Non so dove sono, non capisco che giorno sia, da quanto sono qui e non conosco l'uomo che mi ha portata in questo posto.
Sento solo che gambe e braccia sono indolenzite e la testa é leggera.
Quante volte ho visto queste scene nei film e nelle serie tv che tanto amo...
Sono terrorizzata perchè non riesco nemmeno ad immaginare cosa possa volere da me. Perchè mi ha portato qui? Perchè ha incendiato casa mia?
L'ha fatto quando io ero fuori, quindi, a quanto dicono i carabinieri, non voleva farmi del male, allora cosa ci faccio qui?
È una sensazione terribile non sapere dove sei, che giorno e che ore sono e soprattutto essere sola.
È così che si sentono i carcerati in isolamento? È una tortura psicologica, adesso capisco quanto possa essere destabilizzante trovarsi in una situazione simile.
Ripenso alla mia vita, a ciò che ho fatto fin'ora e a ciò che avrei voluto fare. È in momenti come questi, quando non sai se avrai un domani, che capisci di aver commesso errori, di avere dei rimpianti. Avrei voluto ripagare i miei genitori per tutto quello che hanno sempre fatto per me. Avrei dovuto chiamare mia sorella e ringraziarla per i suoi consigli. Avrei voluto aprire il mio cuore a Nathan.
Cogli l'attimo, carpe diem...
Quanti attimi sprecati, quante occasioni mancate.
*
Sento dei passi. Un uomo sta venendo verso di me.
- Mi dispiace, non avrei voluto coinvolgerti, ma non ho avuto scelta. -
Ha una voce così profonda, bassa, carica di dolore e rabbia.
- Cosa vuoi da me? Lasciami andare ti prego! -
Le lacrime iniziano a rigarmi il viso, non riesco a trattenerle. Ho paura, ho ancora così tante cose da fare.
- Sei come la mia bambina. Solo che lei non c'é più. -
- Ti prego, non sei costretto a fare nulla, la tua bambina non avrebbe voluto che tu facessi questo. -
Devo provare a convincerlo, devo riuscire a farlo ragionare.
- Stai zitta, TACI!!! Non sai niente. -
Si allontana e ogni mia speranza se ne va con lui.
Credo di essermi addormentata o di aver perso i sensi, perchè quando apro gli occhi c'é una luce puntata su di me, proprio al centro della stanza.
- Giselle! Come stai? Stai tranquilla, riuscirò a tirarti fuori da qui. -
Mi volto di scatto. Quella voce io la conosco. Ma quando lo vedo, mi sembra di sentire una lama trafiggermi il cuore.
Nathan é poco distante da me, ha i polsi legati ad una corda, che lo costringe a stare in piedi, sulle punte. È appeso al soffito e ha un occhio gonfio e viola.
- Oh mio Dio! Nathan, cosa ti é successo? Cosa fai qui? -
Vederlo così sofferente mi dilania il cuore.
- È tutta colpa mia, non devi preoccuparti per me. -
Vorrei tempestarlo di domande, sapere perchè non mi ha risposto per giorni, perchè mi trovo qui... Ma riesco solo a chiedergli:
- Chi è questo uomo? -
- È il padre di una bambina, morta due anni fa in un incendio. -
Non c'é bisogno che aggiunga altro. Adesso ho capito. Adesso capisco alcuni suoi comportamenti, il suo trasferimento, i suoi atteggiamenti con me.
- Non é morta, l'hai uccisa tu! E adesso proverai ciò che ho provato io, ciò che provo ogni giorno, ogni mattina ed ogni sera. -
Si avvicina a me, mi posa una mano sulla spalla e mi sussurra nell'orecchio.
- Mi dispiace. -
Nell'altra mano ha un sigaro, lo avvicina al mio braccio. La brace entra in contatto con la mia pelle e un dolore lancinante si propaga dal braccio fino al mio cervello.
- LASCIALA! Lei non ha fatto nulla. Cazzo, uccidimi, fai quello che vuoi con me, ma lei non c'entra nulla! -
Nathan continua a strattonare la corda che lo sostiene.
L'uomo accanto a me, prende qualcosa dalla tasca posteriore dei pantaloni.
È un coltello. Me lo avvicina alla gola e poi scende fino al braccio.
- Lei é come mia figlia! Anche lei non aveva fatto niente di male! -
Spinge la lama del coltello sul mio braccio e la pelle si lacera, seguendo la traettoria della lama. Il sangue inizia a scorrere e goccia dopo goccia, cade a terra.
- Ho fatto tutto il possibile, ho rischiato la vita per tua figlia! Non azzardarti a toccarla un'altra volta!!! -
- Non puoi fermarmi, cosa vorresti fare? -
Il viso di Nathan é irriconoscibile. Trasformato in una maschera di dolore, di senso di colpa, di rabbia.
Con tutta la sua forza strattona la corda.
L'uomo accanto a me scoppia in una risata amara e dai polsi di Nathan inizia a scorrere del sangue. La corda gli ha inciso la pelle.
- Nathan ti prego, smettila! Ti fai solo del male! -
L'uomo si allontana ridendo e ci lascia di nuovo soli.

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Il fuoco negli occhi
RomanceUna ragazza come tante, divisa tra il lavoro, il volontariato, gli amici e la famiglia. Due grandi passioni: la fotografia e Black, il suo alano. Giselle é una ragazza di 24 anni, ottimista e sempre pronta a cogliere le cose belle della vita. Una gi...