Capitolo 4.

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''Si, sta bene'' 

Aprii un occhio lentamente, sentendo la sua voce lontana ed ovattata.

''Tranquillo, ora sta dormendo'' corrugai le sopracciglia, scendendo giù dal letto fiaccamente. Arrivai in cucina, incontrando la schiena nuda di Harry, era rivolto verso la finestra.

''Non gli ho ancora detto nulla, potrebbe fuggi-'' si voltò e mi vide. I suoi occhi si spalancarono per pochi attimi, ed il mio stomaco si contorse.

''E' qui, ti richiamo dopo'' e attaccò, riponendo il telefono nelle tasche dei suoi jeans, osservandomi attentamente.

''Cosa c'è'' sputai acidamente, avvicinandomi al frigo e prendendo il cartone di succo di frutta.

''Tutto bene?'' Domandò in modo premuroso, cosa che mi fece accigliare più del dovuto.

''Con chi parlavi?''

''Questi sono problemi miei''

''No Harry-'' bevvi tutto d'un sorso, battendo il cartone contro il granito della penisola ''-E' anche un problema mio, dato che stavi parlando di me'' inclinai la testa lateralmente, mi sentivo spaesato, quasi preso in giro.

''Ti dirò tutto, va bene? Dammi tempo'' 

''No! Non va affatto bene, mi sento catapultato in un'altra dimensione e sono triste okay? E anche molto stanco''  scossi la testa furiosamente, battendo una mano sul mio stesso fianco.

''E' normale sentirsi confusi Louis, ma lo sto facendo per il tuo bene credimi, se ti facessi del male mi ammazzerebb-'' si morse il labbro, abbassando lentamente lo sguardo.

''Vedi? Chi? Continua la fottuta frase Harry!'' 

''Non posso dirti nulla, non è nei piani!''

''FACCIO PARTE DI UN PIANO E NEMMENO LO SAPEVO?'' Urlai, sentendo la testa scoppiare.

''ORA IL NOSTRO COMPITO, PIU' SPECIFICAMENTE IL MIO, E' QUELLO DI PROTEGGERTI E FINCHE' NON DARANNO IL VIA, NON POTRO' DIRTI UN CAZZO'' Si avvicinò a me, stringendo forte le mani a pugno lungo i fianchi, mentre tentavo di farmi coraggio, camminando anch'io verso di lui.

''Se non mi dici immediatamente tutto Harry, io lo giuro che apro la porta, e mi metto ad urlare'' 

''Non servirebbe, quest'albergo è sott'ordine dell'agenzia-'' e si morse nuovamente le labbra, facendo un passo indietro e stringendosi la nuca.

''Agenzia? Ma chi cazzo sei? Un agente dell'FBI?'' Ridacchiai, ponendo le braccia conserte.

Ma lui non rise.

''Aspetta-''

''Agente Harry Edward Styles'' disse con voce ferma, la figura del ragazzo spassoso era appena andata a farsi fottere.

''Harry ma che cazzo-''

''Sei sotto la mia copertura, Louis Tomlinson'' sospirò, mentre mi faceva segno di seguirlo. 

''E' uno scherzo?''

''No, ho studiato il tuo profilo per quattro mesi esatti, so tutto di te. Il Signor Gilbert mi ha dato quest'incarico che porterò a termine''

''Harry ti prego se mi stai prendendo in giro-'' non finii la frase, dato che dal suo cappotto sfilò un distintivo, che mi fu adagiato tra le mani.

''Non è uno scherzo, mi sto occupando del caso di tua madre'' 

Mi tremarono le gambe, quando riconobbi il distintivo. Glielo riporsi con gli occhi lucidi, mentre mi accasciai sul divano, portando la testa tra le mani.

Lost Boy.|| Larry Stylinson.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora