«Non esiste! Caleb, andiamo, togliti quella tuta!»
«Perché? Mi sta pure bene infondo...» indossa pure il casco, mettendo poi le mani sui fianchi ed il petto in fuori, come se fosse chissà quale supereroe. Pepe abbaia come segno di approvazione, gironzolandogli intorno.
«Non verrà con noi, Hunter!» lui sbuffa, già infastidito dalla tuta troppo stretta per il suo possente fisico. Ci mancavamo solo io ed il mio senso di responsabilità da fratello maggiore.
«Zack, per quel poco che gli ho visto fare, ritengo che tuo fratello sia al quanto furbo e in gamba, abbastanza da creare un campo magnetico che possa bloccare le ombre e da venire con noi.» Caleb si scopre di nuovo il viso.
«Già, a proposito di quel campo... Per fare entrare Zack ho dovuto aprirlo, era inevitabile.»
«Già... Inutile farsene una colpa ragazzo. È segno che la battaglia avrà inizio a breve.»
«E Caleb non dovrà farne parte!» m'intrometto di nuovo separandoli. Hanno stretto fin troppa amicizia,per i miei gusti. «Mamma, diglielo anche tu per favore!». Mia madre si allontana dalla sign. Stella ancora distrutta, accarezza la guancia di mio fratello regalandogli un sorriso bellissimo.
«Tuo fratello ha bisogno di tutto l'aiuto possibile. Mi raccomando, Caleb, ascolta sempre il sign. White e Zack.»
«Mamma!» sbotto io sconvolto. C'è ancora qualcuno qui che ha un minimo di sale in zucca!?Gli bacia la guancia.
«Mamma, non davanti a tutti...» Caleb arrossisce e si rimette il casco mentre mia madre viene verso di me.
«Farà anche lui la sua parte, vedrai.»
«Non è questo. Ho paura di... Di non riuscire a proteggerlo.» come non ci sono riuscito con Drew, e lei me lo legge negli occhi. Rivolge uno sguardo alla povera Signora Stella, che non potrà mai più vedermi per l'errore che ho commesso.
«Zack, non è stata colpa tua. Le ombre, loro hanno ucciso Drew. Loro meritano una lezione e tu sei l'unico in grado di fermarli. Mio figlio, un puro. E Caleb, un genio.» guarda fiera entrambi. «Andate a salvare vostra sorella, tutte le dimensioni,e attenti alla spia. Di chiunque si tratti, sa insidiarsi bene sia tra le ombre che tra i sogni. Cercherà di fregarvi sicuramente.»
«Vostra madre ha ragione, Stefans. Cavolo, adesso con un cognome devo chiamarne due... Basta chiacchere e andiamo ad ammazzare qualche ombra.» Pepe sembra vedere di buon occhio mio fratello, tanto che lo segue agitando la sua coda - mi sento leggermente offeso. A proposito di ammazzare ombre, per la prima volta penso con dispiacere all'episodio di Cole e Sara, allo sguardo distrutto di lei, all'aiuto datomi anche quando stavo per morire sull'asfalto. Un'ombra non può essere fatta solo di crudeltà, Sara me lo ha dimostrato. Isaac è un'esagerazione e suo padre sarà sicuramente peggio, ma adesso non sono sulla Terra: l'assassino di mio padre può mettere piede in questo regno e farmi patire le sue stesse pene se non peggio, può uccidere altri miei cari senza rimorso. Lui ed Isaac sono gli unici al momento che meritano una morte sicura, gli unici per cui non proverò mai compassione. Sara merita di più, forse la libertà di essere ciò che vuole. Non sono sicuro di potergliela regalare proprio io, ma ci proverò. Quello che io provo per la morte di Drew, lei lo prova per quella di Cole e lo sappiamo entrambi. Solo noi due sentiamo il peso di tutto questo schifo con così tanta intensità da soffocare.
Do un bacio in fronte a mia madre e dei brividi mi fanno tremare il petto, come se avessi ancora una pallottola vicino al cuore. Sento dentro di me come una rottura, un dolore che non so da cosa derivi. Che sia un presentimento?
«Ti voglio bene, tesoro.»
«Anch'io, mamma. Più di quanto immagini. Ti prometto che Claire tornerà a casa sana e salva.» detto ciò, indosso il casco e insieme ai miei due compagni più un cane pulcioso m'incammino verso l'ennesimo scontro.***
Abbiamo superato la Funivia delle bolle di sapone indisturbati, ma adesso trovarci davanti al cancello del Quartier Generale ci mette lievemente in agitazione. Tutti e tre abbiamo già avuto modo di infiltrarci, ma adesso siamo dei ricercati e, in teoria, Hunter dovrebbe essere morto. Grazie al cielo, Caleb ha individuato un sistema di comunicazione tra i caschi che permette di estraniare tutte le altre guardie. Noi tre possiamo comunicare senza che altri ci sentano. Pepe è stato meno fortunato. Siamo dovuti scendere a patti con lo gnomo dei Muffin alla funivia delle bolle e loro sono abbastanza bravi nel campo dei camuffamenti, o trasformazioni temporanee. Quindi, tornando a Pepe... Diciamo che al posto delle orecchie pelose ha delle ali ed ha assunto le sembianze delle lucciole di sorveglianza. Questo non ha però inlfuenzato il suo formidabile olfatto. È sulla spalla di Caleb.
«Avanti, bello. Cerca Ana.» nel sentire il nome della padroncina, probabilmente cerca di abbaiare aprendo la bocca, ma gli esce solo un lieve campanellio. Arriccia il naso confuso, le ali lo sono ancora di più e prima che riesca a regolare il volo passa qualche minuto. Entriamo definitivamente e ci sono talmente tante guardie che nessuno ci nota.
«Non stanno cercando di ammazzarci!» esulta mio fratello incredulo.
«Caleb ti prego contieniti.»
«Stefans, lascialo sognare.»
«Perché a lui niente "Signorina" o insulti di alcun genere!?»
«È una matricola, non è abituato a lavorare sul campo.»
«Non ci voglio credere.»
«Andiamo, signorina, sei geloso?» chiede Hunter divertito.
«Disgustato. Solo disgustato.» Pepe sembra di colpo fiutare qualcosa e vola più velocemente.
«Pepe aspetta!» instabile con le sue nuove ali, va a sbattere proprio sulla faccia di una guardia donna senza casco. Lei lo afferra per la vita e frena l'impulso di sbatterlo a muro.
«Odio le lucciole, perché diamine questa è ancora in giro? Me ne occuperò io. Voi tre» indica proprio noi e, se io ed Hunter siamo abbastanza naturali, Caleb drizza esageratamente la schiena. «Tutto apposto mel giro di ricognizione?» annuiamo.
«White è... Insomma...?»
«Andato. Sì, non ne è rimasto nulla.» risponde mio fratello, l'unico in grado di far sentire la propria voce.Lei sospira, probabilmente nessuno qui era del tutto contro il miglior incubo nella storia del regno dei sogni. Il povero Pepe le morde i guanti, ma non ha più i suoi adorati denti da cane.
«Io metto questa lucciola con le altre.»
«Perché? Non dovrebbero sorvegliare l'edificio?» chiede ancora Caleb coprendo il mio "no!" ovattato dal casco. Sembra che la sua paura stia passando pian piano. Nemmeno la donna sembra sapere bene il motivo per cui agisce.
«Ordine dei primari. Andate al raduno, io vi raggiungo.»
«La porto io, tranquilla...» prova Caleb.
«Le guardie scelte come te non si occupano di lucciole, ma di ombre. Muoviti.» ci guardiamo tutti e tre confusi mentre lei si allontana.
«Signor White?» Caleb aspetta che anche l'idolo degli incubi trovi l'elemento di stranezza. Al momento trattiene me dal salvare Pepe.
«Lo so, Stefan Junior. È assurdo, le lucciole in questo caso sono essenziali, controllano anche i buchi più nascosti di questo posto e semmai anche un minuscolo esserino dovesse entrare, loro lo saprebbero. Qui qualcosa non quadra.»
«Dobbiamo prendere Pepe! Lui fiuta l'odore di Ana, l'aveva trovata!»
«Calmati, non possiamo fermarla se non vogliamo dare nell'occhio. Andiamo piuttosto a questo raduno, cerchiamo di capire che diamine succede. Tobias non è così stupido da non usufruire delle lucciole, lo conosco.»
«Non potrebbe parlargli lei?» chiede ingenuamente Caleb.
«In teoria, io dovrei essere stato risucchiato dallo specchio per volere suo e di sua moglie quindi, no, ragazzo. Non posso proprio.»
«No. Dobbiamo trovare Pepe.» insisto io. «Se andaste voi?»
«Non è prudente signorina. Da solo, la spia potrebbe sorprenderti, in tre è più difficile e, credimi, non si perderà mai una riunione di tale importanza. Sarà là in mezzo, ne sono certo.»
«E con mia sorella, Ana e Luke ci saranno solo le ombre.» sbotto io. «Dobbiamo...»
«Seguire le guardie. Basta perdere tempo e fidati, dannazione. » un piccolo particolare mi torna in mente intanto che ci incamminiamo insieme alle altre guardie: Nora sa che sono vivo e, a quanto pare, non l'ha detto a nessuno. Perché? Mi ha presentato davanti a tutti come una vittima più o meno innocente, non ha parlato di profezie, non sa che io sono un puro. Allora perché non dare la bella notizia al Regno?
Mi fermo di fronte alla foto di mio padre, appesa nella parete dei meriti. Mio fratello mi affianca, non l'ha mai vista. Giurerei di rivederlo bambino, quando ha iniziato ad odiarmi perché, in realtà, ero io che allontanavo tutti per la morte di papà. Quando Drew mi ha fatto tornare in me era troppo tardi: avevo già perso Caleb. Adesso, però, non accadrà più. Gli poggio una mano sulla spalla, so che si trattiene dal piangere.
«Ragazzi.» ci chiama Hunter unito alla massa di guardie - saranno una ottantina - tutte dirette in quella che credo sia una sala riunioni. Trascino via mio fratello e cerco di fare forza ad entrambi col silenzio.
La sala è più grande e, soprattutto, dal soffitto più alto di quanto potessimo aspettarci, cosparso di schermi da ogni parte. Hunter sembra a suo agio, probabilmente è da qui che spiava le mie trasferte sulla Terra. Al centro, Tobias intima a tutte le guardie scelte di fare silenzio. Sua moglie, al suo fianco, rimane in silenzio ad attendere il momento di parlare. Non l'ho mai vista così distrutta e ho ragione di credere che si tratta di Luke. Perdere il suo secondo figlio è il suo terrore più grande, tale da sconvolgerla. Tobias, invece, riesce a nascondere egregiamente il tutto. È sempre stato uno dei sogni che stimo parecchio insieme a mio padre. Lui me lo presentava spesso come un uomo saggio, un lavoratore eccezionale con una calma quasi disarmante in ogni occasione, un amico fedele come d'altronde Nora, una delle donne più amorevoli che papà abbia mai conosciuto. Da chi abbia preso Luke nella sua antipatia? Non l'ho mai capito. I primari sono l'esempio migliore che ogni sogno possa seguire, diceva mio padre. E adesso? Saranno sul serio in grado di reggere? Tobias è stato uno dei combattenti in prima fila nell'ultima guerra, tra i più valorosi, sua moglie altrettanto e spero davvero che anche stavolta diano del loro meglio.
«Amici miei» comincia lui. «Inutile dirvi che dobbiamo prepararci al peggio. Non si tratta solo di proteggere il proprio umano, stavolta. Le ombre stanno per attaccare e noi dobbiamo essere pronti a tutto. Hunter White...» si blocca pensando all'amico, serrando le labbra.
«Oh, Tobias...» sospira Hunter, probabilmente ha dimenticato che possiamo sentirlo. Dovevano essere parecchio amici.
«Lui ci ha consegnato nelle loro mani. Non sappiamo come con precisione, ma controllano il Keyros.»
«Il che vuol dire che se prima la vittima a rischio era solo mio figlio, adesso lo siamo tutti.» si intromette Nora con occhi stanchi. Da quanto non dorme? «Le lucciole?» chiede alla donna che abbiamo incontrato prima, posta proprio davanti a lei.
«Tutto apposto, signora, ma... Ecco, non potrebbero tornare utili? Perché raggrupparle?»
«Mi occuperò io personalmente delle lucciole, non voglio che altri sappiano dove li posiziono. Non mi fido più di nessuno, nemmeno voi dovete farlo. Solo io saprò dove agiranno le lucciole ed i loro poteri di difesa, chiaro?» Tobias le poggia una mano sulla spalla, intimandole di calmarsi. «Altro argomento della riunione. Hunter non lavorava da solo: qui c'era lui,ma sulla Terra e, quindi, a contatto con le ombre, c'era Zack Stefans.» un'esclamazione di dubbio rende l'aria pesante. Ma tu guarda che nome familiare odono le mie orecchie. Sempre protagonista questo tipo.
«Il ragazzo è morto.» ricorda qualcuno. Mi trattengo dall'indicarlo con gli indici e fargli un occhiolino del tipo "eh, ti piacerebbe!", stavo già sorridendo al pensiero, ma Nora mi toglie l'onore.
«No, non lo è.» m'irrigidisco a disagio. «Non volevo allarmare il Regno, né presentare uno Stefans come traditore infangando il nome di suo padre.» stringo i pugni senza calare lo sguardo. La guardo dritta in faccia, grazie al cielo il casco mi copre e Hunter mi tiene immobile. «Ha ucciso il suo sogno e adesso vuole condannare tutti noi. Dopo la morte del padre così ingiusta, non ha più considerato noi degni del compito che ricopriamo, né gli esseri umani meritevoli di protezione. Non riesco a dargli la colpa totale, è solo un ragazzo sconvolto... Vuole vendicare il padre. »
«Zack, ti prego contieniti.» Hunter mi stringe talmente saldamente la spalla da farmi male. Mi sta paragonando a quel maledetto assassino che ha strappato a mio padre la vita ed io dovrei stare calmo? Sta dicendo che oo abbia ucciso Drew, il mio migliore amico di proposito? Stavolta non è come ricevere una pallottola, ma vorrei scagliarla contro qualcuno. Tobias torna a parlare.
«Zack è soltanto l'ennesima vittima di questa storia. Quel ragazzo... Quante ne ha passate? Le ombre hanno rapito sua sorella, potrebbero averlo costretto. Comunque sia, non uccidetelo semmai doveste incontrarlo, non so se lo merita»
«Come?» Nora guarda il marito sconvolta. «Uccidi Hunter e non lui?» Tobias prende un respiro profondo prima di guardare la moglie, sorridendole forse per mantenere la calma.
«Lo hai spinto tu nello Specchio, cara, non io. E, comunque, non sappiamo nemmeno se sia morto...» si riferisce al fatto che non si sa in cosa consiste la condanna allo Specchio, giusto? Guardo Hunter e scorgo da dietro il vetro del suo casco un lieve sorriso. Decido di non farci caso.
«Stefans merita lo Specchio.»
«Pensiamo a difendere il Regno prima di incolpare chiunque, abbiamo subito già abbastanza perdite, a partire da Ben Stefans ad Hunter White, per diamine, per non parlare di quel povero sogno e Claire Stefans, ancora non trovata. Insieme a Luke... Catturiamolo, poi si discuterà la condanna. Voglio messa al primo posto la difesa dei civili, non la missione omicida contro un ragazzo, chiaro?»
«Un ragazzo che ha rapito nostro figlio.» sussurra appena Nora,poi si rassegna nervosa. «Suggerisco di allontanare tutti dal quartier generale.»
«Concentreremo la popolazione in un unico punto, di modo da difenderla meglio. Lontani dal quartier Generale e dal centro, certamente mia cara. Le ombre partiranno da qui e nostro obiettivo sarà evitare che raggiungano la città, quanto meno il centro. »
«Pessima idea. Le ombre saranno troppe. Non conviene attaccarle così di sorpresa, loro sono più imprevedibili di noi.» commenta Hunter come se qualcuno lo stesse ascoltando. Caleb attira la mia attenzione.
«So dove sono le lucciole.» Il sign White rimane immobile, io mi avvicino a mio fratello.
«Dove?»
«Il casco rileva le fonti di calore ed io ne ho localizzate parecchie ed anche intensi in un'unica stanza nel piano - 2 in una stanza abbastanza piccola. Devono per forza essere lucciole.»
«Dov'è questa stanza?» chiede Hunter.
«Secondo corridoio, infondo a sinistra.»
«Lo sgabbuzzino.»
«Sul serio?» chiedo io.
«Sono sempre serio, Stefans.» Nora avanza.
«Chiunque di voi voglia seguire la propria famiglia piuttosto che rischiare di morire, non è costretto a seguirci in prima linea. Ma sappiate che nessuno è esonerato dallo scontro.»
«E se fosse quello scontro?» chiede un uomo sulla sessantina, abbastanza strano in divisa da combattimento. Tutti ammutoliscono. Guardo Hunter confuso mentre sussurra.
«Il buon vecchio Roger.» io e Caleb ci lanciamo uno sguardo. Chi è Roger? «Signori, con il dovuto rispetto. La profezia è vecchia e stravecchia, più del sottoscritto, ma chi è una guardia scelta la conosce e la teme.»
«Per l'amor del cielo, Roger...» sospira Tobias. «Esisteva anche durante l'ultima battaglia, d'accordo? Nessuno l'ha mai rivista su nessuna parete, nessun puro è ancora in vita da quando il più vecchio dei sogni abbia memoria. La profezia è una leggenda.» do una gomitata ad Hunter, lui me la restituisce quasi senza senso al fianco e non gemo solo per non farmi beccare. Lo prendo come un "chiudi il becco e apri le orecchie, signorina."
«Ma se fosse vera?» interviene la donna delle lucciole. «Se tutti i nostri sforzi risultassero vani? E poi, se esiste un puro sogno o incubo, lo è anche il suo umano.»
«Anche se lo fosse» interviene Nora. «Credete davvero che questo fatidico puro possa farcela da solo? Da quanto in qua noi sogni ed incubi ci tiriamo indietro quando si tratta di difendere casa nostra? Ben Stefans è morto per tutti noi, questo dovrebbe essere lo spirito da seguire, quell'uomo è quello che io definisco un vero sogno. Non ci nutriamo di energia umana da troppo tempo, le ombre lo sanno e sfrutteranno tutto questo a loro vantaggio. Un puro contro tutte le ombre non può farcela. Vuole farsi vivo? Molto bene, ma non sarà solo. Non è nostra tradizione abbandonare le nostre guerre. Dobbiamo collaborare.» tutti sembrano rincuorarsi alle parole di Nora, perfino io da un lato. Dall'altro penso che se mai dovesse scoprire che l'incubo sia io, addio spirito di collaborazione.
«Quindi, ribadisco: qualcuno ha intenzione di tornare a casa e proteggere più da vicino la sua famiglia?» sia alzano un paio di mani ed ecco che il mio spirito folle decide di entrare in atto. La mia mano si solleva immediatamente, meno timorosa delle altre
«Stefans, non ti azzardare.» mi minaccia Hunter.
«Bene. Sappiate che nessuno qui vi giudicherà e, semmai dovesse farlo, ci penserò io stesso.» Tobias ci congeda con un gesto della mano.
«Zack non provare a muoverti da dove sei, altrimenti...»
«La riunione a breve finirà. »
«Si,Caleb, e manderanno tutte le guardie scelte alle loro postazioni, a quel punto si accorgeranno subito di tre di loro che se ne vanno per i cavoli propri, non trovi? Ascoltatemi, è un'occasione per andarcene, forza.» Caleb mi segue con un po' di indecisione. Aspettiamo davanti alla porta che anche Hunter ci raggiunga.
«Io rimango qui.»
«Ma, signor White...»
«Viglio scovare la spia. È qui, me lo sento e se c'è qualcuno che conosce abbastanza questo posto da fregarlo, sono io»
«Ma avevi detto che in tre è più facile cavarsela.»
«Caleb, va bene così. Hunter, per favore, sii prudente.» ride beffardo.
«Possiamo sempre comunicare con i caschi.» gli ricorda Caleb.
Seguiamo le altre guardie arrese fino al piano terra senza destare alcun sospetto, aspettiamo poi che escano fingendo di discutere - mio fratello non è però un granché come attore. - ed ecco che la strada verso il piano - 2 sembrerebbe spianata.
Il "Sembrerebbe" nella mia vita é d'obbligo, ormai: degli inservienti, tre, sono ancora qui.
«Zack che facciamo? Non possiamo andare come se nulla fosse, sanno che le guardie scelte sono tutte alla riunione.» non credo di avere chissà quale scelta. Entro in azione con il panico di Caleb a guardarmi le spalle e meno qualche bel colpo assestato in testa ai poveri disgraziati. Mio fratello li indica sconvolto. «Per tutte le stelle cadenti... Li hai... Insomma...?»
«Sono solo privi di sensi. Forza, andiamo in quello sgabuzzino e chiudiamoli lì.»
«Certo, chiderli lì. Ovviamente.»
«Ti sei intrufolato qui dentro per aprire il Keyros e adesso ti preoccupi di questo?»
«Non è tecnologia, Zack. È cosa da incubo. È...»
«Mi dispiace.»
«No, è forte. Insomma, si mi mette ansia ma mi fa sentire vivo. Deve essere bello provarlo tutti i giorni.» immagino si riferisca al lavoro dei sogni ed incubi scelti.
«Non poi così tanto, in realtà.» confesso per poi proseguire trascinandomi due dei tre KO. Caleb uno soltanto, e nell'osservarlo rivedo come Drew. Era lui il mio compagno di avventure, Caleb mi è sempre stato distante e adesso che potevo godermi la complicità di entrambi ho permesso ad Isaac di portarmi via proprio lui. Uno dei tizi mi scivola giù, perché e come se la mia magia venisse spezzata nuovamente, mi manca il fiato per alcuni secondi. Un incubo senza più il suo sogno cosa può mai essere? Hunter ha vissuto la mia stessa situazione e adesso?
«Zack, tutto ok?» Penso a Claire, che non c'entrava assolutamente nulla, che mi ha sempre protetto come da degna sorella maggiore e adesso... Rapita per la seconda volta, convinta che io sia morto insieme a Drew. E Luke? Quello da cui non mi sarei mai aspettato collaborazione si è fatto rapire per me, è stato sparato.
«Caleb, promettimi una cosa.»
«Se posso.»
«Devi giurare che se le cose si mettono male, troppo male, intendo, tu scapperai via con Claire.» mi guarda offeso, come quando litigavamo.
«Guarda che io sono d'accordo con Nora Wilson: il puro non può fare tutto da solo.»
«Non sarò solo.»
«E con chi? Con le ombre?»
«Promettilo e basta.»
«Non rompere, Zack. Ci sono dentro fino al collo: io ho protetto mamma io ho nascosto Hunter, io ho aperto il passaggio!»
«Appunto, servi più agli altri che a me. Io posso dare colpi a destra e manca, prenderle da tutte le ombre, rompermi qualcosa, ma tu sei essenziale per gli altri. Per ricominciare, ok?» tronco qui la conversazione. La porta dello sgabbuzzino sono stato costretto a sfondarla e a cercare di richiuderla subito dopo per le centinaia di lucciole che tentano di uscire mi fa cadere per l'ennesima volta quei due. Penso che dormiranno più del previsto...
Caleb rimane appoggiato ad essa mentre io lego con alcuni cavi staccato dai muro, da pannelli, o trovati a terra le mani di quei tre. Poi, coi loro calzini, gli tappo le bocche.
«L'ho vista in uno dei miei fumetti una scena del genere.» ricorda Caleb evitando le lucciole con la testa. Sono troppe, tutte arrabbiate, abbastanza da emettere luce.
«Rimani alla porta, io cerco Pepe.» tolgo il casco e dopo averlo poggiato a terra non mi viene affatto difficile: è l'unica lucciola che non brilla come le altre e che sbatte da una parte all'altra per la totale spraticità in volo.
Lo prendo prima che piombi a terra stordito e mi fa senso vedere il suo naso da cane nel corpo di una fatina. La magia non durerà ancora a lungo.
«Pepe dobbiamo trovare Ana» ritorna in sé sentendo questo nome, tirando fuori una doppia lingua blu. D'accordo, da cane mi piaceva decisamente di più.
«Zack, se Nora voleva liberarle dove diceva lei... Beh, perché rinchiuderle proprio in uno sgabuzzino? Di tutte le stanze che c'erano, questa è una prigione quasi asfissiante per loro. Si sa che se tratti male le lucciole non ti aiutano.» Le osservo: sono tutte tristi.
«Liberarle ci costerà far trovare la nostra posizione.»
«Che vuoi fare allora?» un'illuminazione mi fa brillare più di loro.
«Tu conosci le tubature ed i condotti di questo posto a memoria. Falle scappare da lì.» tengo la porta al posto suo mentre apre una botola in un angolino, svitando quattro viti con non so che. Si ci infila fino alla vita.
«Dunque, questo dovrebbe portare lì, quindi loro potrebbero girare a destra, poi arriva al bagno... No, no, all'ufficio uno e...»
«Era solo per incoraggiarti, non pensavo li conoscessi sul serio a memoria.» commento con un sorriso. Viene fuori.
«Pepe, di alle fate che all'ultimo c'è una specie di incrocio e che devono andare giù, poi a destra.» ruota la testa di lato con ancora la lingua di fuori. Poi ci prova e credo, prego, riesca a comunicare proprio ciò che abbiamo detto. Le lucciole si gettano in picchiata nel condotto, felici, una di loro ci fa cadere la sua polvere di luce nei capelli, come promessa di aiuto in futuro. Inarco un sopracciglio contro Caleb.
«Vedi? Non sarò davvero da solo.» rotea gli occhi infastidito, quando Pepe si precipita nel condotto senza preavviso,probabilmente cercando si abbaiare. Da quando sa volare?! Due secondi!
«No! PEPE!» siamo costretti a strisciare nei condotti di aerazione per almeno sette minuti pieni, grazie al cielo non ha mai smesso di emettere quel suono. Calen, davanti a me, si blocca ed il suo piede per poco non mi spacca il naso.
«Caleb!»
«È strano. Questo posto non è registrato dal casco. Qui non funziona proprio!»
«Pensiamo prima al cane!» il rumore proviene da una stanza oltre la grata che ci ritroviamo davanti. Pepe probabilmente è passato attraverso le grate, ma noi?
«Sai svitare quelle viti?» chiedo a Caleb.
«Em...»
«Ok, abbassa la testa.» tiro fuori un po' di magia per buttare giù quella roba e la vista vacilla di colpo, facendomi ricordare di Drew. Prendo fiato spaventato. Non ho più un sogno da cui attingere forza, quindi sarà più difficile del previsto. Caleb esce e non si accorge del mio malessere, fortunatamente. Lo seguo riconoscendo immediatamente il posto in cui mi trovo. Pepe continua a passare le mani contro una parete, mentre Caleb lancia imprecazioni.
«Dannazione! Il casco non funziona!»
«Non può qui.» gli spiegl accarezzando la parete che ho di fronte. É la stessa che dobbiamo attraversare per arrivare alla stanza segreta, lo so, altrimenti Pepe non si aggirerebbe così. Poggio entrambe le mani e sento così chiaramente il respiro di Ana che il mio inizia a seguirlo armonicamente, spaventato e corto, come se avessi corso chissà quanto.
«Caleb, sono qui dietro.»
«È solo una parete...» cerco di ricordare dove Hunter abbia poggiato la mano la prima volta, ma sento l'agitazione di Ana che mi deconcentra. Che anche lei percepisca la mia presenza?
«Ana!» Caleb sobbalza. «Resistete, sono qui!»
«È una parete!»
«Tasta ogni sua parte. Deve esserci un passaggio, Hunter me lo ha mostrato una volta! » toccare in tutti i suoi punti una parete non è proprio il massimo. Come diamine faceva Hunter?!
«Hunter? Ma se conosceva solo lui questo posto, come può...?» non voglio nemmeno che mi passo per l'anticamera del cervello l'idea di Hunter come traditore. Non lui, lo so.
«Continua a cercare!»
«Aspetta, Zack, chi altro conosceva questo posto? Nessuna delle guardie scelte, altrimenti sarebbe comparso nel casco.»
«Caleb, cerca!»
«Non c'è nessun bottone, niente di niente... Mi sa che ci vuole la magia.» suggerisce Caleb arreso aspettandosi che, da degno puro, io ne abbia chissà quanta. Poggio la fronte sulla parete, entrambe le mani, vorrei attraversarla con tutto me stesso. Prendo un bel respiro.
«Ana, riesci a sentirmi?» non ricevo alcuna risposta, solo il suo respiro. Chiudo gli occhi, mi concentro più del solito.
STAI LEGGENDO
Nightmare dream-il Regno Dei Sogni-
Фэнтези.Tra voi umani c'è un detto , secondo il quale ogni notte un sogno vi tiene piacevolmente compagnia, solo che non lo ricordate molto spesso. Beh...in realtà non è proprio così. Diciamo che il sogno c'è, ma non è come lo pensate voi, ovvero solo qual...