8- Happier.

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Ho sempre pensato che per essere felici si deve prima essere un po' tristi. Senza la tristezza non ci sarebbe la felicità, senza il male non esisterebbe il bene, senza pioggia non vedremmo l'arcobaleno.
Se mi chiedessero che cos'è la felicità, io risponderei "è quell'attimo di intervallo tra un dolore e un'altro dolore." Non dovete pensare che io sia pessimista però. In quell'attimo ci sono i sorrisi, le risate, i tramonti, le albe, il sole, la pioggia, un bacio, un abbraccio, una carezza, il calore del camino in pieno inverno, la freschezza dell'acqua cristallina ad agosto, la magia nelle piccole cose, la bellezza negli occhi di chi la contempla. La felicità è la pace dei sensi, che ci fa stare bene. Ma è un'attimo.
Hermione Granger pensava a quanto le mancasse la felicità. Certo, era felice lì alla Tana con I suoi migliori amici, il suo ragazzo e Molly e Arthur che le davano affetto costante. Ma le mancava quel calore all'altezza del petto quando era con i suoi genitori, quando li riabbracciava alla stazione, tornata a casa da Hogwarts...
Hogwarts. La sua seconda casa, la gioia appena varcava quelle enormi porte che avevano visto tante storie, tanti studenti, amicizie, amori e battibecchi. Quella felicità nello stare tutti insieme nella Sala Grande, occhi negli occhi, cuori nei cuori. I sorrisi complici, nostalgici. Senza dubbio sarebbe ritornata in quel castello, a Settembre. Non sarebbe più stata la stessa cosa, certo, le mura della sua seconda casa avevano visto la guerra, lei l'aveva vissuta. Ma il solo pensiero di tornare a casa...
《Penso che sia tutto inutile.》bisbigliò improvvisamente George. Tutti zittirono e si fermarono ad ascoltarlo. Erano riuniti in una biblioteca magica della Diagon Alley periferica. La bibliotecaria, un'anziana signora dal naso aquilino e gli occhi piccoli, li teneva d'occhio silenziosamente e minacciosamente. Una parola ad alta voce e li avrebbe cacciati dal santuario del silenzio.
Ginny guardò suo fratello con aria interrogativa, poi rispose.
《L'unico modo per capire come aprire questa maledetta busta, nel vero senso della parola, è consultare libri di incantesimi.》
George si passò una mano fra i capelli rossi, sbuffando. Scosse la testa, irritato.
《Ragazzi, forse è meglio fare una pausa... Andiamo a fare un giro?》La melodiosa voce di Hermione attirò a sé gli sguardi dei compagni che, d'accordo con lei, si alzarono dalle proprie sedie. La giovane dai capelli color del miele afferrò un paio di tomi appoggiati sul tavolo di ciliegio e camminò fino alla sezione dei libri di incantesimi. Mentre riponeva sui rispettivi scaffali i grandi libri polverosi, i suoi occhi caddero ai piedi dello scaffale. Questo, non poggiando a terra, lasciava lo spazio giusto per inserire una mano. Dallo spazio fra la parete carica di libri e il pavimento spuntava un triangolino bianco. Si abbassò e allungò una mano. Afferrò l'oggetto, che si rivelò essere una busta bianca. Identica a quella che stavano cercando di aprire da quasi due settimane.
Non provò ad aprirla, ma si affrettò nel raggiungere i suoi amici, che l'aspettavano al tavolo su cui stavano studiando.
《Credo di aver trovato qualcosa.》Affermò con le sopracciglia aggrottate.
Le sottili dita della ragazza ruppero il sigillo, un semplice sigillo nero, senza qualcosa che potesse servire a capire almeno da dove provenisse.
Si sorpresero di quanto le fu facile aprirlo. Al suo interno, un foglio di pergamena. Una calligrafia sgarbata, poco graziosa e per niente ordinata, ricopriva l'intero foglio. Hermione iniziò a leggere ad alta voce.
《Tic-tac-tic-tac,
Del numero perfetto, aurore.
Guardatevi le spalle, abbiate timore.》lo sguardo serio e preoccupato della riccia si alzò, incontrando quello degli amici, tutti uguali al suo.
《Chi vuole una Burrobirra?》

***
Mezz'ora dopo i cinque ragazzi erano seduti attorno ad un tavolo con le loro bevande davanti al naso.
《È senza alcun dubbio un indovinello.》esclamò silenziosamente Ron. La mora era tentata di urlargli che l'avevano capito anche loro, ma gli occhi chiari del suo amato la addolcirono.
《L'avevamo capito, Ronald.》Rispose invece Ginevra, sua sorella.
《La seconda parte è molto chiara: i Mangiamorte ancora in circolazione vogliono attaccare. Secondo lui/ lei dovremmo temerli. Ma la prima parte è così poco chiara...》rifletté Harry, ad alta voce.
Hermione si passò una mano tra i capelli; era troppo stanca per riflettere sul biglietto, ci avrebbe pensato il mattino seguente.
Per i minuti che seguirono ci fu silenzio, poi il campanellino tipico di quando si apriva la porta del locale suonò.
I ragazzi non fecero molto caso al tintinnio acuto, ma la strega più brillante della sua età si accorse delle presenze in più nel locale: Pensy Parkinson e Astoria Greengrass si sedettero al bancone, su comodi sgabelli di legno. Le due ragazze notarono lo sguardo di Hermione su di loro.
Gli occhi verdi di Pensy si assottigliarono, le labbra si distorsero in una smorfia di disgusto. Astoria si voltò, seguendo lo sguardo dell'amica, facendo svolazzare i suoi bei capelli color del cioccolato. La pelle diafana e le ciglia scure e lunghe la facevano sembrare una dea.
Hermione provò una sensazione fastidiosa allo stomaco e alla gola, bruciava dentro di lei, corrodeva, faceva paura. Invidia. La bella e intelligente strega era invidiosa di Astoria Greengrass. Quando riconobbe il sentimento che stava provando, quasi si vergognò di sé stessa.
È una Serpeverde altezzosa. Non posso essere invidiosa di lei.
Pensò, ma quella brutta sensazione non voleva proprio andarsene.
Le due amiche distolsero lo sguardo pieno di ribrezzo dal gruppo e presero a chiacchierare a bassa voce.
《Parkinson e Greengrass. Chissà se torneranno ad Hogwarts.》La frase di Ron fu l'ultima del resto del pomeriggio, poi tornarono a casa, immersi nei loro pensieri.

***

Draco Malfoy afferrò la sua bacchetta con mano ferma, si alzò dalla poltrona su cui era seduto e uscì dal salone. La sua arma, ormai, lo seguiva ovunque andasse, persino negli spostamenti nella sua casa. Salì i gradini che portavano all'ala est del piano superiore. Da piccolo si divertiva a contarli e ricontarli. 27. Erano 27.
Giunto al piano superiore seguì il corridoio dritto, per poi svoltare a destra nel corridoio tra la porta di uno dei bagni e quella dello sgabuzzino, usato dagli elfi domestici.
La prima porta a destra era quella di sua madre. Per la prima volta dopo una settimana ebbe il coraggio di bussare alla porta. Un flebile 'avanti' lo portò a fare una leggera pressione con la mano grande e pallida sulla maniglia. La porta si aprì, rivelando l'enorme camera da letto sui toni del nero e dell'argento. Gli ricordava un po' sua madre, quella stanza, ma ci era entrato talmente poche di quelle volte che fu la prima volta che ci fece caso. Narcissa Malfoy sembrava un pezzo della stanza, si confondeva con le pareti e con la copertura del letto. Il biondo quasi faticava a vederla.
La donna teneva tra le mani un vecchio libro, la postura era rigida e gli occhi attenti rivolti all'oggetto che aveva nelle mani.
《Come stai?》Le chiese Draco. Era l'unica donna che sarebbe mai stato in grado di amare, l'unica della sua vita. Gli aveva donato affetto, anche se dall'esterno nessuno lo avrebbe mai detto, quando aveva ricevuto solo odio e disprezzo.
《Come sempre, Draco. So che gli Auror stanno passando spesso e, con loro, la mezzosangue. Come hai potuto permettere che entrasse in casa nostra?》Il tono della donna era soave, ma la sua espressione era parecchio innervosita.
La signora Malfoy non discriminava poi molto i mezzosangue, ma da quando gli avevano portato via il marito, non poteva non odiarli.
《Scusami, madre. Cercherò di non non farle più mettere piede in casa, promesso.》Rispose il giovane, sussurando. Narcissa ripose la sua attenzione sul libro che stava leggendo prima che arrivasse suo figlio. Quella fu la tacita fine della conversazione.
Draco scese le scale, ma non si fermò al primo piano: andò nel seminterrato. Passò per quella stanza. Poteva ancora sentire le sue urla. Andò alle prigioni e, come ormai faceva ogni giorno, si chiuse in una cella e fece vagare a lungo i suoi pensieri tra le sbarre metalliche, celati nelle ombre più nascoste.

Angolo Autrice.
Ciao ragazzi, scusate se ho pubblicato così tardi rispetto all'ultimo aggiornamento, ma questo è un periodo bruttissimo per me.
Il titolo di questo capitolo rappresenta come vorrei essere adesso. Vi chiedo di avere un po' di pazienza,
Scusate ancora,
Baci,
-M💕

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