No, non ho chiuso occhio. No, non sono affatto tranquillo e non lo è nemmeno il resto della mia famiglia nell'aver appreso cosa è successo a Claire. Sì, l'impazienza ed il nervosismo mi stanno mangiando vivo.
Una volta tornati a casa e raccontato quel che è successo a pranzo, mia madre non ha fatto altro che lodare tutto giorno Luke per il suo coraggio, le sue capacità, la sua bontà... e nel frattempo io alzavo gli occhi al cielo ogni minuto. Ho detto agli altri che avrei lavato io i piatti dopo cena e che sarei andato a dormire solo dopo aver finito. E no, non ci sono andato. Sono rimasto sul divano a leggere per l'ennesima volta il libro sugli umani di mio padre. Come penso abbiate capito, mi hanno sempre affascinato, l loro normalità è diversa dalla nostra, forse più noiosa, ma tuttavia mi attrae. Il mondo degli umani, di Ana è qualcosa che intendo scoprire, perlustrare angolo per angolo,ma voglio farlo senza avere addosso la paura che possa accadere qualcosa ai miei cari, senza questo perpetuo e soffocante nervosismo che mi opprime. Ci sono tante domande senza ancora una risposta, ad esempio perché non ho mai sentito parlare di questa profezia e dei puri? Che vuol dire che io , Ana ,Drew e quell'ombra abbiamo un legame particoare? Sbuffo frustrato, chiudo il libro e lo rimetto a posto.
È quasi l'alba e devo incontrarmi un quarto d'ora prima con Drew di fronte alla bottega di sua madre. Vado in bagno. Ho nascosto appositamente i vestiti dentro la doccia dato che io sono stato l'ultimo a lavarmi e che mia madre era già a letto. Indosso la prima cosa che mi capita, mi lavo la faccia e mi guardo allo specchio. L'ultima volta ho visto il volto di Ana, adesso vedo mio padre ed i suoi occhi azzurri, così buoni, così vivi. Che due anni fa si sono spenti per un incubo incapace.Perché un'ombra ha deciso di rovinargli la vita. Io non sto facendo bene il mio lavoro e per questo non voglio perdere nessuno, compreso Drew. Cosa direbbe mio padre? "Stai facendo la cosa giusta figliolo"? O forse "È nostro compito lavorare con onestà e tu non lo stai facendo."? Sbatto un pugno a muro e resisto alla tentazione di piangere nel ricordare quel giorno. Non volevano mostrarmelo, ma io ero come lui ,testardo. La porta era socchiusa, la fessura era abbastanza grande da permettere al mio occhio di vedere, mentre i miei fratelli erano al piano di sopra a piangere. Forse sarei dovuto rimanere con loro, risparmiarmi lo strazio nel vedere il corpo sanguinante di mio padre disteso sul tavolo in cucina mentre tentavano di rianimarlo, di riportarlo alla vita, da sua moglie, dai suoi figli... da me. Corsi fuori di casa, suoerai la folla a spintoni fin quando non trovai Drew. Non disse nulla e gliene fui più che grato. Mi sedetti a terra piansi al suo fianco. Quel giorno, sapere di essere un incubo mi ha ucciso. Io non avrei più permesso che qualcun altro facesse la fine di mio padre. E non lo permetterò nemmeno adesso.
Esco dal bagno e scendo le scale. Ho lasciato un biglietto a mia madre, dicendo che la signora aveva bisogno di una mano all'alba e che tornerò direttamente a pranzo. Scendo le scale e osservo l'orologio: sono perfettamente in orario. Sto per uscire di casa, quando un rumore attira la mia attenzione. Non sono le lucciole ,è troppo presto. I rumori continuano e capisco che provengono dalla cantina. Mi dirigo in cucina. Sotto il tavolo nascondiamo una botola che conduce alla cantina in caso di emergenza, ma dalla morte di mio padre nessuno ci ha mai messo piede. Appoggio l'orecchio al pavimento. Sì ,proviene da lì. Prendo un coltello dalla cucina, poi apro lentamente la botola. Nella scala non c'è nulla, ma il rumore persiste ancora. Lieve, ma c'è. È proprio sotto la scala. Con un balzo la supero, mettendo subito il coltello davanti a me.
«Chi c'è?!» mi tranquillizzo immediatamente nel vedere mio fratello Caleb cadere dalla sedia per il terrore. «Caleb? Che ci fai qui?» si porta la mano al cuore e respira affannosamente.
«Cosa ci fai tu qui! Mi hai fatto venire un infarto!» si sdraia al pavimento sbuffando.
«Scusa,ma credevo fosse un ladro e...» il mio sguardo cade sul tavolo: sta costruendo qualcosa con gli attrezzi di nostro padre.«E questi chi te li ha fatti toccare?»Sbotto io indicando gli attrezzi di mio padre. Lui si alza velocemente e nasconde qualcosa che non avevo notato. «che hai lì?»
«Ei ,mi hai fatto venire un colpo al cuore,non pensi di chiedere troppo?»
«Caleb piantala e dimmi cosa stai facendo qua sotto?» sbuffa.
«Io stavo... aspetta , e tu che ci fai sveglio a quest'ora vestito così e abbastanza sveglio da prendere un coltello un cucina?» me ne ero quasi dimenticato. Lo butto a terra.
«Devo fare un lavoro con la signora Stella. Le serve mano l'opera.» se devo mentire a tutti, almeno uso la stessa scusa. Ma no, non mi fa sentire per niente meglio.
«Ah, ah... certo.»
«Ei qui quello strano sei tu.»
«Lo prenderò come un complimento..» commenta infastidito mentre rimette a posto tutto. Mi accorgo solo adesso che forse con quel "strano" ha inteso "diverso da me"... è più precisamente , "non eletto."
«Caleb scusa è che... mi hai fatto prendere un bel colpo. Credevo sul serio che tu fossi un ladro. Voglio solo sapere perché sei qui.» Mi guarda indeciso se dirlo o meno. Alla fine, però, decide di sedersi di nuovo e di tirare fuori quel marchingegno.
«Sono qui per questo.» lo prendo in mano. Papà diceva sempre che Caleb è portato nel campo tecnologico, ma non pensavo che quest'ultimo l'avrebbe preso sule serio.
«Sembra un comune pezzo di petro di forma circolare.» dico fingendo di essere un'esperto in materia con fare ironico, ma lui si mostra offeso.
«Beh, non lo è.» tira fuori uno dei suoi fumetti scientifici,ambientati in zone di guerra.«Qui ho visti che per mettersi in contatto tra un mondo e l'altro utilizzavano un oggetto simile. Ho solo provato a ricrearlo. In realtà ne ho fatti due.» mi mostra il secondo.
«Volevi portare alla vita il tuo fumetto?» mi guarda nervoso. Come non ci siamo messi a litigare ancora non lo so.
«Certo che sei più idiota di quel che credevo. No. Non sono un nerd tutto fumetti e addio vita sociale. L'ho fatto per Claire.» a questo punto attira la mia attenzione. Poso l'aggeggio in tasca per non averlo tra le mani e mi siedo sul tavolo, al massimo dell'interesse.
«Che intendi dire?» sembra addolcirsi ed immagino stia pensando all'espressione sconvolta di nostra sorella una volta tornata a casa.
«Ho pensati che potrebbe portarlo con sé sulla Terra e che in caso di pericolo , se ho assemblato tutto correttamente, avrebbe potuto contattarmi.» lo guardo stupito e lui sembra imbarazzarsi. Non ho la minima idea se funziona o meno, ma per la prima volta in vita mia mi rendo conto di quanto Caleb sia geniale e , dopotutto, non così egoista. Ma la mia espressione sembra non trasmettere il mio stupore, tanto che Caleb sbuffa nervoso.
«Avanti» comincia lui.«Insultami pure.»
«Perché dovrei? Caleb é geniale, e se funziona davvero direi che diventerai famoso per la tua invenzione.»
«Lo credi davvero?» gli Poggio una mano sulla spalla come segno di incoraggiamento.
«Ne sono più che convinto. Un po' di tempo e vedrai che... tempo? Oh ,cavolo sono in ritardo! Caleb scusa devo andare!»
«Zack aspet..!» troppo tardi. Sono già fuori casa a correre per le strade buie del Regno ed ignorando le lucciole notturne che cominciano a spegnere i lampioni. Alcuni Gnomi mi urlano di fare piano, altri mi mandano a quel paese per aver calpestato i loro giardini. Fortuna che sono troppo veloce per permettergli di raggiungermi o di tirarmi qualche mattone in testa. Il tempo di arrivare di fronte alla bottega sono stremato e mi appoggio alle ginocchia madido di sudore. La doccia è andata a farsi benedite. Non ho più fiato. Dopo aver lanciato un sasso alla finestra in legno di Drew mi siedo a terra. Passa un minuto prima che scenda.
«Ma si può sapere perché ci hai messo tanto?» sbotta lui agitato e guardandosi attorno per paura che qualcuno possa vederci.
«Ho avuto qualche problema. Sei pronto ad andare?»
«No..» sussurra appena ,ma io inarco il sopracciglio. Non si può tornare indietro. Lui si arrende. «Ok,ok. Sono pronto.»
«Hai preso il sacco di muffin alla polvere di fata?» lo getta a terra osservando la finestra della camera di sua madre.
«Se mia madre scopre che manca un sacco il mattarello lo usa per spaccarmi la testa invece che per la farina.»
«Andiamo Drew, se tutto andrà bene lo riporterai a casa sano e salvo. Male che va ti aiuterò io a rifarli.»
«L'ultima volta invece di una torta è venuta fuori una bomba atomica.»
«Basta blaterale e andiamo. Siamo già in ritardo.» a cosa servono i muffin? Lo capirete presto.
Il regno addormentato assieme alla preoccupazione che ci soffoca rendono l'atmosfera quasi inquietante, tanto che io e Drew procediamo a passo spedito fino a raggiungere la funivia delle bolle. Quella non va mai a nanna.
«Zack, non funzionerà mai.» dice Drew stringendo il sacco a sé.
«Puoi fidarti di me soltanto una misera volta?»
«Non lo faccio perché so che me ne pentirò amaramente.»
«A volta mi chiedo perché siamo migliori amici...» commento.
«Beh, perché l'unico che ha la tua stessa follia sono io. Avanti, andiamo a fare l'ennesima cretinata della nostra vita.» con mia grande sorpresa, avanza lui per primo, diretto alla biglietteria. Lo seguo soddisfatto. Arrivati lì, troviamo uno gnomo mezzo addormentato , con ben quattro cuscini che gli permettono di raggiungere il tavolo. Non sembra essersi accorto di noi dalla stanchezza.
«Io è già tanto che sono venuto qui» sussurra lui «A te l'onore.» Lo guardo irritato. Svegliare uno gnomo è qualcosa di altamente pericoloso: rischi di subire i suoi insulti a vita. Busso sbuffando sul vetro,ma non si sveglia. Mi guardo attorno. Ok, non c'è nessuno... posso anche esagerare. Sbatto fortemente la mano sul vetro due volte. Incredibile non funziona ancora.
«Non è che è morto?» chiede Drew.
«Ora lo faccio tornare in vita, allora.» do due pugni al vetro talmente forti che mi faccio male perfino io, e abbastanza rumorosi da far cadere lo gnomo dalla sedia.
«Voi svegliato me! Voi mocciosi svegliato me! Capre!» continua a sbriatare così fin quando do un altro pugno al vetro.
«Guarda che non ho tempo da perdere con te! Voglio due biglietti!»
«Capre come voi mangiare biglietti! No!» dovete sapere che gli gnomi qui non sono come quelli che avete voi in giardino, adorabili e giardinieri. Magari fosse così. I nostri non si lavano, i loro cappelli coprono le piccole corna in testa ed i vestito sono ricoperti di muco appiccicoso. Ed odiano gli uomini. Con le ragazze, invece, si danno una calmata.
«Senti, abbiamo bisogno di prendere una bolla. Andiamo , non puoi privarcelo. È il tuo lavoro.» dice Drew più calmo di me.
«Perché voi due prendere bolla?» sputa a terra per poi scaccolarsi. E adesso arriva il momento in cui capirete a che servono i muffin.
«Una consegna al Quartier generale.» spiega Drew «Sai, un dipendente molto noto fa il compleanno ed hanno ordinato i muffin dalla bottega di Stella e..»
«Stella? È stessa donna che me adora?»
«Em... credo di sì.»
«Me ama muffin della bellissima Stella! Io volere sposarla, un giorno!» scoppio in una risata nel vedere la faccia sconvolta di Drew.
«Te puoi rimanere dove sei. Stella essere già impegnata ,con figlio da mantenere e pane da preparare, chiaro?» lo ammetto: mi sto divertendo.
«Noi fare così» comincia mister caccola con espressione da volpe. «Tu dare me dieci muffin ed io dare voi due biglietti senza soldi.»
«Dieci muffin?!» sbotta Drew terrorizzato all'idea di riportare a sua madre dieci di quelle prelibatezze in meno «Che ne dici di quattro?»
