Capitolo 22.

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Era quello, ciò che avrei voluto sentire da Harry, vorrei che avesse provato tanta paura quanto me, la paura di non essere abbastanza importanti, di non essere abbastanza amati.

Ma Harry non disse una parola, si limitò a posare la tazza, a congiungere le mani tra di loro, e a guardarle con il capo chino. Tirai su con il naso, poi inclinai il capo lateralmente, con l'espressione tra l'arrabbiato e quella di uno che sta per scoppiare a piangere.

''Non-non mi dici niente?'' 

''Ti ho detto che ho dovuto attuare un piano di riabilitazione, Zayn era passato per avvertirti. E se è ciò che t'interessa, Zayn intendo, è nella stanza affianco'' disse passandosi una mano tra i capelli.

''Cosa me ne importa ora di Zayn?''

''Non sembravi poco entusiasta quando te l'ho detto in elicottero'' sputò rabbioso, sovrastandomi di colpo con la sua altezza.

''Zayn è solo un amico'' soffiai lentamente, indietreggiando verso il muro.

''Con il quale non ti è dispiaciuto scopare'' inarcò per pochi secondi un sopracciglio, rivolgendomi uno sguardo indagatore.

''Non dovrebbe importartene, dato che sei andato via senza un minimo di preavviso'' sollevai il mento, tentando di tenergli testa. Il suo sguardo si addolcì, e le sue dita sfiorarono le mie.

''Non volevo farti preoccupare''

''Non hai fatto centro nella tua opera di bene''

''Mi perdonerai?'' Sorrise, accarezzandomi una guancia con la punta del naso.

''Non sperarci Harry, sei uno stronzo'' sbuffai, premendo il retro del capo contro il muro.

''Posso chiederti qualcosa?'' Si allontanò nell'istante in cui le nostre bocche stavano per toccarsi, afferrando la tazza poggiata sul comodino. ''E voglio che tu sia sincero''

''Si?''

''Tu- sei stato male senza me?'' E mentre lo chiese, il suo dito affondò nella morbidezza della coperta, e portò con se' i muri e le sicurezze che lo avevano attanagliato dalle ore precedenti.

Che strano, strano e vago ragazzo.

''Si Harry'' osservai il suo dito prendere a formare cerchi indefiniti, vidi i suoi denti affondare nel suo labbro e le sopracciglia aggrottarsi alla mia risposta decisiva.

''Perchè?'' Sollevò lo sguardo, e non potei evitare di osservare il sudore imperlargli la fronte immacolata.

''Perchè-'' arrossii tutto d'un colpo, voltandomi di scatto verso il comodino, accarezzando come se fosse un tessuto pregiato, la lampada accesa. ''-Perchè penso che- con te io mi trovi bene, sei come un-un migliore amico''

''Louis''

''E-e sei il mio agente speciale, mi sentivo in pericolo senza te''

''Hei-''

''-io mi sono sentito davvero male, abbandonato al mondo senza te e lei. Ma c'è una differenza, lei è tornata dove merita di essere, tra gli angeli. Tu Harry, tu devi- sei destinato a restare al mio fianco, per il mio-..suo, volere'' parlai senza pensare lucidamente, gli occhi ancora puntati sulle mie dita.

''No''

Mi voltai di scatto.

''Non per il suo o il tuo, ma per- il mio'' inghiottì la saliva, osservai il suo pomo d'adamo muoversi frenetico. ''Io voglio restare con te fiorellino, fino alla morte, fino a quando non sarai definitivamente al sicuro, il mio cuore non avrà pace se ti penso in pericolo'' 

Lost Boy.|| Larry Stylinson.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora