La realtà dei fatti

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Rimango seduto accanto al mio migliore amico, sdraiato su un letto da ben quattro interminabili ore e pallido come non mai. Non mi sono concesso nemmeno la doccia a differenza dei miei compagni, adesso tutti addormentati come sassi, esausti e spaventati. Io non riesco a farlo con Drew ridotto in questo stato. Non voleva farlo nemmeno Claire, ma l'abbiamo trovata addormentata sul suo petto con i capelli ancora bagnati. Mi sono allontanato da Drew solo per metterla a letto e convincerla ad asciugarsi i capelli. Ah,già... Vi chiederete come è possibile che da fuggitivi siamo arrivati a poter usufruire di una doccia o ancora di un fon - si chiama così?- e per giunta di letti. Diciamo che ce ne siamo fregati delle regole e tutto il resto, di essere brave persone e anche noi abbiamo deciso di fare gli egoisti. Dopo aver letteralmente distrutto l'uscita,abbiamo preso dei soldi dalla cassa della pista di pattinaggio, quei pochi rimasti e che i proprietari hanno abbandonato, abbastanza da permetterci di pagare una camera per tre persone in un bed and breakfast, rispettivamente per Luke , Ana e Drew. Il proprietario imbottito di magia nera delle ombre si è fatto due belle risate credendo che Drew fosse ubriaco facendogli i complimenti e in tutto ciò Luke ha fatto enormi sforzi per sorreggerlo e rimanere in piedi senza far notale il sangue alla gamba. Io e Claire siamo rimasti fuori ad aspettare perché, innanzitutto, non avevamo abbastanza soldi per pagare anche le nostre entrate quindi abbiamo deciso che ci arrampicheremo per entrare dalla finestra della camera che abbiamo preso, lasciando che Drew e Luke potessero raggiungere la camera più facilmente. Certo, far arrampicare mia sorella è stata un'impresa, ma ne è valsa la pena.
Non si muove nemmeno. Di solito russa come fosse un orco col raffreddore, sul serio. Adesso invece è immobile, muto... non è Drew. Sospiro stanco e passandomi le mani tra i capelli.
«Svegliati , dannazione. Per favore, Drew, non farmi questo.» lo prego sperando che possa sentirmi. Mi tornano in mente il giorno seguenti il lutto di mio padre, in cui mi chiusi in camera mia, solo. Mia madre bussava, mi supplicava di venire fuori singhiozzando. Forse è rimasta seduta fuori dalla porta per due ore consecutive. Perché mai avrei dovuto aprire? Per vedere ancora una volta il suo dolore mozzarmi il respiro? No grazie. Sarei rimasto fissato con quella filosofia per il resto dei miei giorni, se non fosse stato per il mio vicino di casa che il giorno prima si era seduto accanto a me in mezzo alla strada. Il mio migliore amico. Drew è entrato nella mia camera dalla finestra, lamentandosi dell'altezza, del fatto che sarebbe morto o cadendo da lì o per mano di sua madre. Lo spinsi a terra, gli urlai contro, forse è stata la prima e ultima volta che ho osato alzare un dito su Drew. Ma lui rimase, anche quando io mi rigettai sul mio letto a piangere. Mi disse queste parole:

"Non sono qui per dirti condoglianze, o che mi dispiace. E' stupido da dire, non potrò mai capirti. Sono qui perché so che riesci ad aiutare chi ne ha bisogno, è da una vita che lo fai con me. E adesso è tutta la tua famiglia ad averne"

Mi lasciò un muffin e se ne andò. Il fatto è che cadde dal tetto, prese una bella storta al polso, e quella fu la scusa per farmi uscire dalla mia stanza, tramite la finestra. Lo feci entrare, cercai mia madre perché non sapevo cosa fare con quell'enorme polso gonfio e viola, ma la trovai davanti alla porta di camera mia, addormentata sul pavimento e con ancora le lacrime agli occhi, insieme a Claire e Caleb. Lì capii che avrei dovuto tener duro e fare di tutto per rimettere in piedi la mia famiglia. Grazie a Drew e alla sua goffaggine. e adesso vederlo qui, ridotto in questo stato, senza una delle sue battute fuori luogo mi distrugge. Mi lascio andare sullo schienale della sedia, la stanchezza si fa sentire.
«Ei Stefans» Luke mi raggiunge zoppicando più del solito, sedendosi poi accanto al lato del letto opposto al mio. «Guarda che se ti vai a fare una doccia e ti sdrai un po' non succede proprio nulla.» lo guardo stupito.
«Fai il gentile con me, adesso? Stai male?»
«No, ho solo capito che per uscire da questa situazione bisogna collaborare. Un mio insulto o una lite non ci aiuterebbero di certo.» è così serio mentre posiziona la gamba il più comodamente possibile che nemmeno lo riconosco. Tu non sei Luke Lennon... «Ti suona così strano?»
dopo una vita di insulti, bullismo e roba del genere sì ,mi suona molto strano.
«Un po'.» ammetto io. Mi sento in dovere di dirgli grazie, mio malgrado. «Luke grazie per quello che stai facendo per mia sorella. Davvero. Sei un incubo dalle ottime capacità e mi dispiace per la gamba. Per quanto non possa considerarti la persona più simpatica al mondo, apprezzo davvero i tuoi sacrifici per proteggere Claire, aiutarmi con Ana...»
« È quello per cui siamo nati. Proteggere i nostri sogni ed io lo farò anche a costo della vita. Un po' come te per Drew, no?»
«Sì, proprio così.» mi mordo il labbro inferiore per trattenere la gelosia nei confronti di mia sorella. Zitto, Zack non rovinare il momento, non fare scoppiare un litigio... scusate,ma è più forte di me. «Quindi con Claire avete superato le difficoltà iniziali. Insomma, non è che lei ti vedesse di buon occhio all'inizio.»
«Ah sì? Non c'ho fatto nemmeno caso» genio, rovinavi la vita a suo fratello e il suo migliore amico... è anche questione di logica. «All'inizio era il mio sogno e basta. O comunque una ragazza che sapevo essere fuori dalla mia portata.»
«Non ci credo.»
«A cosa?»
«Tu non consideri nulla fuori dalla tua portata ,Luke. Sei presuntuoso e credi che tutto possa girarti intorno.» mi blocco mentre lui inarca un sooracciglio Credo che l'impulso di insultarlo ormai sia nel mio DNA.«Scusami, è la forza dell'abitudine..em ,continua.»
«Zack, tua sorella è diversa. Intelligente, molto sensibile, incredibilmente buona. A differenza tua, idiota come sei.»
«Ci mancherebbe...» commento infastidito,ma non più di tanto. Infondo me la sono cercata.
«Lei è... non lo so, ma chiunque rischierebbe la vita per una come lei.» il suo sguardo da ebete innamorato mi coglie talmente alla sprovvista da farmi quasi male al petto. Trattengo una smorfia di sconvolgimento, cerco di accettare il fatto che Luke non ci provi soltanto con mia sorella, non vuole giocarci. Lui ne è davvero innamorato e temo che anche Claire lo sia. Luke sembra svegliarsi di colpo e ritorna ad avere l'espressione da perfettino, o quantomeno ci prova. «È un onore averla come mia compagna. Davvero. È in gamba» si gratta la testa in imbarazzo. Oddio, è davvero innamorato . Di Claire! Zack calmati, non fare il geloso. Rilassati, respira profondamente.
«Già...» mi limito a dire in difficoltà.
«E lo sei anche tu.» ok. O io sto decisamente avendo le allucinazioni, oppure Luke è ubriaco, ed anche tanto.
«Ripeti.»
«Oh, non farmene pentire, Stefans!»
«Stai ammettendo che sono in gamba?»
«Sì. Inutile negarlo. Hai una forza d'animo incredibile e con la tua luce faresti vinceresti con chiunque. Sei davvero forte.» inizio a spaventarmi un po', sul serio.
«G...grazie.»
«È proprio per questo che meriti un po' di riposo. Guarda che puzzare non ti rende più forte.»
«Ecco che ritorna. Non puzzo mica... giusto?»
«Io ti suggerisco la doccia. Poi se vuoi puzzare è una scusa in più per prendermi gioco di te.»
«E Drew? Sul serio rimarresti sveglio per "Panettone"?» dico stavolta con un tono di rimprovero. «Sta male, Luke. Sai cosa vuol dire stare male? Lui lo sa da tutta una vita a causa tua e adesso anche a causa mia. Ti chiedo solo di lasciarlo in pace.» Non riesco a trattenermi, non dopo una vita in cui lo hanno sempre considerato polvere se non meno. Adesso che sta male sul serio anche se non ho idea del perché non permetterò che Luke si prenda ancora gioco di noi. Lui, però , non sembra infuriarsi, o ancora offendersi. Guarda Drew senza una particolare espressione.
«Dopo quello che ho visto ieri, non credo lo chiamerò più in quel modo.» confessa. «Difendeva Claire anche a costo di farsi colpire. Anche tante volte.Io non riuscivo a muovermi con questa dannata gamba e lui è stato fondamentale. E' forte,infondo, ma se non se ne convince lui stesso in primis non supererà mai le sue paure. La sua sicurezza viene fuori soltanto quando tu tiri fuori la tua luce. E' praticamente dipendente da te al novanta per cento in tutto.Te ne rendi conto?» aspetta, mi sta forse dicendo che sono io il suo punto debole? Che è a causa mia se è così insicuro di sé? Stringo i pugni, mi trattengo dall'alzare la voce.

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