La Condanna Di Hunter

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Inizio ad essere stufo di perdere i sensi. Sul serio: prima non avevo nemmeno il tempo per schiacciare un pisolino, e adesso vengo costretto. Lo so, che schifo di vita, dovrei essermi abituato. Il lato positivo, però, è che adesso riesco a respirare senza provare dolore. Caleb è seduto al mio fianco e mi osserva, pronto a sorreggermi sia fisicamente che psicologicamente. Non vuole darlo a vedere, ma so che cerca di impedirmi di guardare mia madre e la signora Stella in disparte a piangere una morte,quella dannata morte... Devo ricompormi. Non posso permettermi di perdere la speranza, la furia che mi spinge ad andare avanti. Drew deve essere vendicato e solo io posso farlo. Pepe osserva l'acqua stupito, gioca con le bolle di sapone che si innalzano dal lago. Anche ad Ana sarebbero piaciute da impazzire, magari le avrebbe fotografate e avrebbe riso quando una bolla sarebbe scoppiata sul suo naso. Ana, Claire, Luke... Tutti hanno bisogno di me e non permetterò che qualcun altro faccia la fine di Drew.
«Zack, mi dis...»
«Dobbiamo agire, Caleb. Bisogna trovare Claire e gli altri.»
«Chi sarebbero gli altri? Luke? Sul serio?»
«Mi ha aiutato tanto. E comunque... C'è anche Ana.» rimane stupito.
«Ana? Vuoi dire... Hanno preso l'umana? Cavolo, è un guaio.»
«Lo so. Però sono sicuro che si trovino al Quartier Generale. Ana lo ha sognato.»
«E che c'entra?»
«Fidati, c'entra. Il problema è che non so dove di preciso. Non conosco il Quartier Generale abbastanza bene da poterli trovare prima che mi prendano. C'è bisogno di qualcuno che lì c'è nato.»
«Vuoi dire...?»
«Hunter White. Caleb, dov'è tenuto prigioniero?». Si gratta la testa impanicato.
«L'esecuzione allo Specchio avverrà oggi.» rivolgo un ultimo sguardo a mia madre, occupata a consolare la povera Signora Stella che non la smette di piangere. Lo fanno entrambe. Distolgo lo sguardo, non riesco a sopportarlo. Non riesco a smettere di pensare a Drew e vorrei tanto che fosse qui. Lo immagino terrorizzato all'idea di Salvare Hunter White, del tutto pessimista, ma... Infondo era questo, il suo pessimismo ad infondermi forza. Dovevo dimostrargli che non sarebbe andata male e, alla fine, ci riuscivo solo per eliminare la sua paura. Almeno era stato così i giorni prima della sua morte.
«Come è successo?»Caleb ha finalmente il coraggio di chiedere spiegazioni. Nel ripensare a quella scena serro la mascella. Gli ho fatto una promessa anche quella volta.
«Le ombre lo hanno ucciso davanti ai miei occhi, non... Non hanno nemmeno pensato alla madre che poteva soffrirne, al fatto che lui non c'entrasse. Non hanno avuto scrupoli.» mi alzo determinato. «Ed io non ne avrò con loro. Dobbiamo salvare Hunter.» riesco a muovere liberamente le braccia, a saltellare. Ho qualche dolorino al petto , ma è del tutto sopportabile.
«Come? Se lo fanno immergere siamo fregati.»
«Dobbiamo arrivare lì prima che avvenga, intanto, poi mi inventerò qualcosa.»
«Qualcosa di simile alla trovata della moto?»
«Ei, ha funzionato, no?»
«No, lo dicevo perché era geniale, mica per offenderti. Quanto vorrei avere quella moto, cavolo.»
«Non possiamo sperarci, l'avranno già presa e comunque attirerebbe troppo l'attenzione. Il problema è che per raggiungere la città dovremmo prendere la Funivia delle Bolle e gli gnomi sono i migliori spioni che conosciamo. Spiffererebbero qualsiasi cosa pur di ottenere altro in cambio.»
«Non preoccuparti, per questo ho un'idea.» inizio seriamente a spaventarmi della mente di mio fratello. Chissà quante cose ha scoperto senza che io lo sapessi.
«Cioè?»
«Secondo te le provviste e le coperte le ho portate tutte a mano il giorno della fuga? Seguimi, ma... Ci bagneremo un po'. Attento a non mangiare sapone.» prima di andare guardo mia madre, pronta ad accogliere il mio sguardo. Mi fa un cenno con la testa ed un lieve sorriso, come per incoraggiarmi. Ricambio per quel che posso il sorriso, a modo mio le prometto di star attento e di proteggere Caleb.
Comunque, pensavo che con "bagnarci" intendesse almeno fino alle caviglie. Non immaginavo mica che avrei camminato con le braccia sollevate a toccare un soffitto insaponato e che l'acqua fosse così dannatamente calda. Qui è una sauna. La parte del mio corpo che non è bagnata, è sudata. Già, bella la vita. La mia, poi, è spettacolare.
«Ci stiamo avvicinando, ma una volta arrivati all'uscita dobbiamo fare attenzione.» avanziamo in acqua almeno per altri dieci minuti prima che il livello scenda alle caviglie. Cerco di abituarmi alla scomodità dei vestiti bagnati, anche se sembro uno gnomo a cui hanno dato un calcio dei tesorini di famiglia quando cammino. L'uscita si rivela un tombino sopra le nostre teste, da cui già si sentono le prime voci. «Dovremmo capire se c'è qualcuno fuori, potrebbero vederci.» suggerisce Caleb.
«Vedermi. Tu resti qui.» lo spingo indietro mentre comincio a salire la scala attaccata alla parete.
«Cosa?! Scordatelo!» lo blocco di nuovo.
«Ragiona: Se prendono tutte e due non ci sarà più alcuna speranza.»
«Non è vero! Da solo ti ammazzano di nuovo! Sei troppo a rischio! E poi... Non sappiamo nemmeno chi sia il traditore e su quali campi opera, e pretendi che ti lasci solo? Potrebbe essere ovunque!»
«Caleb, è da parecchi giorni che corro questo pericolo. Credimi, me la so cavare.»
«Ma, tu...»
«Io me ne vado e tu resti qui. Devo trovare Hunter e se mi arrestano... Beh, solo tu puoi intervenire, stare con la mamma e salvare Claire, Luke ed Ana. Ho portato Pepe...»
«Chi?»
«Il cane.»
«Cos'è?»
«Quell'animale con le orecchie pelose, Caleb! L'ho portato perché il suo olfatto ci porterà, o ti porterà da Ana. Spero nella prima ipotesi. Mi fido di te, d'accordo?»
«Non è giusto. Non sono mica scemo, so come aiutarti. »
«Ei, ascoltami.» scendo poggiandogli le mani sulle spalle. «Ho sempre fatto schifo come fratello. Ma, ammettiamolo, anche tu non è che mi davi molto ascolto.»
«Vuoi litigare proprio ora?»
«Dico solo che... Non devi dimostrare più niente a nessuno, ok? So quanto vali, che sei in gamba, forse più di me. Prima, però, non ci pensavo nemmeno. Ero ossessionato dall'idea che tu fossi geloso di me, del fatto che io sia un eletto... E lo eri, no?» questo discorso sembra innervosirlo parecchio.
«Che c'entra questo adesso? Fammi capire, vuoi farti mandare a quel paese?Perché ci stai riuscendo. »
«No, voglio solo farti capire che rischi la vita venendo con me. Tu vedi quest'avventura come un'occasione per riscattarti, l'unico Stefans non eletto che diventa di colpo eroe.» abbassa lo sguardo ed inizia a giocherellare con le dita. Lo fa sempre quando non vuole ascoltarmi.
«Dannazione, ti da così fastidio che ci provi? Per una volta fammi dimostrare che sono qualcuno, come te, come... Come papà.» lo guardo dritto negli occhi e credo di non aver mai provato così tanto affetto per lui. Questi iniziano a farsi lucidi, lui se li asciuga velocemente, con vergogna.
«Voglio solo dimostrargli che anche io sono in gamba quanto lui, che sono un degno Stefans... »
«Lo hai già fatto, Caleb. L'unico a non credere in te ero io. Adesso è tutto il contrario e non lo dico per farti rimanere qua, ma perché è quello che sento. Insomma, sei sfuggito ai primari, sei riuscito a comunicare con me, hai scoperto la fonte del sapone e mi hai salvato la vita. Tutto questo senza essere eletto, ma essendo semplicemente tu: Caleb Stefans. Credimi, papà non poteva desiderare figlio migliore.» detto questo, sicuro del fatto che non mi seguirà, salgo tutta la scala fino al tombino. Le voci sino cessate, così lo apro es esco senza che nessuno mi veda, ad eccezione di uno gnomo che intento a rubare dei vestiti in un negozio. Non c'è nessuno, devono essere tutti diretti allo Specchio.
«Topaccio di fogna! Che incantesimo hai usato per assumere questa forma da sogno trascurato? Carino come trucco!» sogno trascurato? Non devo essere ridotto bene se mi viene detto da uno gnomo. «O forse sei un losco individuo? È così, ah! Che notizia! Chissà per cosa posso confessarla!» e no, puzzone. Non mi rovini tutto così.
«Sarei io losco? Tu stai rubando dei vestiti.» lo disarmo.
«No... Questo è il mio negozio, ah!»
« Voi gnomi mangiate i vestiti nuovi, furfante, e tu ne hai le braccia zeppe.» mi avvicino con fare minaccioso. «Sai che se ti beccano i primari vai a finire alla Funivia delle Bolle, no?»
«No! Zitto! Non dirlo!»
«E lì c'è molto.... Molto sapone.»
«No! CHE SCHIFO!»
«O direttamente alla fabbrica delle Bolle. Che profumo, laggiù... Tutto è pulito e voi non potete sporcare.»
«No! SH!»
«Mi dispiace, se tu parli di me, io parlo di te e ti farò pure pagare ogni vestito rubato.» gli gnomi sono molto avari. Ricchi e avari.
«Pagare?! No! Va bene! Starò zitto, muto come una lucciola notturna!» gli do una pacca sulla spalla con un sorrisino, notando poi dei pantaloni asciutti.
«Facciamo che ti puoi rubare tutti i vestiti indisturbato se mi dai anche quei pantaloni, ci stai?»
«Eh, no! Sono buoni e non posso nemmeno rubarne altri! I negozi sono sigilla...» colpisco con la mia magia la vetrina di un negozio abbastanza grande. I suoi occhi si illuminano quasi commossi desiderosi di stoffa da addentare. «Sei un così bravo ragazzo...» mi lancia i pantaloni in faccia ed anche una felpa col cappuccio, per poi correre all'assalto. Inizio a cambiarmi la maglietta indisturbato... Che c'è? Con gli gnomi bisogna saper trattare.

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