Le rovine

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Quando mi sveglio le altre dormono ancora. Insonnolita mi alzo e mi dirigo verso il bagno. Con estrema fatica riesco a vestirmi senza muovere la caviglia infortunata. Una volta pronta, esco dal mio alloggio, lasciando le altre ancora intente a vestirsi, e vado in infermeria aiutandomi con la stampella.

Busso alla porta ed una voce risponde dall'interno: -Avanti!-

Entro e vedo il dottore che mi ha visitata ieri chino su delle carte, con un'aria pensierosa. Chiudo la porta e il medico alza la testa accogliendomi con un sorriso.

-Ah, bene! Entra, entra- mi incita, facendomi accomodare sul lettino.

Mentre prende la pomata mi chiede premuroso: -Com'è andata? Sei riuscita a dormire o hai sentito dolore?-

-Ho dormito come un ghiro- gli rispondo.

-È un buon segno- dice avvicinandosi ed inizia a sfasciarmi la caviglia.

-Te lo ha riferito Jake che oggi non potrai andare alla gita nel bosco?- domanda.

-Sì, me l'ha detto. Ma oltre me e lui, rimarrà qualcun altro al campo?-

-Gli organizzatori saranno impegnati nel controllare i ragazzi nelle varie attività. Fino all'ora di pranzo non ci sarà nessuno-.

-Nemmeno lei?- chiedo con finta speranza.

-No, devo recarmi in città per sbrigare delle commissioni che riguardano il campo. Non ti preoccupare, Jake è una persona a posto, te lo posso assicurare perché lo conosco da quando era piccolo-.

Annuisco e sorrido come se fossi sollevata. In realtà esulto mentalmente. Ho un piano per andare lo stesso alla passeggiata e piantare in asso Jacopo. Il fatto che non ci saranno organizzatori al campo mi agevolerà parecchio, perché nessuno si accorgerà della mia assenza.

-Fatto- esclama il dottore alzandosi in piedi.

-Grazie- rispondo.

Dopo averlo salutato, esco e mi dirigo verso i tavoli del buffet. Raggiungo le mie amiche e dopo aver riempito i nostri piatti con tutte le leccornie che si possono desiderare per una colazione da re, ci sediamo ad uno dei tavoli vuoti.

-Cosa hai intenzione di fare oggi al campo?- mi chiede Rachele addentando un bombolone alla crema.

-Io non rimango al campo, vengo con voi- affermo decisa.

Sto valutando se svelare il mio piano, ma una voce profonda, autoritaria e familiare esclama: -Tu non vai da nessuna parte-. Mi volto per osservare un severo Jacopo, che si accomoda al nostro tavolo, occupando il posto vuoto vicino a me.

-Se ti senti responsabile di me, potresti accompagnarmi per poi andarcene prima che loro tornino al campo-.

-Te lo scordi- dice ghignando e scuotendo leggermente la testa.

"Aspetta e vedrai" penso.

Sbuffo spazientita ed ignorandolo mi dedico alla colazione. Guardo le mie amiche e noto Maggie che sta trattenendo le risate, come se tutto stesse proseguendo secondo uno dei suoi tanti film mentali e gongolasse eccitata al pensiero di ciò che accadrà, sapendo solo lei come andrà a finire. Le lancio uno sguardo assassino, che la fa scoppiare in una grassa risata, la quale contagia anche le altre, avendo anche loro capito la situazione.

Jacopo le guarda confuso e io sto per dire loro di smetterla, quando un'organizzatrice le salva: -Ragazzi del primo corso venite qui!-

-Ciao- dicono le mie amiche, che ancora stanno ridendo, lasciando soli me e Jacopo al tavolo.

Amore sotto la lunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora