Lost Boy.

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QUALCHE ANNO DOPO.

''Tomlinson, puoi venire un attimo?'' Liza della reception richiamò la mia attenzione, mentre trascinavo dietro l'enorme sacco della spazzatura che mi era stato incaricato di gettare. ''Ho un compito per te'' continuò, mentre con il fiatone la osservavo.

''Se mi dai cinque minuti butto questa roba e torno da te'' le dissi, camminando verso la porta per il retro dell'hotel. Alzai l'enorme coperchio e gettai la busta nera, pulendomi consecutivamente le mani sulla divisa. 

Lavoravo in un hotel da ben tre anni, e mi ero trasferito in California. Mentre Zayn e Liam erano andati a convivere e Niall era fidanzato e felice, io lavoravo in un hotel, ed ero solo.

Camminando velocemente tornai dalla ragazza, la quale mi fece gesto di avvicinarsi a lei. 

''Dimmi, che succede?'' Sospirai forte, quando mi passò un fogliettino con delle ordinazioni scritte su di esso. ''A chi devo portare questa roba?''

''Al quarto piano, stanza 576, il signor Edward- dicono sia un figo'' disse colpendo la sua spalla con la mia, ed io alzai una mano verso di lei bloccando i suoi gesti, poi corsi a prendere la roba, e la cosa che più mi infastidiva era quell'acqua Fuiji, che altro non era se acqua, ma no, spendiamo trenta dollari per del liquido trasparente che neanche ti sballa.

Oltre all'acqua, un pacco di Oreo e-

Una banana?

Senza divulgarmi troppo con gli giudizi, poggiai tutto sul carrellino, e presi l'ascensore dritto al quarto piano. Nell'ascensore, non potei far altro che notare come quella divisa blu fosse principesca e ridicola sul mio corpo, sembravo un coglione tirato fuori da un libro di fiabe. 

Il 'tin' rumoroso dell'ascensore, annunciò il mio arrivo al quarto piano, e la seconda porta sulla sinistra, fu proprio la stanza 576. Bussai con il pugno chiuso contro di essa, poco al di sotto dei numeri incisi sul metallo giallo. ''Signor Edward? Servizio in camera!'' Esclamai, notando come il flusso d'acqua proveniente dall'altro lato della porta cessò.

Non ricevetti comunque risposta, ma aspettai pazientemente il suo arrivo. La porta venne spalancata, ed io entrai. Il mio occhio cadde su di lui, con l'accappatoio a stringergli il corpo ed un'asciugamano a frizionare i suoi capelli.

''Bene hum- sono-''

Ma la sua asciugamano venne gettata sul letto. 

''Quanto ti devo?'' Domandò rivolgendomi ancora le spalle, mentre io riconobbi la sua schiena e mi paralizzai sul posto, guardandomi attorno. ''Allora?'' 

Stava per voltarsi.

''Oh'' disse, non appena il suo viso fu mostrato ai miei occhi ed il mio ai suoi. ''Ohh'' ripetette, ed io inghiottii la saliva a vuoto, osservando i miei piedi chiusi in quei ridicoli mocassini lucidi.

''Hem- sono quaranta dollari'' guardai verso l'alto, dondolandomi sui talloni.

''O-okay, tieni'' disse, porgendomi le banconote, le quali afferrai e piegai, spingendole nella tasca del mio panciotto blu. ''Ti dona'' disse, indicando la mia divisa.

''Non prendermi in giro'' dissi, sentendo comunque ogni mia fibra tremare ed il mio cuore sobbalzare.

''Non ti prendo in giro, sei bellissimo'' sorrise con i raggi del sole incastrati tra le sue ciglia i suoi denti e le punte dei capelli. ''Sei diverso, più raggiante'' constatò, e mi risvegliai da quello stato di trance.

''Non è vero''

''No?''

''Non è affatto possibile''

Lost Boy.|| Larry Stylinson.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora