Sono felice. Non posso dire altro.
È passata una settimana dal ritorno di Nathan, dalla nostra chiacchierata sul divano a casa mia. Ogni sera, lavoro permettendo, mi é venuto a trovare; solo per passare qualche ora insieme, guardando un po' di tv e chiacchierando. Non mi ha mai chiesto quale fosse stato il mio problema, il motivo per il quale non gli ho risposto per giorni.
Non capisco se vuole lasciarmi del tempo o se non é interessato. Ho deciso però di andare avanti giorno per giorno. Non voglio complicare le cose con le mie mille paranoie.
Oggi Nathan é di turno in caserma per tutta la notte, così ho deciso di andare a trovare mia mamma. Già, la mia miglior confidente. È da un po' che non la aggiorno sulla mia vita e so che é curiosa, ma troppo discreta per farmi domande.
- Mamma!! Come stai? Finalmente una serata tutta per noi! -
Papà é seduto sul divano e sta guardando una partita in tv.
- Ciao tesoro! Allora non ti sei dimenticata di avere una mamma e un papà. -
È sempre stato geloso. Quando ero una bambina mi sentivo amata e pensavo che fosse lui il mio principe azzurro. Da adolescente, non sopportavo la sua gelosia, ogni sabato sera litigavamo. Adesso, che non vivo più qui, le sue telefonate e le sue battutine fi fanno piacere e mi fanno sentire una figlia amata.
Io e mia mamma andiamo in cucina, per poter parlare con tranquillità.
- Mamma, ti devo raccontare delle ultime settimane. -
Mi sorride e capisco che aspettava questo momento da molto.
Così inizio il racconto, le parlo di Tommaso, della nostra amicizia; di Jenny e del nostro distacco; di Nathan e di quanto stia bene con lui.
- Tesoro, se davvero questo ragazzo ti rende felice, sono felice per te. Sai che vivo attraverso di te, che sento quello che senti tu. Non vedo l'ora di vedere questi "profondi ed incantevoli occhi verdi". -
Non le dico che credo di essermene innamorata. Non l'ho ancora detto a nessuno e non voglio dirlo a lei. Si emozionerebbe troppo per me e fino a che non ho certezze non mi va di condividere con lei tutto ciò che provo.
Torno a casa verso le undici di sera, prendo Black e usciamo.
Come ogni sera vado al parco per fare una passeggiata. Ammetto di sentire la mancanza di Nathan, nelle ultime sere uscivamo sempre insieme, mano nella mano. Ma Black riesce comunque a distrarmi.
Questa sera é irrequieto, continua ad annusare ovunque, si guarda attorno come se si sentisse minacciato.
Non é da lui comportarsi così, quando lo lascio libero nell'area cani solitamente corre come un indemoniato, ma stasera si siede accanto ai miei piedi e fissa il vuoto.
Forse non sta bene, o magari é solo stanco. Decido così di tornarmene a casa.
Appena uscita dal parco sento uno scoppio, dei vetri frantumarsi e delle grida. Black mi trascina verso casa.
Mi sento le gambe cedere. Dal mio appartamento esce del fumo, seguito da lingue di fuoco che si fanno strada dalle finestre.
Vedo sul marciapiede i miei vicini.
- Giselle, ma cosa é successo? Hai lasciato il gas acceso? -
Corrono tutti attorno a me, mi tempestano di domande. Sono certa di non aver lasciato nulla di pericoloso. Non ho cenato a casa, quindi non può essere stato il gas. Siamo alla fine della primavera, il riscaldamento non lo accendo da marzo, dunque non può essere nemmeno la caldaia.
Cerco in tutti modi di ricordarmi quando sono rientrata a casa.
Black era seduto vicino alla finestra, la casa era in ordine come al solito.
Il suoni delle sirene dei pompieri e dell'ambulanza mi risvegliano.
Corrono su per le scale e con gli idranti cercano di spegnere l'incendio. Il getto d'acqua arriva fino alle finestre e pian piano le fiamme muoiono.
Il mio appartamento, prima bruciato ed ora allagato.
- Giselle! Cosa è successo? Stai bene? Non eri in casa vero? Grazie a Dio! -
Nathan mi travolge, non ha ancora smesso di parlare, ma non riesco ad ascoltarlo, non riesco a concentrarmi su ciò che sta dicendo.
Ho una sensazione strana, il comportameto di Black, il mio appartamento... E se non fosse stato un incidente?
- Giselle, mi senti? Mi stai ascoltando?! Diego adesso deve salire in casa per accertarsi della sicurezza dell'appartamento, poi ti farà qualche domanda di prassi. -
Certo, ma la mia casa é distrutta. Le finestre soni andate in mille pezzi, persino da qui si vede che le pareti sono tutte nere, e quello che non ha distrutto il fuoco sicuramente l'ha rovinato'acqua.
- Nathan, ero fuori con Black. Ma cosa è successo? -
- Ti sei dimenticata di spegnere il gas? Hai lasciato qualcosa di acceso? Qualunque cosa... -
Scuoto la testa.
- Nathan sono rientrata poco fa, sono andata dai miei genitori e appena rientrata a casa, ho preso Black e sono uscita. -
Vedo Nathan cambiare espressione, si avvicina a Diego e iniziano a parlare. Sembrano agitati.
Mi avvicino per sentire cosa stanno dicendo.
- Nathan in casa sembra tutto a posto, domattina faremo una perizia più approfondita, ma in casa abbiamo trovato questa. Dobbiamo avvertire le forze dell'ordine. -
- Capo, come può essere? É in pericolo? -
Diego ha in mano un pezzo di vetro, sembra il collo di una bottiglia di vetro. Non capisco cosa c'entrino le forze dell'ordine.
- Giselle, vuoi chiamare qualcuno? É meglio che tu vada a riposare dai tuoi genitori o a casa di un'amica e domattina dovrai passare prima da noi e successivamente dai Carabinieri.
Sembra sia stato un incendio doloso, ma la perizia sarà eseguita domattina. -
Diego mi fa ancora qualche domanda e poi chiede a Nathan di accompagnarmi ovunque voglia andare.
- Posso stare da te? Non voglio far preoccupare i miei genitori e non so dove altro andare. -
Nathan mi sorride e mi spinge verso la mia macchina.
- Dammi le chiavi, guido io. Black può stare nel baule giusto?
Non avrei accettato nessun'altra proposta comunque. Stai da me quanto vuoi, così potrò prendermi cura di te. -
*
Sono sdraiata sul divano, a casa di Nathan, con la testa appoggiata sulle sue gambe. Ha una mano tra i miei capelli e l'altra sulla mia pancia. Mi sfiora appena come se temesse che da un momento all'altro esploderò.
- Nathan, ma non capisco... -
- Ascolta, ho parlato con Diego. Domani mi sono preso il giorno libero così ti accompagno in caserma. Ma non ci sono dubbi, si tratta di un incendio doloso. L'appartamento però non ha subito gravi danni ok? -
Non capisco nulla, non provo nulla.
- Fortunatamente eri fuori con Black. -
Sta ancora parlando, ma le mie palpebre stanno cedendo, mi scoppia la testa e sono stanca.
- Ti porto a letto. -
Mi sento sollevare e mi ritrovo nella sua stanza. Mi copre con il lenzuolo e mi bacia sulla fronte. Black é accanto al letto.
- Riposati, penseremo domani a tutto. -
Poi mi addormento.

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Il fuoco negli occhi
RomansaUna ragazza come tante, divisa tra il lavoro, il volontariato, gli amici e la famiglia. Due grandi passioni: la fotografia e Black, il suo alano. Giselle é una ragazza di 24 anni, ottimista e sempre pronta a cogliere le cose belle della vita. Una gi...