Parigi.
Parigi é la città dell'amore.
La città dell'arte, della pittura, della cultura.
La città dei single, la città delle famiglie, dei ricchi e dei poveri, di artisti e di senza tetto, di banchieri e di modelli.
Parigi é anche la mia città.
La città che mi ha rapito il cuore, che ha affascinato la mia mente e alimentato le mie fantasie.
Dico tutto questo a Nathan, non smetto di parlare nemmeno per riprendere fiato.
Gli racconto del mio primo viaggio a Parigi, con mio papà, delle nostre avventure e delle mie emozioni.
Per tutta la sera non ho fatto altro che parlare, sorridere, guardarmi attorno affascinata e parlare e sorridere ancora.
- Crocerossina, prendi fiato, fai un respiro profondo e calmati. Siamo a Parigi e ci rimarremo per una settimana. Non te le porta via nessuno. -
Nathan sembra felice di vedermi così entusiasta e allegra.
- Nathan, perdonami! Per tutta sera non ho fatto altro che parlare e parlare. Scusa, ora parla un po' tu! -
Lo so, lo so. Avevo organizzato tutto per lui, per fargli una sorpresa, ma alla fine sono io a sembrare una bambina in un negozio di caramelle.
- Giselle, non c'é niente di più bello, che vederti felice, spensierata e allegra, soprattutto dopo ciò che hai passato. Continua a parlare, a ridere ed entusiasmarti, perchè é questo il tuo regalo per me. -
Mi prende per mano e ci avviamo verso la Tour Eiffel.
È quasi mezzanotte, l'aria é tiepida e si sta benissimo.
La Tour Eiffel é tutta illuminata, sembra un grandissimo faro nel bel mezzo di un mare di strade ed edifici, non servono cartine, guide o itinerari, basta dirigersi verso la fonte di luce davanti a noi, che illumina a giorno le vie vicine.
Arrivati sotto questo magnifico monumento, prendiamo i biglietti e saliamo a piedi.
C'é la possibilità di prendere l'ascensore, ma io e Nathan concordiamo su di una cosa: il panorama che offre la Tour Eiffel non é lo stesso se non si fatica un po' per raggiungerlo.
Un po' come nella vita; ottenere qualcosa di meraviglioso facilmente, ti rende felice solo in parte, ottenerlo dopo aver faticato é tutta un'altra storia.
Dopo un'infinità di gradini, arriviamo al terzo piano. Le poche persone che ci sono, oltre a noi, sono coppiette o piccoli gruppi di amici.
Con il fiatone e dolori ai muscoli delle gambe, ci avviciniamo ad un lato della "terrazza" per poter ammirare Parigi di notte.
Nathan mi prende per i fianchi e si mette alle mie spalle.
A questa altezza, c'é parecchio vento e l'aria non è tanto calda; ma avere lui, che mi abbraccia e mi tiene a sé mi riscalda il cuore.
Davanti a noi si estende l'intera città, in una danza di luci, di colori e profumi.
Si sente il vociare francese, il rumore dell'acqua della Senna ed i traghetti che lo percorrono.
Non é solo la città più bella a presentarsi ai nostri occhi, ma il mondo intero. Mi sembra di essere tornata bambina, quando seduta sle gambe di papà pensavo di essere una regina, La Regina, invincibile, fortunata e amata.
L'uomo che mi ha stregato il cuore é qui con me, sto dividendo con lui tutto questo, ma più che dividere mi sembra di moltiplicare. Le sensazioni che provavo da sola, con lui si moltiplicano all'infinito.
- Giselle, se potessi, verresti a vivere a Parigi? -
Nathan parla talmente piano che quasi non lo sento.
Mi volto e guardandolo negli occhi, cerco una spiegazione sensata alla risposta che sto per dargli.
- No, Nathan. Non é facile da spiegare, ma quando vivi in una città, dai per scontato tutto ciò che ti circonda. Perde un po' di quella magia che ha. Quante persone vivono qui e non hanno mai visto tutti i meravigliosi monumenti? Quanti vanno al lavoro, poi tornano a casa dalle loro famiglie senza soffermarsi o fermarsi a guardare davvero questa città?
Parigi é magica, non voglio che diventi una città come un'altra. Non voglio abituarmi all'atmosfera che c'é qui, non voglio passare la mia vita qui perchè perderei l'entusiasmo che ho ora. So che sembra incoerente, ma piuttosto mi trasferirei in una città vicina. Così potrei visitare Parigi più spesso, senza però dimenticarmi delle emozioni che regala. É una città troppo speciale per meritarsi l'indifferenza della vita quotidiana -
Spero di essermi spiegata al meglio, perchè credo di non poter fare di più.
Dal suo sguardo capisco che ha capito, gli brillano gli occhi, sembra essere stato contagiato dal mio entusiasmo.
- Giselle, credo di essermi innamorato di te di nuovo. Pensavo di amarti, ma adesso, se possibile, ti amo ancora di più. Ti ho amata quando eri arrabbiata, quando eri triste, nel letto d'ospedale, al parco con Black, ma qui, adesso amo la tua gioia di vivere, la tua incredulità difronte alla vita, alla bellezza di Parigi, amo il tuo essere entusiasta e felice come una bambina e il tuo sorriso mentre ammiri questa città. -
Ho un sorriso talmente grande che potrei mangiarmi non solo Parigi, ma la Francia intera; e talmente tante lacrime di gioia da poter inondare l'Europa, tutto grazie a questo uomo.
Oh Parigi, grazie, grazie davvero.

STAI LEGGENDO
Il fuoco negli occhi
RomantizmUna ragazza come tante, divisa tra il lavoro, il volontariato, gli amici e la famiglia. Due grandi passioni: la fotografia e Black, il suo alano. Giselle é una ragazza di 24 anni, ottimista e sempre pronta a cogliere le cose belle della vita. Una gi...