22- Scream.

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"Some nights, I stay up cashing in my bad luck 
Some nights, I call it a draw
Some nights, I wish that my lips could build a castle
Some nights, I wish they'd just fall off"

-Some nights, Fun

Traduzione:
Alcune notti, rimango sveglio incassando la mia sfortuna 
Alcune notti, lo chiamo pareggio
Alcune notti, vorrei che le mie labbra potessero costruire un castello 
Alcune notti, vorrei che cadessero


Draco era sdraiato sul suo letto a baldacchino, impegnato nello studio, precisamente in trasfigurazione. La sua concentrazione, però, fu stroncata dal becco di un gufo che picchiettava sul vetro della finestra di fianco al suo letto.
Sbuffò, infastidito dal fatto di essere stato disturbato. Ma, appena capì che il gufo non era uno qualunque, si fermò nel bel mezzo della stanza. Ecco, era giunto il momento tanto temuto.
Avrebbe voluto non arrivasse mai, avrebbe voluto che se ne fossero dimenticati. Ma quel giorno era arrivato e ce ne sarebbero stati altri simili.
La mascella si contrasse e il giovane andò ad aprire. Nel becco del gufo di famiglia c'era una lettera, che non esitò ad afferrare.
La calligrafia elegante e priva di sbavature erano un chiaro segnale che il mittente fosse Narcissa Malfoy.
"Caro Draco,
Come ti avevo già annunciato tuo padre sarà a casa entro domani. La preside McGonagall è già a conoscenza della necessità dei tuoi piccoli periodi di assenza che ci saranno.
Stasera, alle undici in punto, va' nella stanza al terzo piano, tra l'aula di Trasfigurazione e quella di Incantesimi. Lì potrai smaterializzarti.
Sii in orario,
Narcissa Malfoy."
Draco chiuse la lettera con rabbia: suo padre aveva organizzato proprio tutto.
Scagliò il primo libro che si ritrovò sotto tiro contro la parete.
Era furibondo, sembrava una bomba a orologeria, pronta ad esplodere. Se non si fosse calmato in fretta sarebbe stato un disastro, perciò uscì dalla sua stanza prendendo la sua amata scopa.
Nei corridoi tutti avevano capito che era tutto un pezzo di rabbia, così evitatarono di guardarlo troppo o rivolgergli qualche frase sprezzante.
Arrivato nel campo di Quiddich si posizionò sulla scopa e partì come un fulmine. Arrivò in alto, sempre più in alto. Fu lì che urlò. Un solo grido che squarciò la sera, un grido che diceva tutto e non diceva niente. Dopo circa venti minuti atterrò, sotto lo sguardo attontito di Hermione Grenger, che si era recata lì per studiare, visto che era l'unico giorno in cui il campo da Quiddich era vuoto. Se ne stava per andare, ormai si era fatto buio, quando una chioma bionda, affiancata da una scopa, attirò la sua attenzione.
Non aveva mai visto Draco Malfoy così veramente incazzato. Era una rabbia nera, vera, quella che sprigionava, non poteva credere ai suoi occhi. Sentiva che quella rabbia non era data da qualcosa di futile, bensì da qualcosa di decisamente più profondo.
Lo guardò sfrecciare in cielo, come il più bell' angelo caduto che cercava di ritornare in paradiso. Nascosto dalle nuvole non lo vide per minuti interminabili. Non sapeva neanche lei perché non se ne fosse andata per i fatti suoi appena l'aveva visto. Probabilmente era perché lo aveva visto provare un sentimento vero, anche se non molto bello.
Poi un grido di terrore, dolore, ingiustizia, rancore, lacrime, sangue, odio e sofferenza ruppe il silenzio pacifico che si era creato. Quel grido straziò il cuore di Hermione.
"Chi mai può provare tutto questo?"
Sì chiese, cercando di individuarne la provenienza.
Pochissimi secondi dopo Draco era atterrato, con l'espressione del volto stravolta.
Era stato lui. Hermione cercò di negarlo a se stessa più volte, ma non poteva mentire al suo cuore davanti all'evidenza.
Decise di andare via di lì, era ancora in tempo, non l'aveva ancora vista.
Si sbagliava. A Draco Lucius Malfoy non sfuggiva niente.
《Mezzosangue.》La richiamò. Le si gelò il sangue nelle vene.
Quella parola era uscita dalle sue labbra setose così spontaneamente da non poter aggiungere altro.
La riccia si girò verso di lui. La luna gli illuminava metà volto, la sua iride ghiacciata spiccava in mezzo a tutto quello buio.
《Non farne parola con anima viva.》Sentenziò duramente, poi scomparve nel buio, sigillando una promessa sottile come il petalo di un fiore.
Quella sera stessa, alle undici in punto, Draco si trovava nella sala non troppo grande indicatagli dalla madre.
Non aveva nulla di particolare, apparte il fatto che apparisse visibile solo alle persone dai 17 anni in su. Infatti, agli studenti al di sotto del settimo anno era severamente vietato smaterializzarsi dentro Hogwarts; per tutti coloro che erano esclusi da tale divieto c'era quella stanza.
Draco sospirò.  Visualizzò nella sua mente il Malfoy Manor, l'ingresso e il portone.
Stava cercando nella sua mente l'immagine del salone dell'enorme villa, quando un rumore lo distrasse.
Davanti a lui qualcun altro si era smaterializzato: George Weasley.
"Cosa ci fa qui?"
Si chiese, ma subito si dileguò, ritrovandosi nel salone di casa sua.
"Sono un codardo." Sì accusò. Era scappato dell'ennesimo sguardo carico di rabbia, di disprezzo.
Scappare. Sapeva fare solo questo.

                               ***
Hermione era agitata anche se credeva che il motivo fosse un altro da quello che davvero era.
Credeva di essere agitata per la missione da compiere con i suoi amici. George era arrivato ad Hogwarts circa un paio d'ore prima, ma nessuno aveva avuto il coraggio di guardare lo sguardo di cui i suoi occhi erano colmi. Sarebbe stato troppo forte, troppo doloroso. Non avevano pensato che forse, facendo andare lì George, gli avrebbero fatto solo del male, facendogli tornare alla mente ricordi troppo felici, troppo spensierati per il suo cuore mutilato dalla sofferenza.
Però, forse, poteva essere utile. Forse serviva a fargli assaggiare tutto il dolore per poi farlo stare bene. Magari, se si fosse caricato tutto sulle spalle poi, con il tempo, si sarebbe abituato al peso e avrebbe ricominciato a sorridere. Avrebbe ricominciato a vivere.
Ma il vero motivo dello stato d'animo di Hermione non riguardava nulla di tutto ciò, anche se provava a convincersi che fosse così.
Quello che aveva potuto sfiorare di Draco l' aveva sconvolta.
Qualcosa le diceva che lui non era ciò che tutti credevano.
Ron bussò alla porta.
《Avanti.》Il rosso entrò nella stanza.
《Amore, ci aspettano di sotto.》La ragazza arrossì. Ogni volta che lui la chiamava con un nomignolo dolce lei si scioglieva. Annuì e lo seguì fuori dalla camera rossa-oro.
《Ron...》lo richiamò lei. Gli prese una mano e lo baciò.
Sorpreso, dapprima il giovane Weasley non ricambiò, poi, però, approfondì il momento.
Quando si staccarono scesero al piano di sotto.
《Herm, sei pronta?》Le chiese Harry. La ragazza annuì: come al solito avrebbe fatto il suo giro di Ronda, con l'unico dettaglio che avrebbe fatto nascondere i suoi amici nella zona da lei sorvegliata, poi, finito il suo giro, sarebbe passata come di consuetudine per l'ufficio della McGonagall, ma non sarebbe andata nella sua stanza, bensì avrebbe raggiunto gli altri al secondo piano. Grazie a George sarebbero usciti da Hogwarts con uno dei sette passaggi segreti e avrebbero provato a fare quel che Hermione aveva dedotto.
A mezzanotte e dieci minuti erano tutti in una stretta stanzetta di un locale malandato di Hogsmade.
C'era solo un piccolo problema: la catenina della Giratempo era troppo piccola per così tanti colli.
《Al massimo due persone.》sospirò Hermione.
《Vengo io con te.》si fece subito avanti Ronald.
《No, Ron. Se proprio devono andare due persone abbiamo bisogno di un maggiorenne. George, ci stai?》Parlò Harry.
Il ragazzo annuì e infilò la testa sotto la catenina.
《Okay, Herm. Sei sicura che siano dodici giri? Non sono troppi?》
Le chiese Ginny preoccupata.
《Sono sicura. Per favore, mi servirebbero una penna magica e un foglio di pergamena.》Sentenziò la Grifona.
Le fu fornito il richiesto e, un attimo dopo, i ragazzi svanirono, per poi ricomparire due metri più avanti con i volti insanguinati e gli sguardi terrorizzati e sconvolti.

Angolo autrice.
Eccomi qui prima di quanto ho potuto con un capitolo nuovo di zecca. Allora, cosa sarà successo a Hermione e George?
Voglio tutte le vostre teorie giù nei commenti.
Al prossimo capitolo,
Baci,
~M💕

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