«No. Dieci o niente biglietti.» nonostante cerchi di fare il serio, le risa hanno la meglio. Alla fine però riesco a convincerlo, anche se di mala voglia ed otteniamo i due biglietti. Prendiamo la bolla e ci sediamo ,mentre il nervosismo ritorna a torturarci.
«Quindi fammi capire: se vedremo l'ombra che ci ha attaccati insieme a quella di Luke e tua sorella, allora noi due saremmo... Quella cosa...»
«Puri, Drew. E sì, è così.» qualcosa in tasca mi preme sulla gamba, e solo adesso ricordo di essermi involontariamente trascinato l'armese di Caleb.
«Cos'è?» chiede Drew curioso.
«Lo ha fatto mio fratello. È una sua invenzione» al pensiero mi sento in colpa per come l'ho trattato negli ultimi due anni, per avergli urlato contro di essere egoista quando invece avevo solo bisogno di parlare un po'. La stanchezza mi colpisce di colpo , tanto da farmi sbadigliare. Vorrei tanto chiedergli scusa e dimostrargli che gli voglio bene nonostante tutto, che voglio essere il fratello maggiore e non il padre. Non potrò mai colmare il vuoto che ci è piombato addosso due anni fa, lo so, ma voglio almeno tentare di renderlo sopportabile.
«Zack è tutto ok?» chiede Drew ed io mi limito ad annuire. «Riguarda Caleb? Ancora liti?»
«No,nessuna lite stavolta.» dico senza una particolare espressione, facendogli capire che voglio cambiare discorso, ma lui dice un'ultima cosa.
«Sai, io sono figlio unico e credimi che la mia vita è di una noia mortale. Beato tu che hai un fratello ed una sorella su cui contare. Io ho solo te.» adesso ricordo il perché siamo diventati migliori amici, o meglio dire fratelli: perché ci siamo sempre stati l'uno per l'altro quando tutti ci hanno allontanato, quando la vita ci ha colpito duramente, nel suo caso tramite il bullismo,nel mio con Luke e mio padre. Abbiamo alleviato l'uno le pene dell'altro condividendole insieme, e dopotutto credo sia questa la vera amicizia. Per quanto a volte possa essere fastidioso, allontanarmi da Drew sarebbe come perdere oer la seconda volta un mio caro. Drew continua «Magari non te ne rendi conto, ma tenti di essere come tuo padre e fai bene perché era un grande. Ma forse per Caleb suo padre era suo padre e basta. Per quanto possa cercare di capirti non ci riesco... io non so nemmeno che aspetto abbia mio padre!» il padre Drew si è ucciso quando lui nacque. La bottega della signora Stella fiorí ben due anni dopo per una serie di prestiti che fortunatamente la signora è riuscita a saldare col passare degli anni per la sua intensa attività. Ma quando era incinta, non avevano neanche i soldi per una caramella e suo padre non si sentì all'altezza. Drew non ne soffre, dato che in realtà non lo ha mai conosciuto, ma per sua madre forse sì. Sa che se l'è cavata sempre da sola in questi anni e che riprendersi da quel che le è successo è stata dura... forse non lo ha mai fatto del tutto. Per questo odia disertare le regole: non vuole recarle altre delusioni.
«Sai che c'è , Drew?» intervengo io con una strana determinazione. «Noi due usciremo fuori da questa situazione assurda e dimostreremo a tutti quelli che ci hanno preso per i fondelli da quando siamo nati..»
«Tipo Luke?»
«Tipo Luke, che siamo i migliori. E lo dimostreremo anche ad Hunter ed alle ombre. Basta subire. Ci stai?» sputo la mano e gliela porgo. È sempre stato il nostro segno, per quanto schifoso possa sembrare. Lui sorride convinto, per poi sputarsi il palmo ed unirlo al mio.
«Beh,» prosegue lui. « Direi di sigillare il patto con un muffin. Tanto dieci li dovevo ripreparare comunque, due in più non fanno la differenza.»
«Facciamo che questi due li prepari con Claire. Regalo da parte mia.» arrossisce di colpo.
«Se parli ancora non solo non avrai il muffin,ma ti mando a fare compagnia allo gnomo della biglietteria.»***
Arrivati al Quartier generale, decidiamo di distanziarci un po' dalle telecamere di sorveglianza, chiedendoci dove mai dobbiamo incontrare Hunter, dato che, come al suo solito, non è stato molto chiaro su questo punto.
«Dici che è così idiota da lasciarci in tredici?» sussurra Drew impaziente.
«Spero che non sia così.»
«Ma sicuro che non ti ha detto dove esattamente?»
«Sicurissimo.» osserviamo l'entrata dell'edificio per almeno dieci minuti, ma di Hunter nessuna traccia. Drew di siede a terra stufo ,lamentandosi per le ora di sonno perse inutilmente. Io invece, stranamente, ripongo ancora un minimo di fiducia in Hunter e continuo ad aspettare.
«Zack andiamo via»
«Drew per favore non...» sento un dolore martellante alla testa, proprio come quando mi è successo sulla Terra, e vedo come delle immagini: vedo Ana sveglia, guarda qualcuno e gli chiede il nome... vedo Drew chiedermi aiuto , mentre delle ombre lo circondano e dietro di lui Ana distesa al suolo osservata dalla sua ombra... mi vedo cadere nel vuoto.
Mi sveglio crollando su Drew di peso. Lui mi scuote preoccuoato.
«Zack!Zack ci sei?!» lo guardo confuso e mi rialzo di botto spaventato, come se qualcosa volesse mangiarmi da un momento all'altro.
«Drew ho visto...!»
«Calmati, l'ho visto anch'io.» sussurra mantenendo la calma e cercando di trasmetterla anche a me. Rimango stupito, ma felice allo stesso tempo.
«C... come? Sul serio?» annuisce serio. Almeno qualcuno può capirmi.«Ma hai visto le mie stesse cose? Insomma,Ana, tu,l'ombra, me...»
«Sì Zack. E le ho viste anche quando è successo sulla Terra.» entrambi ci tocchiamo spontaneamente la collana, pensando probabilmente la stessa cosa.
«Credi che sia...?»
«Il legame con Ana? Sì.» completo io. Gli rivolgo uno sguardo e lo vedo preoccupato e so perché: in questa specie di visione che abbiamo avuto, lui veniva catturato dalle ombre, parecchie ombre.
«Drew non succederà. Io non lo permetteró.»
«Zack io so che cosa abbiamo visto. È l'incubo che ha avuto Ana. Per questo ci conosce.»
«Come lo sai?»
«Io.... ecco, diciamo che lo sento. Comunque, e se poi si rivelasse reale? Io non voglio rimetterci la pelle.» prima che io possa rassicurarlo, entrambi riceviamo una manata improvvisa in testa e ci tratteniamo dal fare rumore.
«Ma che...?!»
«La faccia ce la rimetti per mano mia assieme a quel cretino di mio fratello!»
Ci ritroviamo davanti una Claire furiosa con noi, che tuttavia ha almeno l'accortezza di sussurrare tutto. Bene, abbiamo un problema...
«C... Calire? C.. che sorpresa inaspettata.. » Drew cerca di calmare le acque ,ma lei ci afferra per le braccia e ci costringe ad alzarci pizzicandole abbastanza forte.
«Ora voi due mi spiegate cosa ci fate qui immediatamente. Di cosa stavate parlando? Che legame?»
«Non credi di voler sapere un po' troppo? Dopo il colpo che ci hai dato potresti anche essere più gentile»
«Drew se vuoi te ne do un altro.» alza le mani arreso e con un sorrisino che dovrebbe salvargli la faccia.
« No,no, grazie. Rifiuto volentieri. » Drew indietreggia ed io mi ritrovo faccia a faccia con gli occhi furiosi di mia sorella, che mi scrutano in attesa di una spiegazione.
«Non me la bevo la lettera che hai lasciato alla mamma» sbotta lei. «Ero con te alla bottega e la signora Stella non ti ha detto proprio nulla. Dimmi che succede. Che mi state nascondendo?» ed ecco che rivedo mio padre allo specchio, i suoi stessi occhi delusi che non mi fanno respirare. Che sto facendo? Perché sto mentendo a Claire?
«Allora? Parla.»
«Io...»
«Zack è lui!» Drew attira la mia attenzione e mi indica di guardare l'entrata del Quartier Generale.
«Lui chi?» chiede Claire confusa. Rispondo io.
«Hunter White, e non è affatto in una situazione piacevole.»
Tre guardie lo rincorrono e il mio istinto mi impone di aiutarlo.
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Nightmare dream-il Regno Dei Sogni-
خيال (فانتازيا).Tra voi umani c'è un detto , secondo il quale ogni notte un sogno vi tiene piacevolmente compagnia, solo che non lo ricordate molto spesso. Beh...in realtà non è proprio così. Diciamo che il sogno c'è, ma non è come lo pensate voi, ovvero solo qual...