazza odiava Malfoy con tutta sè stessa, per tutto quello che le aveva fatto passare, per le cattiverie. E gli faceva pena perché solo questo riusciva a provare nei suoi confronti.
In quel momento, seduta a tavola con gli altri, non riusciva a non pensare a questo. Una scossa gentile la risvegliò dai suoi pensieri. Alzò lo sguardo dal suo piatto e si voltò verso la persona seduta accanto a lei, Ginny. 《Tutto ok?》Le mimò. La mora annuì piano, poi si alzò dal suo posto e annunciò che sarebbe andata a fare un giro. Era buio fuori, la luna regnava sovrana nel cielo e le sue dame, le stelle, splendevano con lei. La luna è così bella e regale, dolce, non ti costringe a guardarla, ma, se lo fai, te lo permette, senza accecarti, però, con la sua luce come farebbe il sole, egoista.
Hermione prese a fissare la regina della notte, mezza piena, come se stesse ancora aspettando il suo re. Riuscì a scorgere un sorriso enigmatico, ma si riscosse subito, credendo fosse assurdo che la luna le stesse sorridendo. Si allontanò dalla Tana. Camminava tra i campi di grano silenziosi; quella sera voleva essere solo lei con i suoi pensieri. Quella sera non voleva essere trovata. E questo l'avrebbero capito anche gli altri, da lì a poche ore. Si allontanò dal campo di grano; di solito girava a destra, andando verso la spiaggia, luogo che aveva sempre attribuito a Ron. Alla sua sicurezza. Guardò la strada di sinistra. Il bosco. Non ci era mai entrata, ma quella sera, qualcosa la spinse ad andare alla strada del pericolo. Sarà stato il sorriso della luna, o forse le stelle, oppure semplice adrenalina. Fatto sta che quella scelta cambiò definitivamente la sua vita.
S'inoltrò nel bosco. Le querce, imponenti, regnavano in quel posto. La ragazza riuscì, però, a vedervi una bellezza e una magia particolare. Quella nascosta, proprio come lei. In lontananza notò un laghetto. Si avvicinò e si sedette in prossimità di esso. Era incantevole come la Luna e le stelle facevano giochi di luci sullo specchio d'acqua. Per un attimo immaginò che quel posto fosse solo suo, che nessuno l'avesse mai visto, oltre a lei. Poi pensò fosse assurdo, visto che sicuramente tantissimi maghi erano già passati di lì, essendo un luogo pubblico. Mentre rifletteva su questo, percepì un fruscio di foglie, proprio dietro di lei. Subito si mise in allerta. Dalla guerra aveva imparato a stare sempre sull'attenti e a tenere la bacchetta a portata di mano.
《Vattene, Grenger, non sei gradita qui.》 Hermione sussultò. Quella voce che l'aveva perseguitata per anni, offese, cattiverie, parole piene di veleno. Alla sua sinistra comparve proprio Draco Malfoy, gli abiti perfettamente stirati, i capelli in ordine, le occhiaie che stonavano con la perfezione del ragazzo e un'espressione di profondo disgusto dipinta sul bel viso. Hermione abbassò la bacchetta, ma non la ripose.
《Sei ancora qui?》a quel punto la ragazza alzò lo sguardo per puntarlo nei ghiacciai del biondo.
《Se me ne volessi andare è per mia volontà, non di certo perché me lo dici tu.》Sputò la riccia velenosa. Hermione torturava il bordo della sua t-shirt, nervosa. Non era mai stata da sola con Malfoy, di solito c'erano Ron ed Harry, se non c'era uno c'era l'altro. Ma mai solo loro due, faccia a faccia.
《Okay, feccia, non te lo ripeterò di nuovo: devi andartene da qui, non devi respirare la mia stessa aria, sei solo una stupida sangues-》La ragazza non lo aveva neanche fatto finire di parlare che già l'aveva schiantato venti metri più in là. Lui, furente di rabbia, cercò di fare lo stesso, ma la strega, prontamente si era protetta con un Protego. Troppo impegnata a complimentarsi con sé stessa, non si accorse che Draco l'aveva scaraventata a terra, e non con la magia. Il ragazzo sopra di lei le teneva stretti i polsi sopra la sua testa. Gli faceva schifo toccarla, ma era troppo arrabbiato per pensarci.《Chiedi scusa, stupida feccia, o giuro che ti farò mangiare la polvere》Il viso di Malfoy era talmente vicino a quello di Hermione che, quest'ultima, arrossì di botto, sentendo il respiro fresco del biondo infrangersi sulle sue labbra. Dopo aver sentito quelle parole, però, si risvegliò da quella specie di sonno e gli rispose a tono.《Puoi anche scordartelo, stupido furetto》Draco si arrabbiò ancora di più e le strinse forte i polsi.《Dillo》Sussurrò a denti stretti, avvicinando il viso a quello della mora.
《Malfoy, mi stai facendo male.》Una smorfia soddisfatta si dipinse sul viso del giovane che strinse più forte, poi si allontanò di scatto e, prima che Hermione potesse capirci qualcosa, si smaterializzò. Stordita, provò ad alzarsi facendo pressione sui polsi, ma le uscì solo un urletto di dolore. Così si alzò sui gomiti e scoprì di avere i polsi pieni di lividi violacei.《Kataràmenos Malfoy》lo maledisse, in greco, una delle 15 lingue che sapeva parlare. Se lo avesse fatto nella sua lingua si sarebbe sentita in colpa, nonostante il soggetto. Si alzò in piedi.《Lumos》Disse, poi si allontanò dal bosco. Le faceva malissimo il polso e non riusciva a reggere la bacchetta. Decise di materializzarsi sulla solita spiaggetta. Arrivata lì si sedette sulla sabbia, quasi in riva al mare, e prese ad ammirare la luna. E forse anche ad invidiarla. Lei stava lì, ad osservare gli umani, a contemplarli e miliardi di stelle le stavano attorno. Nessuno la criticava. E per un attimo Hermione volle essere come lei.

***

Intanto Draco si era materializzato dall'altra parte del bosco. Lui, che andava lì tutte le notti, a volte vedeva passare la Grenger, ma lei girava sempre a destra, verso la spiaggia. Quella sera, però, aveva cambiato direzione e questo a lui era sembrato assurdo. Per la seconda volta nella sua vita, Hermione non aveva scelto la strada sicura, quella che conosceva. La prima volta per istinto di sopravvivenza, ma la seconda? Passeggiando per quello che era il suo posto magico (visto che ora non lo era più a causa di una certa mezzosangue) pensò a quanto fosse bella la luna quella sera, anche se non era piena perché, d'altronde, la luna non è fatta per essere piena. In quel momento pensò a sé stesso: la Luna era quasi sempre mezza vuota, ed era giusto così. Ma lui? Perché si sentiva come quel satellite? Le persone dovrebbero sentirsi piene, non dovrebbe mancare niente a nessuno. Eppure per Draco non era mai stato così. Gli mancava la spensieratezza, l'amore dei suoi genitori, un punto di riferimento, la gioia dei piccoli attimi, la libertà di scegliere. Di cosa era pieno? Di rabbia, orgoglio, odio, ribrezzo e critiche. E non voleva essere così. Non lo voleva per niente.

Angolo Autrice.
Eccomi con il nuovo capitolo, in cui vediamo Hermione prendere la strada meno sicura, per la prima volta, non influenzata dall'istinto do sopravvivenza. Che ne pensate?
Vi avverto che, come avrete già capito, l'odio tra Hermione e Draco è profondo e veritiero, perciò non sarà facile, per me, farli avvicinare.
Comunque fatemi sapere se vi è piaciuto e al prossimo capitolo,
Baci,
-M💕

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