Capitolo 32.

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HARRY'S POV.

''Torna a casa, sei qui da due settimane'' Zayn si accomodò al mio fianco, porgendomi un bicchiere colmo di caffè.

''Non mi muovo fino a quando non si sveglia''  dissi, lanciando uno sguardo alla porta, vedendo solo il suo capo poggiato su di un cuscino e gli occhi chiusi. ''Non me ne andrò''

''E' in coma, è difficile che-''

''-Lui si sveglierà'' dissi, bevendo il caffè e gettandolo nel bidone di fianco. ''Non morirà senza prima avermi detto addio nel modo giusto'' 

''Addio? Di che parli?'' Chiese, ma in quel momento arrivarono anche Liam e Niall, ridotti forse tanto male quanto me, specialmente il biondo, la sua carnagione bianca era diventata se possibile ancora più smorta e le occhiaie non erano semplici occhiaie, erano pozzi neri senza fondo, come i suoi occhi che guardavano la figura dell'amico attraverso il vetro.

''Non si è ancora svegliato'' constatò, ma decise comunque di entrare nella stanza, cosa che io non avevo mai e poi mai fatto.

''Chissà cosa succede, quando si è in coma'' chiese Liam, restando all'impiedi con le braccia a penzolare lungo i fianchi. ''Chissà se è tutto buio, se sogni, se senti ciò che ti dicono fuori, se puoi decidere tu se tornare o no- in tal caso Louis tornerebbe subito, perchè ti ama'' 

Sorrisi intenerito, chissà se Louis avesse preferito stare con me ed il pericolo, o magari lassù nel cielo accanto alla sua mamma ed al suo papà in pace ed armonia, chissà cosa proverebbe a non avermi più affianco.

Chissà.

''Sono d'accordo con Liam'' disse Zayn, ed apprezzai il fatto che fosse lì con me, nonostante tutto ciò che avevamo passato. Mi resi conto che probabilmente non avevo mai odiato Zayn, io non avevo odiato nessuno, forse nemmeno Frenkie, ma solo me stesso.

Me stesso e la mia arroganza, la mia gelosia, la mia sfacciataggine, la mia superficialità, il mio orgoglio, la mia testa dura. Ed amavo il fatto che in un modo o nell'altro, Louis facesse a cazzotti con i miei difetti, ed amavo ancora di più il fatto che poi li accogliesse a braccia aperte, li addomesticasse con il suo amore.

Mi piaceva come metteva tutto in ordine nella mia testa guardandomi negli occhi, diventando una parte di me, come riuscisse a portare la calma nel mio petto soltanto sorridendo, come era capace di farmi abbracciare il cielo con un bacio e pensare che si, magari c'era speranza anche per uno come me che fino ad allora non aveva mai visto nulla di buono nella vita. Con Louis ero riuscito ad apprezzare ogni singola cosa che mi capitasse, perchè la trasformava in buono, la trasformava in prova che avevamo superato insieme. Ha rischiato tutto per me, si è lasciato trasportare nell'oblio.

E guardate come l'ho ridotto.

Senza vita, appeso ad un filo.

''Harry? Il tuo telefono sta squillando'' Zayn me lo indicò, ed io risposi senza guardare il mittente. 

''Sei in ospedale?'' Parlò la persona dall'altro capo, ed io rigettai il capo verso il basso.

''Si, Signor Vilcoln'' 

''Si è svegliato?''

E sentii la mia gola rimpicciolirsi.

''No, Signore'' difatto la mia voce uscì tremendamente acuta.

''Styles- hei.. Harry'' mi chiamò per nome non appena presi a singhiozzare rumorosamente. ''Ti fa bene piangere, bravo- bravo ragazzo'' disse con il tono caldo e premuroso, come il tono di un padre, come il tono che mi meritavo di ascoltare ogni volta che tornavo a casa, dolorante dai pugni presi a scuola. Cresciuto da una famiglia cattolica che riservava lo stesso trattamento solo perchè avrei tanto preferito sposare un uomo, piuttosto che una donna. 

Lost Boy.|| Larry Stylinson.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora