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Sono passati 4 giorni da quella sera.

La serata più emozionante della mia vita.

Oggi accompagno Giada a fare shopping.

Ci incontriamo al centro commerciale e la mia sorellina é raggiante. Ha sempre sognato di andare a New York!

Tra un camerino e l'altro, un vestito e un jeans, mi descrive l'itinerario della sua vacanza.

Dopo 3 ore decidiamo di andare a prenderci un caffè,  finalmente.

- Ho parlato solo di me, ma non pensare che non mi sia accorta del tuo umore, vuoi dirmi cosa succede? -

Sembra sempre concentrata su se stessa, ma in realtà é un'ottima osservatrice.

In breve le racconto di Sabrina e Alex e di cosa é successo tra me e Nathan.

Non ha ancora aperto bocca, così continuo con il mio racconto e la mia sfilza di dubbi.

- Giada, mi conosci, sai come sono fatta. Ma quando c'é Nathan mi sembra di essere un'altra persona. Sai che mai con nessun ragazzo, dopo quella volta mi sono spinta oltre. Con lui non é successo nulla, ma solo perchè se ne é andato, Giada io non mi sarei fermata. -

Ho dato voce ai miei pensieri.

- Gisy, non deve spaventarti, anzi é un grosso passo avanti e lo sai anche tu. Ti ho sempre detto che saresti dovuta andare da uni psicologo. Ti aiuterebbe ad affrontare il problema. -

Non parliamo mai di questo. È un argomento tabù.

- Ora devo andare. Tra poco inizio il turno alla Croce Rossa. -

Giada mi guarda preoccupata, capisco che non sa come affrontare la cosa.

- Giselle, non puoi chiuderti così. Affronta il problema,  Jack é storia passata,  non puoi farti condizionare. -

Appena pronuncia quel nome, scatto in piedi, le do un bacio sulla guancia e corro via.

Arrivata al parcheggio, salgo in macchina appena in tempo. Le lacrime iniziano a scorrermi sulle guance, scendono sul mento e cadono sui miei pantaloni.

Non riesco ad affrontare il problema. Da quando é accaduto cerco di non pensarci e di solito funziona. Non mi ha mai dato problemi, ma adesso, con Nathan, riaffiora tutto.

Mi arriva un sms e tra le lacrime lo apro. È di mia sorella.

《 Giselle, mi fai preoccupare. Lo so che non ti piace parlarne, ma non é così che risolverai le cose. Pensaci perfavore e chiamami, lo sai che per te ci sono sempre. 》

Non capisce,  non sa cosa si prova. Avevo 19 anni quando è succeso e lei e Jenny sono le uniche persone che sanno come sono andate le cose, ma nessuna delle due riuscirà mai a capirmi fino in fondo.

《 Giada va tutto bene, non preoccuparti. Ci sentiamo presto! 》

Accendo il motore e vado a casa.

Fortunatamente questa sera sono di turno, almeno avrò la mente occupata e non me ne starò a casa da sola a piangere e ad autocommiserarmi.

È per questo che sono così impegnata. Quando sono a casa da sola ho il tempo di pensare a me stessa, se mi tengo occupata su altro, invece, mi distraggo.

Non posso permettermi di pensare a Jack, a quanto accadde. Non voglio autodistruggermi e so solo che l'unica cura é evitare l'argomento, sempre e con chiunque.

Il fuoco negli occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora