18- Poison.

222 15 0
                                    

"Count my cards, watch them all
Blood on a marble
I like the way they all
scream."
-

You should see me in a crown, Billie Eilish.

Aveva il cuore pesante. La sua anima si stava annerendo, si sentiva male.
Non avrebbe voluto mai essere così.
Uscì all'esterno scavalcando il muretto posto sotto una degli archi di un corridoio che dava sul giardino.
Sarebbe finita in un mare di guai se qualcuno l'avesse scoperta, ma, in quel momento, non gliene importava.
Si appoggiò al tronco di un albero in un punto imprecisato in mezzo all' erba.
Si accasciò a terra. Aveva la sguardo vuoto, perso a fissare i fili che di giorno erano tinti di un verde brillante e di notte di un argento cupo.
Alzò lo sguardo verso il cielo: era un po' nuvoloso, ma qualche stella si poteva comunque vedere.
Controllò l'orario: erano le undici e mezza, fortunatamente il giro di Ronda sarebbe terminato in mezz'ora.
Diede un altro sguardo alla Mappa del Malandrino. Tutto tranquillo.
Tranne lei.
Dopo un po' decise di rientrare e cominciare ad incamminarsi verso l'ufficio della McGonagall.
A mezzanotte e quattro minuti, Hermione era nel suo letto, con le palpebre pesanti e la testa annebiata da una coltre di sostanza nera, chiamata odio.

***

Draco Malfoy non dormì.
C'era qualcos' altro oltre gli incubi per la solita motivazione, quella notte.
Lo sentiva, ma non capiva che cosa lo affliggesse tanto di diverso dal solito.
C'era una vocina, però, nella sua coscienza che sapeva cosa stava accadendo, diceva:
"Le parole della Grenger, ti stanno entrando sotto la pelle come veleno."
Ma lui, volutamente, la ignorava.
Si rigirava e rigirava nelle coperte, ma niente, non riusciva a sfiorare neanche con un dito le braccia di Morfeo.
Si alzò di scatto.
Non pensò neanche per un secondo al suo stato mentale, né a quello fisico. Doveva solo uscire.
I corridoio sembravano immersi in una sostanza densa e appiccicosa, chiamata buio.
Si intravedevano le luci affievolite delle candele che illuminavano, talvolta, una piccola parte di qualche quadro.
Alla fine del corridoio dei sotterranei, però, Draco si sentì osservato.
Si girò, gli parve di vedere un'ombra, ma pensò che, come al solito, la sua mente gli stava facendo brutti scherzi.
Stava per riprendere a camminare quando una voce che aveva sentito per sette lunghi anni lo spiazzò.
《Draco.》Era lui.
Il ragazzo si chiese come mai avessero deciso di mettere il suo quadro proprio lì.
《Professor Snape.》Dalla sua voce trasparivano stupore e incredulità.
《Sai che è proibito andare in giro per i corridoi a quest'ora.》Sentenziò con la sua solita voce.
A Draco scappò un piccolo risolino, che durò meno di un attimo.
《Devo darti un avvertimento.》
Ancora più stupito, il biondo guardò il quadro del suo professore.
《Guardati le spalle. Sempre.》
All'improvviso Severus Snape scomparve lasciando il Serpeverde con un senso di inquietudine dentro.

***
Hermione si stropicciò gli occhi, accompagnando l'azione con un sonoro sbadiglio.
Appoggiò la testa sulla mano sinistra e, con quella destra, girò il cucchiaino nella tazza di cappuccino fumante, con gli occhi socchiusi. Si era svegliata troppo presto, quella mattina.
《Hey, hai sonno?》Le chiese Harry.
La mora annuì piano. Non sapeva come avrebbe fatto a seguire le lezioni, quella mattina.
Sbadigliò ancora.
Ad un tratto i suoi occhi furono catturati da una presenza vicino la porta della Sala Grande.
Una chioma bionda stava andando a sedersi al tavolo dei Serpeverde.
La sua testa le urlava di distogliere lo sguardo all'istante, ma lei sembrava in trance.
Si riscosse, distratta da Ginevra. Nel momento in cui si accorse di quello che aveva fatto, si maledisse, dando, però, la colpa alla stanchezza.
《Herm, ti ho sentito alzarti stamattina, ma era molto presto. Non hai dormito bene?》Le chiese premurosamente la sua migliore amica.
《No, è che la Ronda è stata decisamente stancante.》inventò.
In realtà sapeva benissimo che il suo malessere non aveva nulla a che fare con il giro d' ispezione.
Guardò Ronald.
Stava notando che il suo fidanzato non le prestava tanta attenzione.
Certo, non dubitava del suo amore, c'era sempre qualche momento dolce tra loro.
Ma ultimamente stavano diminuendo gradualmente. Hermione si sentì triste: che cosa c'era di sbagliato in lei?
Perché, come una rosa, era avvolta da spine più affilate dei coltelli, così intrise di un veleno che, sentiva, stava diventando ogni giorno più potente?
Quelle sue spine facevano allontanare tutti e quel processo di isolamento era lento, per farle assaporare ancora di più il dolore puro.
La vita è un ramoscello puro in una distesa di erba. Da una parte ci sono i fili d'erba del bene, dall' altra quelli del male e sta a noi decidere dove oscillare.
Alcune volte, però, pur agendo in modo benevolo, alcuni fili d'erba appartenenti al male s'infiltrano dall'altra parte, mascherandosi da buoni.
Allora il ramoscello, che è la nostra vita, comincia ad ammalarsi.
Quando è sommerso dal male, allora, si spezza. A meno che non ci sia qualche altro ramoscello pronto a prendersi un po' del suo male, così da non farlo spezzare.
Ma chi mai si avvicinerebbe di propria spontanea volontà, pur sapendo che si farà male?
Un innamorato, ovviamente.
Ho sempre pensato, perciò, che ogni essere umano sia un ramoscello e che abbia dentro di sé bene e male. Il mondo non è diviso, quindi, tra buoni e cattivi, ma tra persone che fanno delle scelte.
Hermione, in quel momento, scelse di alzarsi dal suo posto e uscire dalla Sala Grande, con una rabbia che aveva cominciato a logorarle la carne.

Angolo Autrice.
Eccomi di nuovo qui a rompervi le scatole con un mio aggiornamento 😂😂. Scusate se il capitolo è un po'corto (mi farò perdonare, giuro), ma ho vuluto scrivere un capitolo di passaggio che, però serviva soprattutto a far emergere lo stato d'animo dei protagonisti. Lasciate una stellina se vi è piaciuto e scrivetemi se vorreste capitoli del genere anche su Luna, Harry, Ron, Ginny ecc...
Al prossimo capitolo,
Baci,
-M💕

Life.||DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora