Un pranzo movimentato

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Jake guida come un pazzo per il bosco, mentre io mi reggo al sedile. Nonostante mi abbia assicurato che è praticamente impossibile avere un incidente grazie ai suoi riflessi sviluppati, io continuo a guardare la strada con occhi sbarrati, mentre evitiamo alberi e qualche povero animale che si è ritrovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Se fossimo su una pista da corsa automobilistica è possibile che mi sarebbe piaciuto da matti, ma in un bosco non è proprio consigliabile guidare ad una folle velocità.

-Ti prego rallenta!- dico dopo aver evitato un istrice per un soffio.

Jacopo ride genuinamente e poi commenta: -Rilassati Sof! Non c'è ragione per essere così tesi e te l'ho già detto: finché guido io è impossibile avere un incidente-.

-Se permetti voglio visitare la sovrana degli Spiriti del Bosco da viva, non da morta!- replico irritata ed allo stesso tempo impaurita dalla folle guida di Jacopo.

Che fine ha fatto il ragazzo iperprotettivo che non mi permette di andare in giro da sola per paura che mi faccia male?

Lui ride di nuovo e tenta di rassicurarmi stringendomi dolcemente la coscia con una mano: -Stai tranquilla Sof-.

Lo guardo come se gli fosse spuntata un'altra testa. Ricambia il mio sguardo sorridendo.

-Tieni gli occhi sulla strada ed usa entrambe le mani per guidare!- lo rimprovero terrorizzata, scacciando la sua mano.

Sogghigna, ma mi accontenta. Percepisco il fuoristrada aumentare velocità. Guardo nervosa il tachimetro e sbianco.

Se non mi viene un infarto ora non l'avrò mai.

-Ti prego Jake rallenta!- lo supplico.

-Siamo quasi arrivati, resisti ancora per un po'- m'incoraggia lui. Chiudo gli occhi ed appoggio la testa allo schienale pregando in silenzio che questa tortura finisca presto. Ho come l'impressione che Jake stia finalmente rallentando. Apro lentamente gli occhi e traggo un sospiro di sollievo: si sta fermando. Siamo in una parte più ombrosa e cupa del bosco. Rabbrividisco. Non appena Jacopo spegne il motore mi catapulto fuori dalla macchina, come ne andasse della mia vita, seguita da lui con più calma. Prendo diversi respiri tremanti e fulmino Jake con lo sguardo.

-Se ti azzardi anche solo lontanamente a guidare così qui, nel bosco, senza nessun motivo di vitale importanza, giuro che mi butto fuori dall'auto e me ne vado via in volo!- minaccio il ragazzo.

-Ammettilo che ti sei divertita!- mi punzecchia lui.

Se gli sguardi potessero uccidere credo che Jacopo sarebbe già bello che morto. Jake alza gli occhi al cielo e mi prende per mano.

-Andiamo, ci stanno aspettando- dice per cambiare discorso.

Lo seguo in silenzio, guardando le nostre mani unite. Certo che la mia è proprio piccola in confronto alla sua. Ignoro le ormai familiari farfalle nello stomaco e i brividi che mi percorrono il corpo a partire dal contatto delle nostre mani ed osservo ciò che mi circonda, cercando di guardare e non di vedere come ha detto Dei quando ci siamo conosciuti. Noto che il re Elyson ha ragione: tutto sembra più cupo e minaccioso. Camminiamo sulla terra umida per il temporale di ieri. Più andiamo avanti, più il bosco diventa fitto, finché Jacopo non si ferma davanti a due cespugli enormi. Guardo prima Jake, poi, seguendo il suo sguardo, le due piante che ci sbarrano la strada.

-Alpha Jacopo e Luna Sofia. Siamo stati convocati dalla vostra sovrana- dichiara Jake e come per magia i rami dei cespugli si spostano, lasciando aperto il passaggio per una stretta strada sterrata. Seguiamo il sentiero delimitato da enormi alberi e man mano che avanziamo sentiamo dapprima solo dei sussurri persi nell'aria, poi un gran vociare. Arriviamo in un enorme spazio all'aperto grande quanto il Colosseo. È pieno di ninfe, dai colori dei corpi diversi: alcune hanno la pelle verdognola o marrone, altre sull'azzurro. Una grande confusione regna in questo luogo. Non appena mettiamo piede in esso tutti si voltano verso di noi e tacciono all'istante. Si dividono in due gruppi, lasciandoci la via libera per passare. Noto che sono tutte donne, non c'è l'ombra di un uomo neanche lontanamente, ma percepisco Jacopo trovarsi completamente a proprio agio. Se fossi stata in lui sarei già rossa come un peperone. Mi chiedo come faccia a controllare così bene le sue emozioni, soprattutto ora che è tra tante belle ragazze, che lo mangiano con gli occhi ... No, non lo guardano in quel modo è solo la mia stupida gelosia che me lo fa credere. Sì, sono gelosa e non so perché, o meglio, non voglio ammettere il perché. Nei volti di coloro che ci circondano scorgo diverse emozioni: rispetto, diffidenza, disprezzo, compassione, sollievo ed anche curiosità. Giungiamo in fondo, davanti al trono della sovrana degli Spiriti del Bosco. È di semplice legno scuro con intagli eleganti e raffinati. Su di esso siede una bellissima donna dai capelli neri come la pece, tagliati in un caschetto con le punte davanti più lunghe e dagli occhi azzurri come il cielo d'estate. Indossa un semplice abito verde pallido che le accarezza il corpo ed un paio di bracciali d'oro, così come i grandi orecchini a cerchio. Siede dritta e composta, con lo sguardo attento ad ogni piccolo particolare. Al suo fianco un'altra donna dai capelli castano chiaro con riflessi biondi è in piedi, con un bellissimo abito azzurro, ed una mano appoggiata allo schienale del trono. Vicino a noi, sulla destra ci sono Sara e Nicola che paiono sollevati dalla nostra presenza. Rimaniamo in silenzio, mentre io e la sovrana ci guardiamo negli occhi soppesandoci a vicenda.

Amore sotto la lunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora