23- Past.

195 12 0
                                        

"Baby, I don't feel so good 
Six words you never understood 
I'll never let you go 
Five words you'll never say"
-Wish you were gay, Billie Eilish.

Traduzione:
"Baby, non mi sento molto bene 
Sei parole che non hai mai capito 
non ti lascerò mai andare  
Cinque parole che non dirai mai"

Draco si sistemò la giacca nera che aveva indossato, anche se in realtà era perfetta come sempre.
《Draco, figlio mio.》La voce profonda del padre gli raggelò il sangue nelle vene. Avrebbe voluto dargli un pugno dritto sul naso, per rovinare quel fastidioso ghigno, che aveva sfortunatamente ereditato, e rispedirlo dove meritava di stare.
Si sforzò di sorridere, come se fosse felice di rivederlo, e si voltò.
《Padre, sono lieto di rivedervi》gli disse il giovane, stringendogli freddamente la mano.
《Vieni, siediti.》c'era qualcosa nel suo tono che non andava.
C'era qualcosa nell'aria che non andava.
Si guardò attorno, mentre si accomodava sulla poltrona e un elfo domestico portava loro una tazza di tè e un vassoio con dei biscotti al cioccolato.
Ecco cosa mancava: sua madre.
《Padre, dov'è mia madre?》Chiese lui, con una leggera nota di preoccupazione nella voce.
《È nella sua camera da letto. Ma non siamo qui per parlare di lei. Mi sono giunte voci da... Come dire... nuovi arrivati ad Azkaban.》lo sguardo di Draco si fece dapprima sapiente, poi carico di terrore.
E allora capì. Lucius Malfoy sapeva. Sapeva della sua "collaborazione" con il ministero. I guai salivano fino al collo.
《Caro figliolo, ti punirò per quello che hai fatto. Però, ora, devo essere sicuro che non ti azzarderai a riferire i nomi degli ultimi sei Mangiamorte liberi. Facciamo un patto: tu fai come dico io e io non uccido tua madre. A te la scelta. Adesso, però, seguimi nelle prigioni.》Draco era terrorizzato.
Ebbe l'istinto di scappare, ma non lo fece.
Sapeva cosa lo aspettava, le sue cicatrici sapienti ne erano testimoni.
Arrivati a destinazione cominciò la tortura, ma non come il giovane biondo si aspettava.
Il padre non poteva usare la bacchetta, semplicemente perché non l'aveva. Perciò niente incantesimi, ma metodi di tortura babbana. In confronto la maledizione cruciatus era una passeggiata.
Prese una frusta, scagliò il primo colpo sulla schiena del ragazzo, che urlò e cominciò a sanguinare, mentre un dolore acuto di propagava su tutto il corpo.
Si ritrovò a tremare, a trattenere le lacrime, per non dargli la soddisfazione di vederlo crollare. Sentiva la sua pelle lacerarsi, graffiarsi, spaccarsi, sentiva il dolore che pregava di sfogarsi, urlando. Ma lui tenne la bocca chiusa. Poteva quasi percepire il sorriso malefico sul volto dell'uomo che l'aveva messo al mondo, poteva percepire il modo in cui trasse piacere nell'infliggere mostruosità. Draco perse sensibilità. Il dolore era diventato talmente acuto e sordo da fargli fischiare le orecchie. Il suo cervello aveva attuato un meccanismo di autodifesa, grazie al quale il dolore aveva smesso di essere tale. Con lo sguardo offuscato, il biondo si voltò un secondo verso il padre, con un ghigno di sfida impresso sulle labbra.
Non era più un vigliacco, non gli avrebbe dato la soddisfazione di vederlo gridare dai colpi atroci della frusta. Con quel ghigno ricoperto di sangue, Draco aveva dichiarato guerra. Con gli occhi pieni di odio, appannati dalla stanchezza, il ragazzo permise alla follia di prenderlo per mano per un secondo, il tempo sufficiente per aver il coraggio, la pazzia di sfidare l'uomo che gli aveva inflitto dolore fin dai suoi primi giorni di vita. Lucius Malfoy fu attraversato da una scossa di rabbia cieca, così, con un colpo più potente degli altri, che portò la testa del giovane ad urtare sul pavimento, lo fece svenire.
Al suo risveglio si trovava nella cella, privo di forze, con la pelle distrutta e la schiena insenguinata come trafitta da duecento coltelli.
Il sangue rosso scarlatto non la smetteva di fuoriuscire e di fare un contrasto raccapricciante con la schiena bianchissima.
Non poteva neanche muoversi, era fin troppo debole. Si tastò le tasche con molta fatica, cercando la sua bacchetta. Non la trovò. Urlando dal dolore provò ad alzarsi, tenendosi con forza alle sbarre di ferro. La cella era chiusa a chiave. Si sedette, stando attento a non appoggiare la schiena alle mura.
Quel bastardo aveva sua madre, se le aveva fatto del male l'avrebbe ucciso con le sue stesse mani.
Doveva avvisare il ministero e mettere al sicuro Narcissa, doveva fare i nomi degli altri Mangiamorte.
Ma loro avrebbero parlato. Se Narcissa fosse stata messa al sicuro, Lucius avrebbe raccontato al Ministero ciò che Draco aveva fatto.
La stessa cosa sarebbe accaduta se avesse consegnato i fuggitivi. In tutti i casi sarebbe andato dritto ad Azkaban.
In quel momento più che mai voleva solo assicurarsi che sua madre stesse bene e ritornare ad Hogwarts.
Provò ad alzarsi ancora e ci riuscì: fortunatamente il sangue aveva smesso di scorrere, seccandosi, mentre le ferite si stavano cicatrizzando. Debole come non mai e straziato dal dolore immenso si avvicinò alle sbarre. Prese un oggetto appuntito che aveva nascosto nella cintura e aprì la cella.
Fortunatamente aveva sempre con sé quello spillino.
Impiegò venti minuti e troppe imprecazioni dal dolore per attraversare il corridoio e salire le scale. Ne impiegò altri venti per raggiungere la camera di sua madre. L' aprì, e, con suo grande sollievo, scoprì che Narcissa era sana e salva. Non voleva farsi vedere in quel modo da lei, perciò richiuse immediatamente la porta. Sentì dei passi e s' intrufolò in una delle stanzette degli elfi domestici, piena di secchi e aggeggi per pulire.
Non si accorse, però, dell' elfa Lola, che lo fissava sconvolta.
Dalla serratura della porta il ragazzo riuscì a scorgere suo padre che entrava nel suo ufficio e richiedeva la porta. Draco sospirò e accese la luce, facendo un balzo all'indietro alla vista di Lola.
《Oh, mio signore, mi scusi, l'ho spaventata?》Draco scosse la testa.
《Mi servono medicine. Devo smaterializzarmi, ma non posso farlo se sono ferito.》Le ordinò lui. L'Elfa si mise subito all'opera e, dopo esser stata minacciata dal biondino se avesse detto qualcosa a suo padre, ritornò ad Hogwarts.
Sentiva decisamente meno dolore, anche se ancora troppo per il livello di sopportazione umano.
Scoprì un armadio contenente vestiti d' emergenza e indossò in fretta una camicia nera, dopodiché uscì dalla stanza, ritrovandosi tra le braccia della sua casa. Della sua vera casa.

                                    ***

Hermione tremava, con il volto ricoperto di sangue, così come i vestiti e i capelli. Era abbracciata a George, e anche lui sembrava troppo scosso.
Harry fu il primo ad accorgersi della gravità della situazione e andò ad abbracciare i due ragazzi.
《Cos'è successo?》Chiese preoccupato, seguito da Ginny e Ron, che andò subito dalla sua fidanzata.
Hermione si staccò dal rosso, con gli occhi spiritati. Sembrava fuori di sé, era impazzita.
Prese a farfugliare e a cercare qualcosa.
《Cosa stai cercando, Herm?》Chiese la piccola di casa Weasley, ma la sua migliore amica non la stava ascoltando.
Harry, spaventato, prese a scuoterla, mentre Ron scuoteva suo fratello.
Ad un certo punto la ragazza dai capelli ricci sembrò tornare in sé, si guardò attorno, spaesata.
Quando i suoi occhi caddero su George, subito corse da lui, prese a schiaffeggiargli la faccia e a chiamare il suo nome.
Il rosso, per fortuna, dopo pochi minuti si risvegliò.
Erano entrambi scossi, ma Hermione non doveva far sfuggire nulla alla sua memoria.
《Harry, ho bisogno di una pergamena e di una penna. Fa' presto, forza, non c'è tempo, dimenticherò tutto!》urlò Hermione, non rendendosi conto che forse non avrebbe dovuto alzare la voce.
Tutti presero a cercare il richiesto e nel giro di pochi secondi le fu fornito.
Con gli occhi sbarrati e con il foglio illuminato dalla bacchetta di Ginny, Hermione e George sembravano completamente matti. Borbottavano e scrivevano, scrivevano e borbottavano. Impiegarono dieci minuti per coprire poco meno di metà foglio.
《Cos'è?》Chiese Ron, cercando di avvicinarsi.
Suo fratello, però, fu più veloce e strappò la pergamena da sotto il suo naso.
《Prima dobbiamo raccontarvi tutto. Ma non qui, abbiamo fatto troppo baccano, sta arrivando qualcuno.》Affermò il maggiore, spingendo tutti nel passaggio.
Arrivati ad Hogwarts decisero che forse era meglio parlarne il giorno seguente, infatti i ragazzi che avevano sfidato il tempo erano troppo scossi e pieni di sangue evidentemente non loro.

Life.||DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora