Una mattina un po' ... Strana

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Rimango incantata nel contemplare gli occhi azzurro ghiaccio di Jake. Ad una distanza così ravvicinata colgo tutte le sfumature di blu, le quali lo rendono unico. Scorgo nel suo sguardo un sentimento di desiderio e tensione, come se si stesse trattenendo. Le sue forti braccia avvicinano il mio corpo al suo e continua a cingermi la vita dolcemente, creando scintille di piacere lungo la mia spina dorsale. Quasi impercettibilmente Jake inizia ad avvicinarsi e il suo fiato caldo mi accarezza il volto. Inspiro il suo dolce ed inebriante profumo. I suoi occhi vagano sul mio volto, soffermandosi sulle labbra. Mentre si avvicina abbassa le palpebre, privandomi della vista dello specchio della sua anima. Poi mi rendo conto che quello sarebbe stato il mio primo bacio, un'esperienza unica che, a mio avviso, deve essere sperimentata con il proprio vero amore.

"Voglio davvero condividere qualcosa di così importante con lui?" penso agitata e nervosa.

Le sue labbra mi stanno quasi sfiorando quando una luce bianca si frappone fra me e Jake. All'improvviso sento il naso pizzicarmi e istintivamente mi separo da lui starnutendo forte e strizzando gli occhi. Quando li riapro, vedo la lucina volare via e curiosa mi accingo a seguirla, consapevole che l'avrei persa subito di vista, considerata la mia caviglia.

-Dove stai andando?- chiede lui nervoso afferrandomi il polso.

Avendo provato una forte scossa ed un senso di oppressione ritiro istintivamente la mano. Jake pare avere la mia stessa impressione e molla immediatamente la presa.

-Voglio sapere cos'è quella luce- rispondo.

-Luce? Quale luce?- domanda facendo il finto tonto.

-Quella che ci ha interrotto prima di ...- inizio a spiegare un po' spazientita avendo fretta ed interrompendomi perché il solo pensiero di baciare Jake mi fa arrossire per l'imbarazzo.

-Non c'è nessuna luce- controbatte lui secco e teso con un tono che non ammette repliche.

"Insomma, non c'è nessun motivo per arrabbiarsi!" penso.

-Invece sì, guarda se ne sta andando verso il bosco!- rispondo seccata dirigendomi verso gli scalini.

Jacopo si volta un attimo per guardare dove stessi indicando, per poi pararsi davanti a me dicendo: -Non c'è nessuna luce e tu non vai da nessuna parte!-

-Invece sì che c'è e io faccio quello che voglio- ribatto imperterrita, cercando di liberarmi dalla sua presa e di scostarlo con l'altra mano, ma lui me l'afferra e guardandomi negli occhi ringhia: -Non ti lascio inseguire qualcosa che ti sei immaginata con quella caviglia-.

Lo guardo a lungo. Serro la mascella e con un forte strattone finalmente mi libero.

-D'accordo, come vuoi!- esclamo irritata.

Lui mi guarda accigliato: -È inutile che fai l'offesa, sai che ho ragione-.

-Infatti ho detto che hai ragione e poi non faccio "l'offesa"-.

-Allora perché usi questo tono?-

-Perché tu per primo ti sei arrabbiato!-

-Ma quando?-

-Prima-.

-Non è vero!-

-Invece sì-.

-Dai Sofia, non fare così-, ma non gli rispondo.

All'improvviso Jacopo mi prende il polso tirandomi a sé. Le sue braccia mi avvolgono completamente e poggia la sua testa nell'incavo del mio collo, nascondendo il viso. Sbigottita rimango ferma ed immobile irrigidendomi al suo abbraccio. Rimaniamo così per un po'. Poggio le mani sulle sue larghe spalle per scostarmi da lui e guardarlo in volto, ma appena ci provo lui aumenta la presa dell'abbraccio.

Amore sotto la lunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora