Capitolo 7.

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''Harry?'' Dissi, mostrando il capo dalla porta. Alzò la testa dal libro che stava leggendo, fissandomi interrogativo.

''Mh?''

''Posso farti una domanda?'' Abbozzai uno strano sorriso, mentre il suo cipiglio diventava più profondo.

''Certo, dimmi''

''Mh okay allora-..'' tossicchiai nel pugno chiuso ''-...Si tratta di mamma, vorrei sapere se tipo- ti ha mai detto qualcosa sul mio lavoro?'' Alzai una spalla, congiungendo le mani dietro la schiena.

''Era molto fiera di te e di quello che facevi, ma pensava che tu ti stressassi troppo e che meritassi di più. Come ti senti a non lavorare più?'' Sviò il discorso ed un po' gliene fui grato.

''Mi sento strano, cioè Harry a me- dispiace? Non voglio essere uno stress lo sai, però penso di non aver scelta'' lo guardai con il labbro stretto tra i denti, il quale scivolò via non appena Harry rise gettando il capo all'indietro.

''Non sei un peso Louis, tranquillizzati, è un piacere fare questo per la signora Deakin'' voltò la pagina dopo essersi inumidito il dito, ed io gli sorrisi di gratitudine.

''Sei una brava persona''

''Oh smettila, non fare l'adulatore'' 

''No davvero, lo penso davvero. Nessuno avrebbe fatto questo per me'' dissi spensieratamente, ma il nervosismo di Harry era improvvisamente palpabile-o meglio, l'angoscia ed il panico si manifestarono sul suo volto e simultaneamente nel mio stomaco. Avevo detto qualcosa di tremendamente tagliente e non me n'ero reso conto.

Avevo aperto probabilmente una piccola ferita del passato di Harry.

''Ti piacerebbe venire con me in un posto dopo?'' Disse, cambiando nuovamente discorso. Annuii con il capo, e lui mi sorrise tranquillo.

''Bene, ora però avrei un po' sonno, dormi con me?'' 

Spalancai gli occhi, osservandolo togliersi la maglietta mostrando il petto scolpito ed i suoi tatuaggi, mentre si stendeva lateralmente con la testa sul cuscino ed i capelli sparsi ovunque.

''Nel- nel letto con te?'' Non aspettai risposta, dato che già avevo scalciato via le pantofole e mi ero disteso in modo parallelo al suo corpo.

''Mettiamo una barriera?'' Chiese, afferrando un cuscino.

''Come vuoi'' risposi, incontrando gli occhi verdi e liquidi ammirare il cuscino bianco e morbido. 

Poi, lo posizionò tra di noi, come se avessi potuto allungare una mano per toccarlo o pazzie del genere.

''Tra quanto tempo dovrei svegliarmi?'' Mugugnai, spingendomi il più lontano possibile dal suo corpo, non infilandomi sotto le coperte.

''Due orette andranno bene, poi dopo passiamo da Lincoln'' la voce graffiata, funzionò come una dolce ninna-nanna e in men che non si dica mi addormentai.

Con un grosso cipiglio in volto, ma lo feci.




Forse più di dure ore dopo, una pesantezza allo stomaco mi fece svegliare. Aprii gli occhi, preoccupandomi di star per soffocare per i capelli di Harry nella mia bocca, Aveva la testa poggiata sul mio petto, le gambe intrecciate alle mie ed un braccio attorno la pancia, il CrimeWatch a premere sul mio basso ventre e le labbra color ciliegia a sfiorare la pelle scoperta del mio fianco.

Le spalle larghe e muscolose a sollevarsi ed abbassarsi dolcemente, il cuscino lanciato in un angolo remoto della stanza. 

Inghiottii un profondo nodo alla gola, tentando di muovermi il meno possibile, solo il collo sollevato dolorosamente intento ad osservarlo in tutta la sua mascolina bellezza, ma in quel momento un movimento di palpebre sospetto mi fece sussultare e tornai con la testa sul cuscino, chiudendo gli occhi.

Lost Boy.|| Larry Stylinson.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora