"I could lift you up
I could show you what you want to see
and take you where you want to be
you could be my luck
even if the sky is falling down
Iknow that we'll be safe and sound."
-Safe and Sound, Capital Cities.
Traduzione:
"Potrei sollevarti
potrei mostrarti quello che vuoi vedere
e portarti dove vuoi essere
potresti essere la mia fortuna
anche se il cielo sta cadendo giù
so che saremo sani e salvi"
A mezzanotte e sette minuti Hermione e Draco erano usciti dall'ufficio della Preside. Hermione si torturava le mani sudaticce, guardava un punto fisso indefinito nel muro di fronte a lei, come se da quel muro cercasse certezze e rassicurazioni che il compagno di scuola seduto poco distante da lei non sapeva darle. Lui, dalla sua parte, non osava sfiorare neanche per sbaglio la figura femminile. Non aveva mai alzato le mani contro qualcuno, al massimo la bacchetta, tanto meno contro una donna. E per quanto quella donna potesse essere a suo parere indegna, odiosa, saccente, insopportabile e Mezzosangue era davvero andato contro il suo ideale che superava ogni cosa. Era orgoglioso, troppo orgoglioso per chiederle scusa. Per carità, un Malfoy non lo faceva mai. Ma, se non l'avesse fatto, non si sarebbe dato pace. I sensi di colpa lo avrebbero divorato come un leone con una zebra. In modo feroce, soffocante, pericoloso, mortale.
Non aveva il coraggio di alzare lo sguardo su di lei, ma l'aveva già osservata con scaltrezza in passato e sapeva bene che, in situazioni come quelle, lei fissava qualcosa di indefinito e rimaneva immobile, gelida nella sua postazione. In base al livello di nervosismo si torturava le mani oppure le teneva serrate in due pugni sulle gambe solitamente piegate.
Erano quelli i momenti più fragili di Hermione. Non quando urlava, piangeva o si esprimeva. Quelli erano i suoi momenti più forti.
Era debole quando non parlava, aveva lo sguardo spento e il volto senza espressione. Era debole quando si comportava come un automa senza volto, con la bocca cucita. Era debole quando si comportava da marionetta gettata in un angolo della valigia dell'artista, dimenticata nei meandri della polvere e dell'oscurità del palcoscenico, con un braccio o una gamba staccate. Era debole quando faceva la finta forte, quando fingeva che niente potesse scalfirla. Era debole quando il suo fiato non si mescolava a quello del vento e quando il suo volto era dello stesso colore di cui sono fatte le nuvole.
Draco, però, tutto questo non lo sapeva ancora. O meglio, non del tutto. Aveva infatti percepito in minima parte ciò, ma non se ne era reso conto.
Forse avrebbe dovuto chiederle scusa, forse non avrebbe dovuto farlo.
Sospirò, trovò il coraggio di guardarla. Lei era una guerriera dall'armatura fatta di sorrisi e dalla spada di anima.
E lui era lo stratega con la mente maliziosa e il braccio cattivo.
La guerriera e lo stratega. Complici, ma nemici.
«Granger.» Le labbra di Draco si mossero prima che lui potesse impedirlo.
Hermione non si mosse, non spostò lo sguardo dal muro, ma un impercettibile movimento del capo gli fece capire che lo stava ascoltando.
“E ora? Sono uno stupido. Perché diavolo non mi sono stato zitto?Per me, ovviamente, la tua coscienza. Ti tormenterò fino alla morte se non le chiederai perdono seduta stante.
Cosa devo fare?
Avvicinati, non troppo per non farle prendere confidenze, rifilale un bel discorsetto sui tuoi ideali e le avrai chiesto scusa senza farlo davvero. Vedrai, non se ne accorgerà.
Sei la mia coscienza, ma sei alquanto idiota. È la Granger, se ne accorgerà.
Tentar non nuoce”
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Life.||Dramione
FanfictionTratto dal prologo: "Probabilmente vi sarete chiesti innumerevoli volte che cosa sia la vita. Lo avrete cercato nei libri, lo avrete chiesto ai vostri genitori, avrete desiderato così tanto saperlo da non accorgervi che la risposta è proprio sotto...