41- Liquid luck.

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"I've been travelin' too long
I've been trying too hard
with one pretty song
I hear the birds on the summer breeze."
-Ride, Lana Del Rey

Traduzione:
"Ho viaggiato troppo a lungo
ci ho provato troppo
con una bella canzone
sento gli uccelli nella brezza estiva."

Per Harry non era mai stato semplice lottare. In realtà, per lui, mai nulla era stato facile, fin da quando aveva solo un anno. Era andato avanti così, a forza di strattoni, calci e pugni, sferrati e ricevuti, a forza di lacrime miste a sangue bollente. Aveva lottato così tanto per la sua vita, per sopravvivere, tentare di vivere, avrebbe fatto altrettanto per lei, per la sua migliore amica. Ma prima... prima doveva capire che cosa le fosse accaduto. Se solo fosse riuscito a trovarla... l'intero castello pareva volerglielo impedire, pareva opporsi al suo volere.
"Deve essere stato sicuramente qualcosa legato a quelle stupide serpi" pensò Harry, affatto lucido e poco ragionevole. "Anche se non spiegherebbe l'accanimento di Hermione con Dorea... O forse quelle serpi le hanno fatto qualcosa e ha scoperto che, in qualche modo, Dorea li ha aiutati." Harry trovò quella situazione a dir poco perfetta per iniziare a indagare su quelle sporche e viscide serpi dalla lingua sempre troppo lunga. Proprio in quel momento vide arrivare Millicent Bulstrode dall'altro lato del corridoio, il passo accelerato e le labbra serrate. Harry arrossì: come avrebbe fatto ad approcciarsi a una di loro? Insomma, non ci aveva mai pensato: l'unico tipo di rapporto che aveva con loro era puramente conflittuale. Millicent stava per superarlo, quando Harry si schiarí la voce. I piedi della bionda si arrestarono di colpo, gli occhi felini inquadrarono il ragazzo dai capelli corvini. La strega alzò un sopracciglio, stranita, il respiro stroncato dalla sorpresa e il fiato corto.
«Ce l'hai con me, Potter?» Chiese in tono sospettoso, solo la testa girata verso di lui, lo sguardo indagatore.
«Emh... I-io, beh, cioè-» Harry socchiuse gli occhi, la mente affollata di domande da porle che non lo facessero affondare con le sue stesse mani.
Prese un respiro profondo, mise a fuoco la figura della ragazza, poi parlò. «Conosci Dorea Spell?» l'espressione della Bulstrode si fece ancora più confusa, ma rispose ugualmente, a mezza voce, ma decisa e ferma. Millicent aveva questa sorta di muro di ferro che la divideva dagli altri. Fuori da quel muro era determinata, incrollabile, arbusto forte e capace, bella come una fata, capace come una volpe.
«Si, perché?» Harry si portò una mano dietro la nuca, tra i capelli scuri. «Mi chiedevo... Sai cos'è successo tra lei e Hermione?» Millicent sgranò gli occhi, allibita. Ci furono istanti di silenzio teso, poi la sua voce ispida tornò a riempire le orecchie di Harry. «Potter, mi prendi in giro? La Granger è la tua amichetta del cuore e Spell è della tua casata e vieni a chiedere a me che cosa sia successo tra loro due? Oh, Salazar Santo, quella cicatrice deve averti danneggiato il cervello.»Sbottò la bionda, riprendendo a camminare. Le guance di Harry tornarono a imporporarsi, gli occhi si spalancarono dietro le lenti. A grandi passi la affiancò, deciso a cavarle di bocca qualche informazione. Harry sapeva benissimo che, se era accaduto qualcosa, Millicent Bulstrode era colei a cui doveva chiedere. Lei sapeva letteralmente tutto di tutti, e si sospettava gestisse, insieme a Tracy King, un traffico di informazioni di qualsiasi genere. Non c'era cosa che loro due non sapessero, era sempre stato così.
«Non prendiamoci in giro, Bulstrode. So che sai qualcosa, tu sai sempre qualcosa.» imperterrita, Millicent continuò a camminare, labbra serrate, decise a non parlare. Il mago sospirò, infastidito, mentre accelerava per starle al passo.
«Oh! Ma andiamo!» Esclamò Harry, parandosi davanti a lei a pugni serrati, gli occhi infiammati e il respiro affannoso. Millicent si trovò costretta a fare un passo indietro, innervosita dalla sua insistenza e intimorita da lui. Insomma, era pur sempre colui che aveva sconfitto il mago oscuro più potente di tutti i tempi... Un senso di colpa bussò alla porta della sua mente imperterrita: glielo doveva per ovvie ragioni. La bionda sospirò, incrociando le braccia. «La Granger stamattina era in Sala Grande prima di tutti, è evidente che non ha dormito.» Gli disse a voce atona, facendo un passo di lato, convinta di poter andare via.
«Non è detto, Hermione si sveglia sempre molto presto e-» la voce frenetica di Harry venne interrotta da quella scocciata della Bulstrode.
«Senti, Potter, io dico sempre la verità. Era evidente: la Granger stanotte non solo non ha dormito nel suo letto, non ha dormito e basta. Stamane è rientrata da fuori, e, prima che tu me lo chieda, non so dove sia stata. Adesso lasciami passare.» il ragazzo esaminò l'espressione crucciata di lei e si rese conto che le sue parole non erano dette tanto per levarselo dai piedi. Harry, annuì, ma, prima di fare un passo verso destra e lasciarla passare, parlò ancora. «Emh... Se riesci a sapere altro o se vedi Hermione... Potresti dirmelo?» le chiese in un sussurro appena udibile e imbarazzato. L'espressione di Millicent parve farsi meno dura, mentre, con la fronte adesso rilassata, annuiva.
«Niente viene dato per niente, Potter.» Doveva aspettarselo, il nostro Harry, d'altronde chi meglio di lui poteva sapere che a tutto c'era un prezzo? Quanto aveva pagato per quei piccoli, bellissimi, inafferrabili e rari grammi di felicità? Quanto aveva dovuto penare per frammenti di spensieratezza incastonati qua e là, fra una lacrima e un grido di strazio?
«Che vuoi in cambio?» le chiese, in un sospiro amaro trattenuto in gola.
«Solo una boccetta di felix felicis.» il cuore di Harry ebbe un balzo, mentre le pupille quasi gli schizzavano fuori dalle orbite.
Lui conosceva bene gli effetti e lo scopo della Fortuna Liquida, lui stesso l'aveva presa. Solo si chiedeva... perché ne aveva bisogno? A cosa le serviva? Mille domande iniziarono a frullargli in testa, prepotenti come tamburi di ferro, rumorosi come cocci di ceramica frantumata. Il cuore iniziò a battere più veloce, la mente come un treno in cerca di destinazione.
«Sei disposto a fornirmela e in cambio io farò di tutto per sapere se la Granger sta bene e dove si trova?» Pressò la bionda, sguardo vincitore, consapevole dell'efficacia delle sue parole. Harry sospirò, la preoccupazione per Hermione sovrastò quella per gli affari sicuramente loschi della Serpeverde. Gli occhi puliti del ragazzo fissarono quelli sporchi di lei che, troppo peccatrice per sostenerlo, lo spostò altrove. Quasi sembrava accusarla di tutto, lo sguardo di Potter.
«Va bene. Abbiamo un accordo?» Domandò retoricamente.
«Si. Cerca di essere rintracciabile.» Raccomandò, labbra strette e mento alto. In un cenno il giuramento fu suggellato, in un respiro le parole furono mozzate e, ormai, loro due avevano firmato un contratto.
Definitivamente, Millicent Bulstrode era sospettata di affari illeciti.

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