Quella notte non dormii. Continuavo a sentire le parole di Erick e a ripeterle nella mia mente, mentre guardavo Harry rilassarsi e dormire tra le mie braccia.
Era tornato da me ancora una volta con gli occhi rossi e piuttosto taciturno e poi, come tutte le notti da un po' di tempo a quella parte, si era addormentato avvinghiato al mio corpo quasi come avesse paura che io, da un momento all'altro, potessi sparire e lasciarlo da solo a perire nel suo angosciante dolore.
Ed io ero altrettanto spaventata.
Ma la mia paura era quella che le parole di Erick potessero essere vere; mi terrorizzava il pensiero che Harry potesse davvero fare uso di sostanze, perché era davvero qualcosa più grande di lui, qualcosa che non è facile da abbandonare, qualcosa che io non avrei saputo come gestire. Eppure sapevo che se fosse stato vero, non avrei mai potuto abbandonarlo, non potevo, non ci riuscivo, non volevo. Lo amavo troppo per lasciarlo distruggersi.
Quella notte mi alzai, fissando fuori dalla finestra, in cerca del conforto che tanto necessitavo da parte della luna, ma la sua luminosità non bastò a placare i miei tremori. Mi passai una mano tra i capelli, sospirando e chiudendo gli occhi, in cerca di un angolo di tregua nella mia testa, completamente sconvolta dagli avvenimenti di quelle ultime settimane.
Mi sentivo sopraffatta da una consapevolezza che non riuscivo ad ammettere nemmeno a me stessa.
Entrai in bagno, lasciando che le luci soffuse illuminassero il mio volto pallido e stressato; mi guardai allo specchio, cercando il sorriso che mi apparteneva, ma non riuscendo a trovarlo. Quando spostai gli occhi dal mio riflesso angosciante, notai un post-it giallo spento, incollato al vetro.
Guardami come solo tu sai fare, c'era scritto.
Ricordavo il giorno in cui scrissi quelle parole, dopo aver fatto un dolce caldo bagno insieme ad Harry ed esserci baciati, abbracciati, lavato i denti insieme, dopo esserci guardati attraverso lo specchio ed averci regalato un sorriso, dopo aver riso ed esserci scambiati piccole promesse, scrivendo tanti post-it, incollandoli sulla nostra pelle e conservando quello come il più bello, proprio su quello specchio, così che ogni volta che Harry l'avrebbe guardato si sarebbe ricordato di noi, di ciò che eravamo e di quanto belli sapevamo essere.
Odiavo l'idea che quel giorno sembrasse tanto lontano, odiavo il fatto che il rapporto tra me ed Harry si fosse in così poco tempo così frantumato.
Bugie, paure e dolore. La combinazione peggiore di sempre.
Lasciai scorrere l'acqua dal rubinetto, acqua gelida, bagnandomi il volto, cercando di lavare via un po' della mia angustia. Asciugai le mani ed il volto, spegnendo la luce ed aprendo la porta, ma bloccandomi di colpo quando vidi Harry, fermo davanti a me, con addosso soltanto un paio di pantaloncini e lo sguardo preoccupato.
"Harry." Sussurrai.
"Va tutto bene, Scar?"
Deglutii, annuendo.
Avanzai, cercando di superarlo, con il capo chino ed i brividi su tutto il corpo, ma la sua mano afferrò il mio polso, costringendomi a voltarmi e a guardarlo.
"Sei arrabbiata con me?" Mormorò, cercando di incrociare il mio sguardo.
Sospirai, mentre Harry allungava una mano per accarezzarmi il viso e spostare i miei capelli. Lasciò il mio polso, soltanto per scorrere sul mio corpo fino ad arrivare al mio fianco e stringerlo, per poi stringere me. Ed io mi lasciavo andare a lui, all'amore che provavo per lui, alle sensazioni, alle emozioni, alla voglia matta di sentirmi bene e di non aver più paura. Paura di niente.
Scossi il capo, stringendo le braccia intorno al suo collo.
No, non ero arrabbiata con lui; ero preoccupata, terrorizzata, ma non arrabbiata. Ero innamorata.
"Non riesco a dormire senza di te." Sussurrò al mio orecchio.
"Andiamo a letto, allora."
E sul letto ci sistemammo proprio come amavamo stare e dormire insieme: la sua testa appoggiata al mio petto, il suo corpo tra le mie gambe, le sue braccia attorno alla mia vita, le mie attorno alle sue spalle e le mie mani tra i suoi capelli.
Che in quel momento, anche se sul cuore mi pesava la paura di una verità taciuta, non c'era nessun altro che volevo.
Alzò il viso e mi guardò per pochi istanti, prima di allungare il collo, arricciare le labbra e baciarmi, quasi timido.
Non c'era nessun altro, no. Solo lui per tutta la vita.Il giorno seguente mi costrinsi a lasciarlo andare, nonostante continuasse comunque ad esserci qualcosa che mi torturava la mente ed il cuore. Continuavo a ripetermi che dovevo fidarmi e smettere di avere paura, che dovevo credere alle sue parole, che Harry non avrebbe mai potuto fare tutto quello di cui Erick mi aveva parlato. Mi fidavo di Erick, ma amavo Harry di più e la fiducia che riponevo in lui era più grande di qualsiasi altra cosa, mi portava ad illudermi e a convincermi del fatto che il mio migliore amico stesse cercando soltanto un pretesto per farmi allontanare da colui che aveva sempre odiato. Eppure io avrei abbandonato e combattuto contro l'intero mondo, se questo significava non lasciare mai Harry ed averlo sempre al mio fianco.
L'amore ci acceca.
Ed io avevo completamente perso la vista a causa del fascio di luce che Harry con il suo amore ed il suo fuoco aveva portato.
Rientrai in casa verso le nove, dopo aver lasciato Jessica a chiudere la biblioteca, stanca e con i piedi sofferenti. Non vedevo l'ora di farmi un bagno caldo e lasciare i miei muscoli rilassarsi sotto il getto dell'acqua bollente.
Salutai mia madre con un bacio sulla guancia, mio padre con un leggero abbraccio, mentre entrambi restavano seduti sul divano a guardare un film.
Tirai fuori il cellulare dalla tasca del mio giubbotto, cercando nella rubrica il nome di Harry e provando a chiamarlo quando lo trovai, mentre salivo le scale ed entravo in camera. E, l'ormai, solito senso di preoccupazione e timore mi scosse quando lui non rispose al telefono, ma al suo posto sentii soltanto la voce registrata nella sua segreteria telefonica. Scelsi di non riprovare a chiamarlo perché sapevo che sarebbe stato inutile e volevo evitare di innervosirmi; avevo promesso che mi sarei fidata.
Ad ogni modo, non riuscii a fare null'altro, non riuscii neanche a sfilarmi il giubbotto che qualcuno bussò alla porta della mia stanza.
"Scarlett, posso entrare?"
Riconobbi la voce di Erick ed aggrottai la fronte quando aprii la porta, trovandomelo davanti.
"Che cosa vuoi?" Sbottai.
"Lo so che sei arrabbiata, ma-"
"Niente ma, Erick. Sul serio, quando la smetterai di odiare Harry e buttare merda su di lui?" Lo interruppi.
Non sopportavo più i continui tentativi di Erick di sabotare il mio rapporto con Harry; pensavo le cose tra di noi si fossero sistemate ed invece più volte mi ero ritrovata a dover difendere Harry dalle stupide insinuazioni di Erick; la situazione era poi completamente degenerata il giorno in cui quest'ultimo non aveva fatto altro che alimentare la mia ansia e la mia preoccupazione dicendomi che Harry si drogava.
E forse sarà stato il non volere ammettere che questa volta Erick aveva ragione a portarmi a sbraitare e al desiderare di non vedere più il mio migliore amico.
"No, Scarlett. Adesso ti farò vedere che avevo ragione."
"Cosa?"
"Ma devi venire con me."
Strattonai il braccio dalla sua presa quando cercò di tirarmi verso di lui. Ero un fascio di nervi.
"Io non vengo da nessuna parte con te!"
Provai a richiudere la porta della mia stanza, ma lui fu più veloce, appoggiando il palmo aperto sul legno e spingendo fino ad entrare.
"Smettila di fare la bambina e guarda in faccia la realtà: Harry ha qualcosa che non va! E lo dimostra il fatto che adesso non è con te, non è dove dovrebbe essere."
Scossi vigorosamente il capo, come se le sue parole mi avessero bruciata, scossa, travolta nella realtà più dolorosa. Non lo sopportavo, non sopportavo il pensiero che lui potesse realmente avere ragione.
Il nodo in gola che mi si era formato divenne soffocante quando mi lasciai trascinare via in silenzio, andando a scoprire se le sue parole erano verità, o soltanto bugia.
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Di Vetro [HS]
FanfictionTi guardo dormire e mi chiedo come hai fatto ad arrivare fino a questo punto; mi chiedo ancora com'è stato possibile spezzare il tuo cuore fino a portarti a tanto. Forse sei di vetro: appari così forte, ma ti distruggi al primo impatto. ___ Stato: c...