Non m'interessa se là fuori troverò un Mattia malvagio. Ciò che conta ora è uscire da questa prigione lussuosa. Per prima cosa apro la portafinestra e mi affaccio al balcone. Mi trovo a quattro piani di altezza. La vista panoramica è bellissima. Un po' di radura separa il territorio della casa dal bosco, il quale si estende quasi fino all'orizzonte. In lontananza una piccola striscia azzurra e scintillante separa il cielo dalla terra. È il mare. Mi guardo intorno e noto che il tubo della grondaia scende proprio lì a fianco. Lo afferro e ne saggio la resistenza scuotendolo. Sembra stabile. Spero che il piano funzioni. È un'idea folle, più adatta per un film, ma non ho molte alternative. Rientro in camera e mi dirigo nella cabina armadio. Sul lato sinistro ci sono i vestiti estivi e su quello destro gli abiti invernali. Sono tutti ordinati in base al colore ed all'evento.
"Però! Per essere un ragazzo è ordinato. Il mio armadio, al confronto, è il caos più totale" penso impressionata.
Indosso un paio di pantaloncini, che mi arrivano sotto il ginocchio, ed un paio di calzini, anche questi troppo grandi. Sembro un pagliaccio, ma non posso di certo andarmene in giro con solo una maglietta addosso! Dopotutto se c'è qualche altro licantropo nei paraggi mi scambierà per Jacopo dall'odore, almeno spero.
Uscendo dalla cabina armadio mi dirigo verso il letto e noto il mio cellulare sul comodino. Fortunatamente lo hanno recuperato dalla tasca interna della gonna del vestito. Lo metto in tasca e poi prendo il lenzuolo. È un po' grande, ma meglio di niente. Esco nuovamente sul balcone e faccio passare il lenzuolo dietro il tubo della grondaia, fino a metà. Dopodiché cautamente mi isso sul parapetto. Mi cingo la vita col lenzuolo e poi con un doppio nodo, stretto, lego i suoi lembi dietro al tubo della grondaia. Ora che sono ben assicurata traggo un respiro profondo. Pregando che tutto regga mi aggrappo forte al lenzuolo e poggio il piede destro sul muro.
Ora o mai più.
Mi do una piccola spinta laterale e velocemente posiziono sulla parete anche l'altro piede. Il tubo inizia a cigolare.
Trattengo il fiato.
Niente.
"Bene ora è meglio che mi sbrighi!" penso.
Pian piano retrocedo sul muro tenendo il lenzuolo teso e i piedi ben piantati sulla superficie ruvida della parete. Dopo quelle che mi sono parse ore, finalmente poggio i piedi sull'erba morbida e calda. Dopo una discesa a dir poco suicida non c'è niente di meglio di una superficie solida, orizzontale e stabile sotto di sé. Senza perder tempo a sbrogliare il lenzuolo, mi sfilo da sotto e sono libera. Mi volto verso il bosco e corro a più non posso. Non lo facevo da quando mi ha attaccato Ombra, o meglio Jacopo. Chissà perché poi l'ha fatto ...? Non ho alcuna voglia di tornare indietro per chiederglielo. Ormai è solo questione di tempo prima che scopra la mia assenza e devo tornare al campo per allora. Nel momento in cui sarò circondata da altri umani lui non avrà più potere su di me, altrimenti attirerebbe troppe attenzioni e non credo proprio che sia il caso. Mi fermo un attimo per riprendere fiato.
"E adesso? Qual è la via per il campo?" penso disperata.
Caspita, a questo non ci avevo pensato! Non ho neanche il tempo di trovare una soluzione, che il rumore di animali in corsa mi scatena una scarica di adrenalina nelle vene. Voltandomi verso la direzione opposta a quella delle bestie inizio a correre a perdifiato. Non so dove sto andando, ma, come la prima sera al campo, mi stanno raggiungendo! Un lupo dalla pelliccia color cioccolato mi supera con un balzo sbarrandomi la strada. Giro su me stessa in cerca di una possibile via di fuga, ma sono circondata. Osservo i lupi, ma nessuno di loro è Jacopo. Sembrano più selvaggi e più famelici. Iniziano a ringhiare, ma uno dal manto grigio zittisce tutti con un sonoro ululato ammonitorio.
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Amore sotto la luna
WerewolfChi non vorrebbe vivere un'avventura? Magari una di quelle che si leggono nei libri, dove, magari, nasce anche l'amore ... Eppure la realtà è ben diversa dalle storie narrate: il lieto fine è incerto e non sempre l'amore è voluto. Anche Sofia voleva...