Sara

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«Lasciatemi! Giuro che se non mi lasciate andare vi spacco la faccia! Lasciatemi! LASCIATEMI!»
Nemmeno un animale pronto al macello o in calore è più rumoroso di questa maledetta ombra. È insopportabile! Pensate che Claire e Drew sono stati costretti a circondare la stanza con la loro barriera per evitare che il quartiere la senta ed io a legarla ad una sedia con la mia cintura. Sto anche facendo enormi sforzi per mantenere il controllo su di lei senza permetterle di smaterializzarsi , ma se perdo la pazienza le sbatto qualcosa in testa e la faccio finita. Almeno sta zitta fino all'alba. Ci siamo nuovamente nascosti nella casa abbandonata di Ana mentre lei ha chiamato l'amdu... ambu...qualcosa del genere, per soccorrere la madre rimanendole affianco. Sara,invece, si ritrova nostra ospite legata all'unica sedia presente qui,ma se si dimena ancora così mi sa che questa catapecchia non avrà più alcun posto a sedere. «Giuro che me la pagherete tutti! Non potete tenere un'ombra prigioniera! Lasciatemi!»
«Apri bene le orecchie: se non ci lasci parlare e non la smetti di lamentarti ti tengo qui fino all'alba!» sbotto stufo e lei sembra preoccuparsi.
«Non puoi!Non ... non ci riusciresti!» tenta infine di mettermi paura,ma la voce tremante la tradisce. È spaventata dall'alba. Perché? Non né ho idea, anche se ho l'elevata tentazione di scoprirlo usandola come cavia. Se perdesse la lingua? Non sarebbe male, almeno non dopo aver ricevuto le informazioni a noi necessarie.
«Scommettiamo?»
«Io non lo farei. Insomma, parli con quelli puri, non so se mi spiego...» si vanta Drew facendo roteare la pistola -sì, ho imparato come si chiama- tra le mani ed io gli lancio uno sguardo. Questa quasi gli cade «Che c'è?» Alzo gli occhi al cielo senza smettere di concentrarmi su Sara. Inutile, non cambierà mai.
«Non potete tenermi qui! Lasciatemi! Siete pazzi! Isaac tornerà e ...!»
«E se ne fregherà di te come l'ultima volta. Capita. Sai, amici falsi, traditori... è la vita.» dice Drew. Credo che quella pistola gli stia dando alla testa. Claire gliela toglie appoggiando il mio pensiero e lui sbuffa. «Andiamo, la pistola mi rendeva fico.»
«Siete solo patetici.» borbotta Sara, stranamente senza urlare.
«Ei ,ti sei vista?»
«Drew per favore...» interviene Claire dopo aver fatto sedere Luke ferito davanti alla stufa a gas e dandogli momentaneamente la pistola. «E tu, Sara, dicci soltanto quello che vogliamo sapere e l'alba non la vedrai nemmeno. Cerca di collaborare.» la cosa assurda è che mia sorella tenta comunque di farsi amica la ragazza che ha provato a farci fuori molto spesso negli ultimi tempi e che, cosa più grave, lo fa con gentilezza, accarezzandole una spalla. Ovviamente ammiro il gesto, ma a volte siamo talmente diversi che mi chiedo come sia possibile che siamo fratello e sorella.
«Mai! Non toccatemi ! Non potete nemmeno pronunciare il mio nome, brutti palloni gonfiati!» giurerei che stesse per mordere la mano di Claire. Stringo la presa alle sue spalle dato che tenta nuovamente di smaterializzarsi, ignorando le lievi fitte alla testa che mi provoca tutto questo.
«Ok, non pronunciamo il tuo nome, ma tu dicci chi è la.spia e come avete fatto ad entrare nel regno.»
«Certo, come no... dire tutto ai miei rapitori? Neanche il tuo sogno babbeo lo farebbe!» Drew si rende conto di essere stato offeso.
«Ei! Non è che ora che non ho la pistola puoi permetterti il lusso di sfottermi. Calmina, tanto sempre noi lo abbiamo il coltello dalla parte del manico.»Come risposta ,lei ringhia e si agita sulla sedia, tanto che devo anche fermarla prima che possa cadere.
«Ora basta!» Luke perde la pazienza, afferra la pistola e spara, facendo sobbalzare tutti noi, terrorizzati da quell'arma. Io creo spontaneamente una barriera per proteggerci, dato che Claire si nasconde dietro di me e  Drew dietro Sara, ancora ad occhi chiusi convinta di ricevere la pallottola. Invece no. Luke ha sparato ad un pelo del piede della sedia. Lei nasconde un sorriso di sollievo e trattiene un sospiro nel petto tremante.
«Ma sei impazzito?!»  sbotto ritornando a respirare. «Potevi colpirla e a noi serve viva! Ma poi, sparare?! Che siamo assassini come loro?!»
«Hai detto bene, Stefans, potevo, non l'ho fatto...ma posso ancora. Sono stanco adesso. Ora,
Ombra dei miei stivali, o parli ,o come voi mi avete fatto arrivare una pallottola alla gamba io te la faccio arrivare alla bocca se continui a frignare.» Claire mi stringe di colpo la mano, osservando il suo incubo
spaventata dalla sua improvvisa furia, tuttavia per me consueta. Un attimo: ha veramente pensato che Luke fosse cambiato da com'era nel regno dei sogni? Io mai, penso si sia capito.«Le mie domande sono: uno, come avete fatto ad entrare nel regno? Due, chi è il traditore? Tre, perché avete rovinato i piani ferendomi? E quattro, parli o stavolta ti devo veramente colpire?»  stavolta Sara non ha il coraggio di aprire la bocca. «Lo hai voluto tu.» Carica di nuovo la pistola e se non fosse per Claire che mi stringe il braccio lo avrei già bloccato. Prima che però prema nuovamente il grilletto, Sara grida e con nostra grande sorpresa...
«Va bene! Va bene,ma posa quell'affare!»
«Mi dispiace, è una garanzia.» Claire fa un sospiro profondo.
«Glielo avresti lasciato fare?» le  chiedo a bassa voce sconvolto.
«Non lo avrebbe mai fatto. Cerca solo di spaventarla. Lo sento e ti ricordo di essere legata a lui un minimo, non come te e Drew, ma.. insomma,lo so e basta.» abbassa lo sguardo e capisco con profondo sconvolgimento che il suo legame con Luke non c'entra proprio nulla con quello tra me e Drew.Non avrei mai pensato che Claire potesse vederlo come un ragazzo degno di attenzioni, e mi vergogno perfino ad ammettere il fastidio che provo per i suoi occhi innamorati dell'idiota che è tra i primi posti della lista delle persone che odio. Sì ,innamorati. So distinguerli, specialmente se sono quelli di mia sorella e per questo provo un tremendo dispiacere per il mio migliore amico, cento volte più meritevole di Luke.
Ma torniamo all'ombra che ho tra le mani.
«A te la parola.» la invita Luke soddisfatto, ma gemendo subito dopo per essersi spostato sulla gamba ferita.
«D'accordo,ma prima dell'alba voglio essere libera.» noto solo adesso che sta sudando in maniera eccessiva. Che effetto possono mai farle i raggi del sole da spaventarla tanto?
«Dipende dalle risposte che ci dai.»
«Io... non posso dirvi tanto. E poi non morirò per mano del primario per aver aiutato degli stupidi sogni.»
«Preferisci morire per mano mia?»
Lei serra le labbra e abbassa lo sguardi.
«In realtà non so molto. So solo che qualcuno ci ha permesso di entrare azionando il Keyros,ma non mi è concesso sapere chi, e che adesso lo controlla a piacimento del nostro primario. Quindi mi dispiace per te,ma non potrò rispondere alla seconda domanda e tu sai che non mento, dato che sono la tua ombra.»  e questa è nuova pure per me. Non c'è poi stato molto tempo per capirlo, a dire il vero.
«Quindi non sai nemmeno se si tratta di uno di voi o di noi.»  deduco.
«So solo che aveva un certo conto in sospeso col primario e adesso lui lo sfrutta.» chi diamine può essere? È più probabile che sia uno di noi sogni, dato che sono gli unici a poter aprire il passaggio dall'interno del regno. Un momento... la furia si impossessa di me nel pensare che effettivamente conosco qualcuno che ha avuto a che fare con le ombre, qualcuno che ci ha già traditi una volta e che potrebbe benissimo rifarlo. Qualcuno che, nonostante io non conosca, è stato capace di farsi odiare non solo da me, ma da ogni sogno.
«Zack che ti prende?»   mi chiede Drew, forse percependo lui stessa la mia rabbia improvvisa che mi fa tremare il petto e stringere la presa su Sara. 
«L'incubo di mio padre. Lui ha avuto a che fare con le ombre.» perfino Sara sta zitta, dato che probabilmente conosce la mia storia. Non so neanche chi fosse quel tizio, non hanno mai voluto dirmi il suo nome. Molti sanno che gli è successo, io ho preferito dimenticarlo del tutto, far finta che non sia mai esistito.
«Zack, non... ecco, non si hanno più notizie di lui da quando tuo padre è morto.» mi spiega Drew.«Dicono che si sia gettato nello Specchio.» lo  Specchio  non è altro che il nostro piccolo lago infinito , senza fondo,dal quale non si torna indietro se lo tocchi appena ed è chiamato così appunto perché non vedi acqua ma il tuo riflesso come in un normale specchio e questo ti risucchia per sempre.   Eccezione fatta per il metallo, quello sopravvive.
«Dicono, Drew... non è mai stato accertato.» sbotto. Non alzo lo sguardo, sarebbe più spaventoso di quello di Isaac. Mi torna in mente che non ho avuto il coraggio di ucciderlo quando le mie mani erano alla sua gola, tremanti ed insicure dopo che la luce degli incubi mi ha abbandonato. Nonostante tutto quello che mi hanno fatto, che hanno fatto a mio padre e alla mia famiglia, provo compassione per loro, non trovo il coraggio di ferirli come loro hanno fatto con me, e non parlo dei lividi, del calci,ma della vita che mi hanno rovinato. Non m'importa se Isaac sente i miei pensieri, se scorge in me questa patetica rivelazione. Lui non mi spaventa, non lo ha mai fatto. Claire mi poggia una mano sulla spalla, con le lacrime agli occhi che a stento trattiene.
«Zack, hanno trovato la sua collana col simbolo in metallo molto vicino al centro del lago. Il metallo è l'unica cosa che non è in grado di assorbire, lo sai, e anche volendola mettere lì di proposito per sviare le ricerche, sai bene che se metti piede sulla superficie del lago, non puoi più uscirne, ma soltanto camminare per un breve tratto prima di essere del tutto assorbito. Quella collana è ancora lì, nessuno può prenderla se vuole vivere.»  non ne sapevo nulla perché non ho mai voluto saperlo, e adesso me ne pento. Se avessi saputo perché mio padre fosse stato ucciso, se avessi indagato forse non sarei qui, intrappolato sulla Terra. D'altro canto non avrei però mandato avanti la mia famiglia nei periodi di depressione di mia mamma, né sarei diventato un incubo dai massimi voti, quindi non avrei potuto difendere la mia famiglia, Drew, Ana e sua madre... non so se sentirsi in colpa è giusto o sbagliato in questo momento.
«D'accordo, abbiamo un possibile sospettato morto.» riprende Luke.  «Continuando, Sara, rispondi alla terza domanda adesso: Perché non potevate ferirmi?»    Sara ride soddisfatta.
«Scusami, ma hai preso l'ombra sbagliata. Eccoti la mia risposta: Non ne ho idea. Seguo solo gli ordini.»     
Luke si innervosisce e si alza nonostante la gamba «Stai mentendo, brutta...»
«Lo sentiresti. E comunque credo sia legato al fatto che tu sia figlio dei primari, non so esattamente in che modo.»   
«Che c'è, il vostro primario ha paura della reazione dei miei genitori? Siete patetici.»     Sara diventa di colpo seria e si perde con lo sguardo nel vuoto, riuscendo a distrarmi dal pensiero di mio padre per i suoi respiri profondi e preoccupati. 
«No... no, lui non ha paura di nessuno. Che si tratti di ombre, sogni, umani...»    alza lo sguardo. «Sono i tuoi genitori che devono preoccuparsi. E tu, Stefans, dovresti preoccuparti di suo figlio.» capisco di chi parla soltanto dopo alcuni secondi.
«Isaac.» e mi chiedo, perché i figli dei primari devono essere tutti insopportabili? «E' un puro come me e  probabilmente suo padre vuole che sia lui a mettermi fuori gioco per quella stupida profezia.»
 «Una stupida profezia che ci ha portati fin qui e di cui io non so nemmeno il contenuto, per la cronaca. Dovrei, dato che mi ci sono ritrovato in mezzo senza motivo e avresti anche potuto parlarmene, Zack.»
«Luke, quanto mai noi abbiamo parlato di qualcosa?» gli faccio notare io, ma ecco che Sara geme di colpo sofferente. Mi metto davanti a lei per capire che le prenda, senza però smettere di tenerle le spalle per non farla scappare. Da quando l'abbiamo portata qui sembra molto più stanca, le occhiaie attorno ai suoi occhi si sono appesantite, i suoi capelli hanno perso volume e non urla più.  Come ho fatto a non accorgermi del suo indebolimento improvviso? Solleva lo sguardo osservandomi,poi sogghigna.
«La tua compassione ti porterà alla morte, Stefans. È logico, idiota:  più l'ora dell'alba è vicina,più ci indeboliamo. La luce, il risveglio degli esseri terrestri... tutte cose mortali per noi ombre. Bah, siete ocntenti? Siete riusciti a farmi dire una nostra debolezza.» grazie alla sua spiegazione, capisco perché la prima volta che ho tirato fuori la luce degli incubi sia io che Isaac l'abbiamo persa di colpo: non era solo la tranquillità di Ana a frenarci, ma anche l'alba che ha indebolito la mia cara amica ombra, che devo dire recita molto bene.Non mi ha fatto poi capire granchè... già, forse perché  ero praticamente mezzo svenuto. «Ho detto tutto quello che avevo da dire. Adesso lasciatemi andare.»
«No,no, un attimo...»  Drew interviene.«Perché il padre di Isaac manderebbe suo figlio a sporcarsi le mani di  sangue... no, quello lo fa ogni ombra. Ricomincio. Perché il primario delle ombre manderebbe la sua ombra prediletta, nonché il puro, suo figlio,a rompersi il sedere contro il nostro di puro che gliele suona di santa ragione ogni volta?Neanche un padre gnomo sarebbe così menefreghista.»
«Tu sei ancora più idiota del tuo sogno. Merda, ma che problemi avete?»  sbotta Sara e mia sorella le da una lieve spintarella alla testa. La guardiamo tutti sconvolti e lei cerca di ricomporsi.
«Non sopporto le brutte parole, ok?»
«Si ci mette anche la santarellina, adesso. Ascolta, per rispondere al tuo stupido quesito, biondino-senza-pistola, ti dirò che è pur sempre un ombra oltre che un padre. Siamo fatte così. Non ci fidiamo di nessuno, siamo egoiste, malvagie e...»
«Allora perché hai sofferto quando ti hanno lasciata sola?» chiedo di rimando sapendo di colpirla in pieno. Lei rimane in silenzio, concentrandosi solo sui suoi respiri pesanti e osservando le sue ciocche rosse annerirsi e stendersi, rovinando i suoi ricci perfetti. Mi guarda, cerca di essere furiosa ma è soltanto stanca e spaventata. Uno a zero per Zack Stefans. «Te lo dico io perché: perché chiunque è legato agli umani prova le sue emozioni.Come tu sai delle cose , io ne so altre, e credo proprio che sia il vostro primario ad avervi messo in testa questa stupida storiella. Lui è così,ma tu non lo sei e me lo hai dimostrato. Il punto è, perché mai il capo delle ombre che potrebbe benissimo farmi fuori con la sua esperienza non viene di persona e mette in atto il suo piano? Perché mandare voi e rischiare di fallire?» lei serra le labbra sa la risposta. «Vogliono farmi apparire un traditore. I sogni lo credono di me e non di Luke, come se lo volessero proteggere e secondo me questo è collegato al fatto che non potevate assolutamente ferirlo. Mi sbaglio?» prendo il suo silenzio come una risposta affermativa. Sto diventando bravo mi farei un applauso da solo.«Hai detto che il perché non lo sai, e si è capito. A me fate quel che diamine volete, e a lui, il più rompiscatole degli incubi nonché presuntuoso e viziato...»   
«Hai finito?»  sbotta Luke.
«No,dimenticavo donnaiolo. Comunque, a lui non fate proprio nulla e non può essere un caso. Potreste prenderlo in ostaggio per i primari e convincerli a farvi entrare. E poi perché non attaccare  il regno subito? Io non ci sto capendo più nulla.»  
«Non mi stupisco.» Riprende Sara. «Sei un idiota. Lo siete tutti.Non sapete nemmeno come i vostri primari proteggono casa vostra vero?»
«Che vuoi dire?»
«Numero uno,Il Keyros rimasto chiuso dopo il vostro sequestro, non è stato possibile riaprirlo perché c'è qualcuno che ostacola l'entrata e non permette alla nostra spia di raggiungerlo per azionarlo. C'è qualcosa, come un campo di forza, che ha intrappolato tutti i sogni per evitare che qualcuno entri o esca. Un genio , e sicuramente amico di un incubo da noi molto conosciuto.»
«Hunter White, suppongo. State cercando di capire chi ostacola l'entrata.» qualcosa però non mi torna. Hunter si stava nascondendo l'ultima volta che ho avuto un contatto con lui, era ferito, un fuggitivo e mi ha detto chiaramente che nemmeno i primari sapevano come sbloccare il Keyros. Sicuri che sia stato lui ad organizzare questo piano di intrappolare i sogni al regno? se è sì, avrà sicuramente una valida motivazione che devo assolutamente scoprire. Sara continua la sua spiegazione.  
«Numero due, se aprissimo il passaggio,la vostra collana lo percepirebbe e tu, con la tua stupida umana, tornereste e la profezia si compierebbe, con come risultato la nostra sconfitta. Quindi tu devi essere fuori gioco, ed Ana...» si blocca all'improvviso e guarda davanti a sé.
«Cosa? Ana cosa?»  la scuoto io,ma Drew tossisce indicandomi di guardare oltre la barriera. Lei è qui e sente qual è l'argomento della conversazione. Perché è tornata? Perché non è da sua madre? Ecco che non sento più le spalle di Sara sotto le mani. Sono un idiota, aveva ragione. Lei si smaterializza, liberandosi dalla cinta, per poi comparire esausta davanti a noi. Tuttavia non sorride.
«Se ci rivedremo, sappiate che non ve la caverete come le ultime volte. Le cose sono cambiate adesso. Ah, apri bene le.orecchie, Stefans: un incubo senza umano non può mettere piede sulla Terra.»  detto questo scompare, tornando al suo mondo di tenebre, proprio pochi secondi prima che il primo raggio del sole attraversi la finestra. Che voleva dirmi con la sua ultima frase? E poi, perché darmi un suggerimento? Mi sa che il sottoscritto, l'incubo compassionevole, si è fatta una nuova amica. Drew rimuove la barriera ed Ana si avvicina, con uno zaino in mano e vestiti diversi, più familiari per quel che mi riguarda: dei semplici jeans, scarponcini, un giubbotto. Abbassa lo sguardo, non ha più quell'entusiasmo che mi ha colpito e disarmato la prima volta.
«Pensavo che aveste fame e...beh, ho portato qualcosa da mettere sotto i denti. So che amate le focacce, ma non avevo più soldi da parte dato che vi ho comprato le felpe ed è comunque una colazione, non si possono mica mangiare sempre. Perciò ho fatto io personalmente dei panini con la nutella. Tranquillo Drew, l'amerai sicuramente. Spero che vi piacciano, comunque.»
«Tu vuoi ancora ... insomma, dopo tutto quello che abbiamo fatto...?»  Drew  viene subito interrotto.
«Sono state le ombre a creare questo casino. E' per colpa loro che siete bloccati qui, no?Tuttavia vorrei parlare privatamente con un certo incubo imbecille.» mi guarda innervosita. Ah... sarei io l'incubo imbecille? No, perché l'ho salvata io sua madre e il conducente, giusto per chiarire. E sempre io le ho prese le botte. Ma quei suoi maledetti occhi verdi riescono a farmi stare calmo e ad accogliere il suo invito a parlare a tu per tu, nonostante mia sorella tenta di fermarmi. «Bene. Ah, e questa è per Luke» tira fuori dallo zaino una strana valigetta bianca, con una croce verde come unica decorazione -sempre se così si può definire-. «E' una cassetta medica. Claire, qui troverai fasciature e disinfettante, ci sono delle istruzioni al riguardo, ma deve essere anche rimosso il proiettile. Drew?»
«Rimuovere? Un attimo, vuol dire infilare le dita nella ferita con quel sangue e... no, assolutamente no. No, no.»
«Che coraggio, panettone.» lo schernisce Luke.«Tranquillo,  lo faccio da solo.»
«Ed io mi occupo delle bende.»  dopo che Claire si offre disponibile, è Ana stessa a prendermi per il polso e trascinarmi fuori. Non so esattamente perché abbia tutta questa voglia di parlarmi da solo, ma non mi piace. Non dopo l'ultima discussione che abbiamo avuto.
«Senti Ana, scusa se ti ho mentito. Beh, in realtà non l'ho fatto, ho solo omesso qualche dettaglio...» Scende le scale fingendo di non ascoltarmi, ed io dietro di lei. Continuo comunque.«Ma l'ho fatto per proteggerti, e poi ho cercato di rimediare.»  apre la porta d'ingresso uscendo subito sopo e ,dopo un po' di confusione, decido di lasciar perdere anche questo particolare ed anche il gelo che c'è qua fuori. «Ti ho fatto una promessa, proteggere tua madre e...» e di colpo mi blocco perché non sento più freddo, anzi un caldo imbarazzante, accompagnato dal rossore delle guance e dall'interruzione del respiro a causa delle sue braccia che stringono il mio corpo come non avessero mai abbracciato, e del suo viso che sprofonda sul mio petto, forse rosso più del mio. Si stacca con sguardo basso e spostandosi una ciocca dietro l'orecchio. No,non respiro ancora.
«E l'hai mantenuta. Sei un imbecille perché sì, mi hai deluso, ma hai anche rischiato la vita quando io ti avevo detto che avrei protetto mia madre da sola.»
«Ma...»
«Ma non ci sarei comunque riuscita e tu lo sapevi, tanto che hai rischiato da farti ammazzare da mia madre e dalle ombre. Solo un imbecille farebbe delle cose del genere. Quindi, grazie di cuore. Senza di te mia madre non sarebbe a casa adesso.»
«Sta bene?»
«Sì ,è a letto. Dorme e le ho fatto credere che la storia dell'incidente, dei tuoi poteri e delle ombre sia stato tutto un sogno.»
«E ti ha creduta?»
«Non lo so. Non è facile nascondere una cosa simile.» sento i suoi sensi di colpa per la madre. Pensa di non essere stata abbastanza prudente per proteggerla.
«Ana tutto questo non è colpa tua e non c'è motivo per sentirsi colpevoli.»
«Allora mi dici che diamine c'entro io in questa storia? Se non ho motivo di sentirmi in colpa, che motivo ho di essere importante per voi sogni? Per te e per Isaac?» le parole di Hunter mi rimbombano nella testa, come se quel poco di coscienza che ho ancora mi implorasse di ascoltarla almeno questa volta. Non parlare. Non. Parlare. Andiamo, come faccio?!
