4.

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Come ha avuto il mio numero?
Magari glielo ha dato Kyung, o magari le altre...
Ormai è da due ore che mi faccio queste domande, sto andando in paranoia e non capisco nemmeno perché.

Esco dalla porta sul retro e raggiungo il campo, finché non intravedo qualcuno.
Sono loro che stanno giocando a rugby.

Mi siedo sugli spalti e li guardo, finché non si avvicina Jungkook.

«come ti sembra?» chiede sedendosi affianco a me «siamo bravi?» mi guarda sorridendo.
«siete degli atleti perfetti» dico, scatenando una sua risata «se lo dici tu» si asciuga la fronte piena di sudore.

Chissà quanto si saranno allenati per essere così tanto sudati.

«più tardi ti andrebbe di uscire?» mi propone poi «ho il permesso di uscire dalla scuola, e potremmo andare a fare una passeggiata» dice poi grattandosi la nuca imbarazzato.

Gli sorrido «va bene» mi rigiro verso il campo in cui gli altri stanno ancora giocando «passo da te più tardi allora» mi sussurra per poi alzarsi e andarsene verso i suoi amici.

Nel frattempo arriva Tae e mi prende per mano «sai giocare a rugby?» nel mentre mi trascina verso l'erba «a dire il vero non ci ho mai giocato» non mi piace tanto lo sport, l'unico che posso tollerare è la danza.

«c'è una prima volta per tutto» mi fa l'occhiolino e mi lancia la palla.

Iniziamo a fare passaggi, e non appena ricevo la palla corro verso l'altra metà del campo, mentre sono inseguita da Taehyung.
Sbadata come sono inciampo, e insieme a me cade Tae sopra di me.

Mi guarda attentamente, e il suo sguardo passa da i miei occhi alle mie labbra. Sento il suo respiro affannato e riesco a vedere le sue pupille dilatarsi. Il mio battito inizia ad accelerare e non riesco nemmeno più a controllare il mio respiro.

Jimin lo richiama e lui si alza subito, rendendomi la mano per aiutarmi a rialzarmi dopo di lui.

«tutto bene?» chiede Jin avvicinandosi, e controllando che non mi sia fatta niente «sto bene grazie» lo tranquillizzo, sorridendo.

«ok credo sia meglio tornare all'interno» afferma Namjoon per poi dirigersi insieme agli altri verso l'istituto.

Recupero la mia borsa sugli spalti e torno nel dormitorio.

*

«potevi avvisarmi!» mi rimprovera la mia compagna di stanza «ti ho cercata dappertutto» esclama poi esasperata.

«scusami, hai ragione» vado verso l'armadio prendo un paio di indumenti puliti, e poi mi incammino verso le docce.

Torno in stanza e Kyung non c'è più.
Ne approfitto per sistemarmi i capelli e mi siedo sul letto aspettando Jungkook.

Bussano alla porta e vado ad aprire.
«ciao jun-» mi blocco vedendo che non è il ragazzo che stavo aspettando «Tae?» chiedo confusa. Cosa ci fa qua?
«scusa, ma prima non abbiamo tanto parlato» dice entrando e sdraiandosi sul mio letto «e di cosa vuoi parlare?» chiudo la porta e vado a sedermi sul letto di fronte.
«non so, volevo stare un po' con te» mi sorride e inizia a giocare con le orecchie del peluche che sta sul mio letto.

Arrossisco non appena realizzo quello che ha appena detto. Gli piace stare con me?
«sei tutta rossa» dice guardandomi «ti ho fatta arrossire io?» chiede divertito per poi alzarsi e sedersi affianco a me.

Abbasso lo sguardo, mi ha appena beccata, che figura che ho fatto.

«sei bellissima anche così» mi prende il mento in modo da guardarlo negli occhi.

Proprio come prima, alterna il suo sguardo tra i miei occhi e le mie labbra. Perché si comporta così?
Si morde il labbro e distoglie lo sguardo.

«scusa» abbassa lo sguardo «non volevo metterti a disagio» si alza e va verso la porta «non dovevo venire scusa» apre la porta ed esce.

Mi alzo immediatamente e cerco di richiamarlo «no Tae aspetta» ma era già troppo lontano «cosa è successo?» mi giro e ritrovo un Jungkook confuso.

«n-no niente» chiudo la porta della camera «andiamo?» fingo un sorriso.

«certo» e iniziamo a camminare verso l'uscita.

Usciamo dai cancelli e iniziamo a passeggiare per la città.

«eri mai venuta a Seul?» chiede mettendosi le mani in tasca. Quel gesto mi ricorda Tae.
«non sono mai uscita dagli Stati Uniti» dico guardando la strada.

Non ho mai viaggiato, se non per andare dai miei parenti che si trovavano a due ore da casa mia.

«è bella l'America?» mi guarda con un sorriso «io l'ho vista solo in foto» alza lo sguardo per osservare il cielo.
«è molto bella» dico imitandolo, il cielo è particolarmente azzurro oggi «ed è diversa da come la vedi nelle foto» più ne parlo e più mi manca la mia terra.

Raggiungiamo un parco e ci sediamo su una panchina.

«mi piace questo posto» dice guardandosi intorno «è tranquillo» mi guarda negli occhi.

Posa la sua mano sulla mia, senza mai smettere di guardarmi.
Arrossisco. Non sono abituata a tutte queste attenzioni o dimostrazioni d'affetto.

«sai» si avvicina lentamente a me «credo di essermi innamorato» aggiunge.

Il suo viso si trova a pochi centimetri dal mio, posso sentire il suo respiro. Posa una mano sulla mia guancia, è calda e liscia.
Senza rendermene conto chiudo gli occhi e l'unica cosa che riesco a sentire sono le sue soffici labbra che premono sulle mie.

Si stacca rimanendo sempre a pochi centimetri da me.

«mi piaci Yoora»

𝐘𝐎𝐔𝐍𝐆 𝐅𝐎𝐑𝐄𝐕𝐄𝐑 - 𝐊. 𝐓𝐡Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora