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Non appena se ne fu andato l'uomo che ci teneva prigionieri, Nathan mi raccontò cosa era successo.

Era scoppiato un incendio in una villetta, dovuto al malfunzionamento della caldaia. Intervennero i Vigili del Fuoco e riuscirono a portare in salvo un uomo, sua moglie e uno dei loro figli. La più grande, aveva circa 12 anni, si era chiusa in camera sua per proteggersi dal calore soffocante delle fiamme. Nathan provò a sfondare la porta, ma il caposquadra dei pompieri gli ordinò di uscire immediatamente, la struttura non avrebbe retto, stava per crollare.

Nathan non rispettó l'ordine e rimase in quella casa, cercando di salvare anche la piccola. Dopo qualche minuto la casa crollò e Nathan venne ritrovato quasi subito, non era in gravi condizioni, ma aveva riportato ustioni di secondo grado alle mani e in parte sulla schiena.

Venne anche sospeso per non aver rispettato l'ordine del suo caposquadra e successivamente trasferito per divergenze.

*

- Nathan non é stata colpa tua. Hai rischiato la vita per quella bambina, non puoi giustificare quest uomo per quello che sta facendo.

E non capisco perchè lui se la sia presa con te. Perchè, dopo tutto questo tempo, ha deciso solo ora di vendicarsi? -

Sono spaventata, non so quello che succederà, cosa ci farà, ma sono anche preoccupata per la reazione di Nathan.

È arrabbiato e preoccupato per me, ma per quanto riguarda se stesso no. Quando quell'uomo si avvicinava a lui, nel suo sguardo qualcosa cambiava,come se pensasse che si meritava tutto questo.

- Giselle non lo giustifico, ma lo capisco, forse farei lo stesso.

Perchè solo ora? Perchè fino a poco tempo fa non c'era nessuno di importante nella mia vita. I miei genitori vivono in Francia e mio fratello si è trasferito da poco vicino a loro. -

Mi sta dicendo che non c'é mai stato nessuno, per due anni, di importante nella sua vita? Come é possibile?

- Non volevo coinvolgerti in questa faccenda, é per questo che inizialmente ero scontroso. Non posso permettermi di amare nessuno. -

È tutto così complicato, lui, il suo passato, il mio...

- Devi smetterla di sentirti responsabile per tutto ciò che accade. Non puoi certo vivere isolandoti da chiunque solo per paura che un pazzo... -

L'uomo, Giovanni, stava venendo verso di noi.

Non ho fatto in tempo a finire la frase, non sono riuscita a dire a Nathan quello che avrei voluto dirgli da tempo.

- A quanto pare ve la siete presa comoda, non siete qui per conversare!!! -

Il taglio sul mio braccio ha smesso di sanguinare, il sigaro mi ha lasciato una brutta bruciatura, ma adesso l'unica cosa che riesco a sentire è la paura per quello che potrebbe succedere.

Giovanni si avvicina a me e mi tira uno schiaffo. La guancia inizia a bruciarmi, ma non voglio fargli vedere la paura.

- Tu non sei come la mia bambina. Lei alla tua età sarebbe stata educata e bellissima. -

Deve aver sentito che gli ho dato del pazzo, non voglio certo incrementare ulteriormente la sua rabbia.

- Signor Giovanni, mi dispiace per sua figlia, ma Nathan ha fatto tutto il possibile, ha rischiato di morire per salvarla! -

In un secondo l'uomo di fronte a me, prende da terra una spranga di ferro e me la punta addosso.

- NON SAI NULLA! NON C'ERI QUEL GIORNO E NON PERMETTERTI DI GIUDICARE! -

Si scaglia su di me e l'unica cosa che riesco a sentire è il rumore del ferro contro la mia testa.

La sedia alla quale sono legata si ribalta per l'impatto e finisco a terra.

- GISELLE! -

Nathan urla il mio nome, ma io, con il fianco poggiato al pavimento, non riesco a rimanere lucida, il dolore lancinante alla testa aumenta. La poso sul pavimento e cerco con tutte le mie forze di rimanere cosciente, ma dopo qualche secondo svengo per il dolore.

***

Apro gli occhi e non vedo Nathan.

La corda alla quale era legato é ancora qui.

La paura si possessa di me e il terrore di non vederlo mai più mi fa dimenticare del martellante dolore alla testa.

- Ora vedremo cosa prova il tuo EROE vedendoti morire. Mi dispiace, nulla di personale eh, ma sei capitata tu. -

Oh mio Dio, ti prego no!

- Aspetta! Dove é Nathan? Cosa vuoi farmi? Ti prego, non sei costretto a farci del male!!! -

Non riesco più a contenere le lacrmie, il terrore e la sofferenza.

- Il tuo amato pompiere é proprio difronte a questo magazzino, l'ho legato. Così potrà assistere a tutto. Morirai bruciata e lui sentirà il dolore che provo io tutti i giorni. Mia cara, urla, urla così lui potrà sentire quanto soffri e soffrire con te. -

Prende una tanica e inizia a rovesciarla sul pavimento, lontano da me, sta girando attorno alla mia sedia.

Deve avermi tirata su mentre avevo perso i sensi.

- Ti prego, ti prego non farlo! -

Non riconosco la mia voce, così roca e spaventata.

- Ti sbagli, devo, lo devo alla mia piccola. -

Prende un accendino dalla tasca e lo accende.

Ancora qualche secondo e poi morirò.... Oh mio Dio, voglio solo uscire di qui, voglio poter abbracciare i miei genitori, poter baciare Nathan e rassicurarlo, vorrei solo che tutto questo finisse.

Non sono come quei personaggi delle serie tv che guardo. Loro mantengono sempre il sangue freddo, rimangono lucidi e affrontano tutto, anche il dolore e la morte con coraggio. Io sono una codarda, sto piangendo talmente tanto che fatico a respirare a causa dei singhiozzi. La mia mente é concentra solo su quella fiamma, appena toccherà terra, tutto prenderà fuoco.

Giovanni lascia cadere l'accendino e si allontana. Le fiamme si sviluppano velocemente, seguendo la scia tracciata con la tanica dall'uomo. In un attimo mi ritrovo circondata da una parete di fuoco.

Mi é sempre piaciuto il fuoco, mi ha sempre affascinata. Guardare la potenza di una fiammella, mi faceva sentire bene, come uno scienziato che contempla una sua invenzione o un artista che ammira la sua opera d'arte.

Il calore inizia ad essere insopportabile e il fumo riempie la stanza.

Cerco di respirare il meno possibile, ma non c'é più aria, nei miei polmoni inizia a circolare il fumo e vengo scossa da violenti colpi di tosse. Come se il mio corpo rigettasse quello che sto inspirando.

Sento dei rumori spaventosi provenire dalle colonne che sorreggono il soffito. Il fuoco ha raggiunto tutte le pareti. Probabilmente non morirò a causa del fuoco, ma a causa del crollo dell'edificio o del fumo.

Il fuoco negli occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora