Lost Boy.|| Larry Stylinson.

Capitolo 27.

( CONTINUA AD ESSERE UN HARRY'S POV )

Mi svegliai, di soprassalto, con i ricci attaccati alla fronte. Tanga non era più al mio fianco, e la paura che fosse troppo tardi per andare da Louis mi attanagliò lo stomaco. Accesi subito l'orologio notando che fossero solo le nove del mattino, avrei avuto all'incirca un'ora a disposizione. 

Dovevo farcela.

Mi alzai e camminai dritto verso la cucina, ci ritrovai il gatto a jj con un paio di scarpe e fare le fusa contro di esse. Lo fissai con gli occhi ancora assonnati e stanchi, poi realizzai. Erano le scarpe di Louis, lui era già qui. Corsi indietro, aprendo il bagno, la stanza degli ospiti, fino a quando non aprii quella della piscina, ed un sorriso mi rilassò il volto.

Era lì, accucciato in un angolo immerso nell'acqua, perso a studiare le sue piccole mani, con una benda attorno la testa. Mi si ruppe il respiro quando notai i segni su tutto il corpo, ma il fatto che fosse lì, che fosse tornato da me, mi fece stare meglio.

''Lou'' ed alzò il capo, guardandomi e facendomi sentire come se fossi la cosa più bella del mondo. Non persi tempo, mi sfilai i pantaloni e con solo la maglia del pigiama, mi gettai in acqua, nuotando verso di lui. 

''Harry, ciao'' disse, quando fummo abbastanza vicini da studiare le sfumature dei nostri occhi. Sorrise inarcando un angolo della bocca, e mi spinsi più in avanti, premendo le mani contro il bordo oltre la sua testa. ''Sei arrabbiato con me?'' Domandò, ed il cuore mi si ruppe a metà.

''Come puoi anche solo immaginarlo- io non- grazie'' dissi, esalando forte il respiro. ''Hai messo fine alle tue sofferenze ed alle nostre, sei incredibile, grazie'' continuai, guardando la profondità dei suoi occhi crescere. 

''No, sono io quello che deve dirti grazie. Se io- se io non ti amassi, non avrei mai fatto tutto questo, se tu non mi avessi trovato, accudito, protetto, non avrei mai avuto motivo per vivere, la mia vita sarebbe stata una tavola piatta, non avrei trovato il coraggio di dirti quello che ti sto dicendo adesso, perchè ero un vigliacco, ma tu Harry- tu mi hai trovato, mi hai afferrato, mi hai cambiato e quindi grazie'' inclinò il capo lateralmente e poggiò una mano sulla mia guancia, mentre le mie labbra erano impietrite e non riuscivo nemmeno lontanamente a pensare ad un discorso coinciso che riuscisse a stupirlo tanto quanto lui avesse stupito me.

Così, semplicemente, chiusi gli occhi, e ispirando l'aria violentemente come se mi stessi buttando da un precipizio, lo baciai. E non provo vergogna nell'ammettere che si, quello che provai quando l'ho baciato fu un vuoto nello stomaco incredibile, tanto che la stretta contro il bordo della piscina aumentò. Spalancammo le labbra nello stesso momento, quando la sua lingua incontrò la mia e le mie gambe si annodarono alla sua vita.

La maglietta a formare una pozza attorno a noi. 

Quando aprii gli occhi durante il bacio, incontrai quelli dischiusi di Louis, piccole fessure azzurre a fissarmi, poi quando succhiai la sua lingua, gli occhi rotolarono all'indietro fino a chiudersi nuovamente. Sentivo sotto i polpastrelli il leggero accenno della barba e la sua mascella piuttosto definita, e lo sentii mio, mio soltanto.

''Lasciati andare'' disse, mentre afferrando i miei boxer mi tempestò il collo di baci. Il mio intimo venne gettato in aria, procurando uno ''splash'' contro il suolo ruvido. Louis ridacchiò, e lo feci anch'io annaspando, mentre gli sfilavo i suoi di boxer. Anche la mia maglia fu rimossa, e le sue labbra si attaccarono al mio capezzolo. Gettai il capo all'indietro mentre le sue mani premevano alla base della mia schiena per non farmi crollare. 

Lentamente però, scesero verso il basso, fino al mio orfizio dove c'intrufolò subito un dito. ''Non ti trattenere, per favore'' disse, continuando a baciare il mio petto alternando la tortura su entrambi bottoncini di pelle. Lasciai andare un lieve lamento dalle mie labbra quando il dito scese in profondità, e un gemito quando ne aggiunse un altro prendendo a sforbiciare.