Il fuoco negli occhi

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Appena ho aperto gli occhi, questa mattina, non riuscivo a capire se l'incendio del mio appartamento era stato solo un sogno o la realtà. Ma non appena mi sono guardata attorno ed ho capito di essere nella stanza di Nathan, a casa sua, i ricordi di ieri sera mi hanno travolta.

In caserma, Diego mi ha consegnato dei moduli da firmare.

- Giselle, già ieri sera é stata avviata l'indagine a carico di ignoti per l'incendio doloso al tuo appartamento. La perizia ha riscontrato che qualcuno ha gettato una bottiglia, improvvisata bomba a mano, in casa tua dalla finestra. Fortunatamente non eri in casa. Tra qualche giorno potrai rientrare nell'appartamento. Oggi dovrai passare dai Carabinieri per deporre una testimonianza. Verranno sentiti anche i tuoi vicini per capire se hanno visto qualcosa. Di qualsiasi cosa tu abbia bisogno non esitare a chiedere, intesi? -

Diego é stato gentilissimo e sembrava preoccupato per me. Ancora non riesco a rendermi conto di cosa é successo davvero.

Nathan mi accompagna dai Carabinieri, mi tiene la mano e continua a sussurarmi di stare tranquilla.

Un agente mi fa qualche domanda riguardo a cosa ho fatti ieri sera, se ho notato qualcosa di strano negli ultimi giorni. Mentre racconto, minuto per minuto la mia serata, mi viene in mente. Non ci avevo dato peso, forse é importante.

- Agente, era da qualche giorno che il mio cane si comportava in modo strano. Era sempre attento, non si allontanava mai da me. Pensavo non stesse bene, ma forse cercava solo di proteggermi. -

L'agente mi ha detto che probabilmente, chi ha scatenato l'incendio non voleva farmi del male, ma solo lanciare un messaggio.

Sulla bottiglia non c'erano impronte digitali utili, ma sulla porta di entrata di casa mia c'era incisa una frase.

"Prova a fare del tuo meglio ora"

Non riesco ad immaginarmi cosa significhi.

Nathan, accanto a me, mi stringe la mano e poi mi guarda negli occhi.

- Agente e se la minaccia non fosse rivolta a Giselle, ma a qualcun altro? -

Sembra spaventato. Ma non capisco,  chi diavolo potrebbe essere così pazzo da incendiare il mio appartamento solo per minacciare qualcuno a me vicino?

Verso l'ora di pranzo abbiamo finito.

Siamo appena usciti, quando Nathan mi dice di essersi dimenticato una cosa e corre dentro.

Rimango sulle scale per qualche minuto, chiedendomi cosa avrà dimenticato Nathan, cosa ha scatenato la rabbia di una persona per volere vendetta...

- Fatto, possiamo andare. -

*

Sono a casa dei miei genitori. Mia mamma é preoccupatissima e continua a dirmi che é stato un miracolo che io non fossi in casa. Mio papà non ha ancora aperto bocca, ma dalla sua espressione capisco che è preoccupato e arrabbiato. Nathan aveva da fare, così mi ha accompagnata dai miei, si sono presentati e mi ha detto che ci sentiamo appena può.

- Amore mio, ma non hai idea di chi possa essere stato?  I carabinieri cosa hanno detto? -

Trascorro la giornata rispondendo alle domande di mia mamma e cercando di tranquillizzarla. Mio papà doveva lavorare, così siamo solo io e lei.

Black é venuto con me e non si allontana mai più di un metro dalle mie gambe.

Verso cena, mi arriva un sms.

《 Ho parlato con i Carabinieri, é meglio che per qualche giorno tu stia dai tuoi genitori. Mi dispiace. 》

Nathan si é comportato in modo strano per tutto il giorno.

Continuo a pensare alla sua reazione, quando il carabiniere ci ha detto la frase scritta sulla mia porta.

Possibile che lui sappia qualcosa?

Ceno con i miei genitori e dopo aver guardato un po' di tv, vado nella mia vecchia camera.

Non riesco a prendere sonno, vorrei vedere Nathan, guardarlo negli occhi e capire cosa sta succedendo, ma non si è più fatto sentire.

Provo a chiamarlo più volte, ma c'é sempre la segreteria.

《 Nathan, vuoi dirmi casa succede? Vuoi almeno spiegarmi cosa ti é preso? 》

Decido di mandargli un messaggio sperando di ricevere una risposta, ma dopo un'ora il mio cellulare non ha ancora ricevuto nulla.