«Io... dannazione, Ana non lo so con certezza.» mi osserva cercando di capire se stia mentendo o meno. Anche se non è realmente figlia di una poliziotta, ha uno sguardo intagatorio come se fosse tale. Uno sguardo che mi mette con le spalle a muro ogni santa volta.
«Vieni con me.» dice poi cominciando a camminare.
«Aspetta, dove? E gli altri?»
«Non perderemo molto e comunque devi assolutamente vederlo. Forza.»
«E se qualcuno mi vede?»
«È l'alba, Zack. Non c'è nessuno sveglio. Vieni, dai.» dopo aver rivolto uno sguardo alla finestra della camera dove sono gli altri, la seguo arreso in mezzo alla neve, stringendomi le braccia al petto per il freddo. Dietro un angolo, troviamo uno strano veicolo, diverso dalle auto, con soltanto due ruote, un faro sul manubrio. Non riesco a nascondere la curiosità e lo sfioro.
«È una moto, vero?»
«Uno dei tanti tipi.»  dice porgendomi una cosa tonda e spiegandomi di che si tratta. «Si chiama casco. Serve per non farti spaccare la testa in caso di caduta.»
«Aspetta, quindi la moto è tua? Dobbiamo salirci?»
«Sì, ma ti assicuro che non sono mai caduta. Siediti dietro di me.» obbedisco immediatamente. Vi sembrerà un atteggiamento infantile, lo so, ma ho sempre sognato di salire su uno di questi affari e a stento nascondo l'eccitazione. Non vi dico poi quando lo mette in moto... sembra quasi di volare. Vorrei aprire le braccia,ma non lo faccio solo per conservare un minimo di dignità. Ok, anche perché Ana corre veloce. Troppo. Frena di colpo e quasi la schiaccio.
«Corri sempre così?»
«Abbiamo fretta ,no?Su,vieni a vedere.»   mi tolgo il casco e la seguo fino ad arrivare di fronte ad un negozio . Un negozio interamente bruciato e con la vetrina distrutta, Probabilmente da sassi. Avanzo sconvolto ed entro nel negozio senza fregarmene che ci possa essere qualcuno. Doveva essere un negozio di giocattoli. Cerco di prendere quel che rimane di un orsacchiotto bruciato, ma è ancora caldo.«Non devono essere lontani»
«Lo so, io li ho visti appiccare l'incendio. Sono stati i proprietari, Zack.» osservo il negozio un po' confuso e penso che , date le sue dimensioni e la bellezza dei giocattoli a terra, non avevano alcun motivo per fare una cosa del genere.
«Perché mai avrebbero dovuto farlo? Ne sei sicura?» annuisce tristemente e prendendo un giocattolo rimasto in tatto in mano. Mentre lo accarezza come se fosse suo da una vita lercepisco la sua sofferenza e la moto quasi me la scordo.
«Senza la vostra magia, senza i sogni, tutti sono diventati malvagi, tristi. Sono impazziti. E se io c'entro qualcosa, se io posso evitare che accada qualcos'altro del genere voglio farlo per il mio mondo. Ma se non so cosa sono, se non so cosa fare, come posso agire?»  la guardo negli occhi e la sua determinazione mi rende fiero di averla come umana, ma anche colpevole, perché non le do modo  di sfamarla. «Zack, non so da cosa tu mi voglia proteggere.»
«Non lo so neanch'io.»
«Ma se tieni a me piuttosto che ad un qualsiasi altro essere umano vuol dire che ho qualcosa di diverso e so che è così. Sono sempre stata diversa e tu sai il perché.» incontro i suoi occhi forti e mi sento veramente uno stupido. All'inizio ero nella sua stessa posizione, ignaro del perché fossi così importante da meritare la morte di un padre o la sfiga perenne,ma a differenza sua, io non pensavo minimamente al fatto che avrei potuto proteggere il mio mondo. Riuscivo soltanto a piangermi addosso, a ripetermi che fossi sfigato... lei no, e la invidio.
«Ti sembrerà assurdo.»  comincio io. «Ma ti capisco. All'inizio era così anche per me,ma non avevo affatto il tuo desiderio di sapere, né la tua determinazione. È una cosa che ammiro tantissimo in te e che vorrei avere, ma la sua mancanza mi ha portato a nasconderti certe cose e mi dispiace. Mi dispiace di essere apparso ai tuoi occhi come un incubo bugiardo o che Sembra voglia sfruttare la tua gentilezza. Ti assicuro che non lo sono. Avevo solo... paura.»  mi si avvicina più comprensiva ed intuendo che dalla mia bocca usciranno parole che non mi sarei sognato di dire a nessun altro. Non riesco a trattenermi, è come se qualcosa dentro mi spingesse a parlare, a farmi capire perché so che lei può capirmo.  «Io... beh, sono l'unico incubo di una famiglia di sogni. È strano. Mio padre non sapeva come istruirmi ad un compito che non fosse il suo, ma mi diceva sempre che il compito principale di uno come me è quello di proteggere il tuo sogno e l'essere umano a qualsiasi costo,ma che il compito di qualsiasi essere è proteggere chi si ama in generale, che sia ombra,incubo, sogno, umano.
È morto credendo che il suo incubo la pensasse come lui.» mi blocco un attimo stringendo i pugni e stavolta lei rimane in silenzio.  «È stato consegnato in mano alle ombre perché ha capito che suo figlio, Zack Stefans, fosse speciale ed è morto,portando il segreto con sé. Quando l'ho scoperto era tardi, le ombre avevano già iniziati a rovinarmi la vita. Io voglio solo essere un giusto incubo,  proteggere chi amo senza permettere a quei demoni di portarmi via qualcun altro di tanto importante, compresa tu. È da te che deriva tutto, inutile nasconderlo ancora se ci tieni tanto a saperlo. Io, te e Drew siamo dei puri.»
«Che vuol dire?»
«Vuol dire che i tuoi antenati sono i ...»  la tasca vibra di colpo ed interrompe la mia confessione.
«Sono cosa? Continua»  tiro fuori dalla tasca il comunicatore che emette luce.
«Caleb! Mi sta chiamando! Nasconditi!»
«Aspetta, perché?! Chi è Caleb?!»
«Mio fratello e... ma che perdo tempo, devi nasconderti! Forza!»
«Ma stavamo parlando!»
«Va!»
«Non ci posso credere!»  obbedisce finalmente, così prendo il comunicatore e cerco di accenderlo. Cerco, ma non ci riesco.
«Andiamo!»
«Ma cosa dovrebbe fare?»
«Accendersi e mostrare mio fratello,ma... oh ,certo! A freddo non funziona! Abbiamo bisogno di un posto caldo quindi torniamo dagli altri!» stavolta sono io a prenderla per il polso e a trascinarla alla moto.
«No, dovevi completare il discorso! Non puoi lasciarmi in tredici!»
«Rimandiamo a dopo la chiamata. Forse scoprirò qualcosa in più e potrò finalmente spiegarti tutto come si deve.»
«Allora voglio ascoltare la chiamata così eviti di sprecare fiato.»
«Cosa? No! Non se ne parla!»
«Possiamo rimanere qui fin quando non mi dici di sì.»
«Vado a piedi, allora!»
«Non sai la strada.»  respiro per mantenere la calma. È testarda. Fa un sorrisino soddisfatto facendo girare le chiavi della moto tra le dita.
«Allora? Guarda che perdi la chiamata di Caleb.»
«Non si chiama chiamata.»
«Quel che è... È comunque importante,no?» saltella fino al motorino mettendosi il casco. Rimetto il comunicatore in tasca.
«A volte voi umani siete irritanti.»

Eh lo so che avete aspettato una vita ma comunque ecco a voi il capitolo, spero vi possa piacere nel prossimo vedrete che accadrà qualcosina😘
Immagino le vostre menti creare le coppie... come si chiamano? Ship? Boh, non ne capisco. Un basito!!! 😘😊

Nightmare dream-il Regno Dei Sogni-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora