17- Twelve.

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Quel giorno Hogwarts era immersa in una giornata luminosa, vitale e allegra.
Hermione era stranamente di buon umore, come se svegliarsi con la luce dell'alba che ti accarezza il viso la facesse stare bene.
Negli ultimi giorni era sempre fuori dal letto prima delle sei del mattino, per correre subito in biblioteca e fare le sue ricerche.
Si legò i capelli in una coda alta, si vestì in fretta e uscì dal dormitorio.
La Sala Comune era piacevolmente silenziosa.
Abbandonò la Torre Grifondoro e percorse a memoria la strada per il suo rifugio sicuro.
D'un tratto, però, un rumore lieve, sottile, ma che rimbombò nelle mura del castello, la fece fermare sui suoi passi.
Preoccupata e un po' sorpresa si voltò in quella direzione.
"Chi mai si alzarebbe così presto?"
Sì domandò, ma la sua coscienza aveva già risposto: lei, ovviamente.
Ad un tratto Draco Malfoy le comparve davanti agli occhi, seccato.
Un po' intontita, la ragazza sbattè un paio di volte gli occhi, prima di riconoscerlo.
Ma cosa ci faceva lì?
《Malfoy, che stai facendo alle sei del mattino nel bel mezzo del corridoio?》Chiese la mora con la voce già intrisa di fastidio.
《E tu?》Hermione arrossì di colpo. Non aveva pensato che sarebbe stato alquanto ridicolo rimproverare qualcuno per qualcosa che prima lei stava facendo.
Mormorò qualcosa di sconnesso, al quale seguì un momento di silenzio, da cui nessuno dei due ebbe il coraggio di sfuggire.
《Il dodici.》Ad un tratto la voce del biondo le entrò in testa.
Aveva parlato, sussurrato.
Lei lo guardò confusa, sorpresa e seria contemporaneamente.
《Cosa stai dicendo?》Ormai l'espressione di Hermione parlava da sola.
《Vai dove stavi andando.》Le sussurrò ancora, prima di sparire.
La riccia ci rimuginò a lungo, poi corse in biblioteca.
"Dodici, dodici...
Dodici cosa?
Pergamene, penne d'oca?
Dodici..."
Appena mise piede in biblioteca si tuffò subito nel reparto "divinazione", poi nel sotto reparto "numeri".
Non era possibile...
Si era focalizzata talmente tanto sul tre che non aveva tenuto conto di quel numero.
Aprì il primo libro e la risposta si svelò davanti ai suoi occhi.
"Il numero dodici viene considerato il più sacro tra i numeri, per i maghi, insieme al Tre e al Sette (per i babbani) ed è in stretta relazione con il Tre. Infatti, la sua riduzione equivale a questo numero. Il dodici indica la ricomposizione della totalità originaria. In altre parole indica la discesa in terra di un modello cosmico di pienezza e di armonia. Infatti, il significato del numero Dodici indica la conclusione di un ciclo compiuto. È il simbolo della prova iniziatica fondamentale. Questa prova permette di passare da un piano ordinario ad un piano superiore, sacro. Il Dodici possiede un significato esoterico molto marcato in quanto associato alle prove fisiche e mistiche che deve compire l'iniziato.
Superate le prove induce ad una trasformazione, in quanto il passaggio si compie su prove difficili, le uniche che portano ad una vera crescita.
In molte culture i riti iniziatici si compiono all'età di dodici anni, dopo di che si entra in un'età adulta."
Aveva così tante domande per la testa, ma quella che emergeva al di sopra di tutte le altre era: perché Malfoy l'aveva aiutata? E, con sua enorme sorpresa, scoprì che era ben la seconda volta.
La prima l'aveva portata al tempo, grazie al suo fastidioso "Tic-tac-tic-tac" e ora ai numeri.
Non poteva fare a meno di pensare che forse era stato lui a scrivere quei biglietti, ma archiviò subito tale idea come assurda.
Una cosa era certa: aveva bisogno di spiegazioni e le avrebbe ottenute quella notte nel giro di Ronda.

Fortunatamente quella giornata, per Hermione, volò.
La sera era ormai calata e uno strano nervosismo, che le agitava il cuore e le viscere e le faceva tremare la pelle, la attanagliavano.
"Cosa sto facendo? Perché sono così agitata? È solo quel furetto platinato di Malfoy che mi deve delle spiegazioni"
Si disse, ma in cuor suo sapeva benissimo che il Serpeverde era cambiato e non lo conosceva più. Non era più il ragazzino viziato e prepotente di una volta. Forse era molto peggio, o molto meglio.
Assorta nei suoi pensieri e riflessioni scambiò distrattamente qualche parola con i suoi amici e qualche bacio con Ron.
Harry aveva intuito che c'era qualcosa di strano nella sua migliore amica da quella mattina ed era preoccupato per lei. Decise che le avrebbe parlato in Sala Comune, dopo cena.
Hermione fu la prima a finire di mangiare, si alzò e disse che sarebbe tornata nella sua camera, così Harry la seguì. In corridoio non si dissero nulla, lei era troppo pensierosa e lui era occupato a osservare i suoi atteggiamenti.
Arrivati alla Torre Grifondoro, il moro le chiese che cosa era successo, siccome era stata sovrappensiero tutto il giorno.
《Oh, beh...》La riccia pensò bene a cosa dire: voleva dirgli del numero dodici,  ovviamente, ma dentro di sé sentiva che non gli avrebbe potuto dire di Malfoy.
E le ragioni erano piuttosto scontate. La prima era che non le avrebbe mai permesso di andare "dal lupo". La seconda era che sarebbe corso dal furetto e sarebbe stato troppo diretto. Avrebbe fatto capire che aveva bisogno di capire perché li stesse aiutando.
Decise di rivelargli solo e unicamente le sue scoperte in biblioteca e Harry parve felice nel sapere che la risposta a una parte dell'indovinello era chiara.
Arrivate le dieci, la Grifondoro salutò il ragazzo e corse in camera sua.
Si rifece la coda, che ormai portava sempre. Si tolse la divisa e indossò un paio di jeans e una T-shirt nera, ma decise di indossare in mantello dei Grifondoro.
Sapeva che sarebbe dovuta andare dalla Preside, così si affrettò a camminare per arrivare il più in fretta possibile all'ufficio. Per i corridoi incontrò Hannah e arrivarono insieme a destinazione.
All'interno c'era già Luna, mancava solo Draco.
Salutarono educatamente la McGonagall.
《Se il signor Malfoy non arriva entro cinque minuti darò le direttive senza di lui.》annunciò.
Hermione cominciò ad agitarsi: lei doveva avere delle risposte.
Ma, per sua fortuna, quella sera il biondo si presentò.
《Bene, il giro di Ronda finisce a mezzanotte in punto. A quell'orario dovrete passare di qui. Dovrete controllare tutte le stanze e corridoi. Potete andare.》
Tutti uscirono dall'ufficio e Draco non guardò nessuno, se ne andò e basta.
Hermione girò in un corridoio deserto, era sola.
Per quella sera e solo per quella sera avrebbe trasgredito alle regole.
Come se non lo avessi sempre fatto in sette anni.
Le rifacciò la coscienza.
Con lei aveva la Mappa del Malandrino, perciò avrebbe comunque fatto il suo compito. Le diede un'occhiata, risultavano in giro solo i prefetti, la McGonagall nell'ufficio e tutti gli altri studenti nelle proprie Sale Comuni o dormitori.
Tirò un sospiro di sollievo, poi seguì il nome della persona che stava cercando.
Era al piano superiore, così corse verso le scale, sperando che non decidessero di cambiare proprio in quel momento. Ma la fortuna non fu dalla sua parte, perciò si ritrovò al quinto piano, invece che al secondo, e dovette scendere fino al terzo piano, dove Malfoy stava girovagando.
Riuscì a vederlo attraversare il corridoio e appoggiarsi contro la parete, con lo sguardo rivolto verso l'esterno.
Senza pensarci due volte, Hermione saltò fuori e gli andò incontro.
Un'espressione di fastidio e repulsione comparve sul volto del ragazzo appena la vide arrivare e, seccato, si chiese cosa volesse.
《Malfoy.》La voce di Hermione rimbombò. Era fredda, ma determinata.
Draco non la guardò.
《Quello di stamattina era chiaramente un suggerimento.》Disse lei.
Finalmente riuscì ad ottenere la sua attenzione.
《Dodici. Come facevi a sapere che cosa stavo cercando? Come potevi conoscere la risposta e,  soprattutto, perché hai voluto suggerirmela?》non gli aveva mai fatto così tante domande in una sola volta, tutte d'un fiato.
Era strano.
《Mi disturbavi.》Rispose pigramente lui.
Quella frase così poco chiara fece andare la mora su tutte le furie.
《Malfoy, voglio una risposta.》
Lui roteò gli occhi.
《Odio già vederti tutto il giorno, figuriamoci alle sei del mattino, quando avrei voluto essere da solo.
Ti ho vista più volte nella sezione dei numeri, ho fatto solo due più due. Adesso vattene, non vorrai mancare al tuo dovere.》
Sputò malignamente lui.
《Primo: il castello non è di proprietà dei di nessuno, tantomeno tua.
Se voglio svegliarmi alle sei del mattino e andare a zonzo nessuno può vietarmelo.
Secondo: e cosa mi dici del "tic-tac", eh?》
Era furiosa, i suoi occhi erano ormai due braci pronte a soffocare chiunque nelle sue fiamme.
《Non so di cosa tu stia parlando, mezzosangue. 》La sua voce cattiva le riempì le orecchie.
Gli occhi di Hermione cambiarono per un attimo: da fuoco vivo ed incandescente a terra arida e morta.
Si sfiorò il braccio senza pensare, non sfuggì allo sguardo del biondo.
Draco si sentì destabilizzato.
Ma tutto durò un millisecondo.
《Preferisco essere una "mezzosangue" che un Mangiamorte schifoso come te. Non sai che darei per vederti morire in prigione, sarebbe meraviglioso.》
Non aveva mai detto parole così malvagie.
Stava diventando una dei "cattivi" ed era anche colpa del platinato che l' aveva a poco a poco infettata.
Con quella disperata consapevolezza la Grifondoro andò via senza dare modo all'altro di controbattere.

Angolo Autrice.
Credo di non aver mai aggiornato così velocemente, mi stupisco da sola. L'ultimo capitolo è uscito solo due giorni fa e adesso eccone già un altro. Non sarà lunghissimo, ma oggi ero particolarmente ispirata: ho cominciato a leggere Orgoglio e Pregiudizio, non potete capire la mia felicità, e, ad un certo punto ho interrotto la lettura per precipitarmi qui e scrivere.
Spero che il capitolo vi piaccia,
Baci,
-M💕

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