Comincia La Guerra Ed Io Sono Già Messo Male

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Credevo di ricordarlo bene. Infondo non è passato chissà quanto tempo da quando l'ho visto l'ultima volta: invece il primario delle ombre, padre di Isaac, assassino del mio... Questo demonio mi toglie il respiro al solo sguardo, anche stavolta senza riflessi luminosi nonostante l'alba di galassie stia bruciando il cielo. Isaac, accanto al padre, non osa parlare, solo stringere saldamente Ana, probabilmente sfruttando la sua maledetta magia. Giurerei di sentire il bruciare delle sue braccia sulle mie, stringo i pugni perché ,nonostante questo, quel maledetto sguardo mono occhio perché l'altro è immobile, le sue immense spalle, la sua potenza mi fanno deglutire. Le ombre che stanno qui attorno osservano in attesa che il loro padrone mi massacri, ma senza compiacersi o impazienza, anche loro lo temono insieme alla possibilità di vedere qualcuno morire per mano sua. Una piccola parte di me riesce a staccarsi da qui e pensa a Sara, a dove sia, se quelle mani che hanno portato mio padre a sputare sangue hanno toccato violentemente anche lei. Eccoci, faccia a faccia, come la profezia prevedeva. Adesso, mi tocca solo vincere.
Il primario solleva il capo ispirando profondamente, osserva il cielo.
«Finalmente.» sussurra tornando poi a guardarmi. Io però osservo lei, la imploro con lo sguardo di resistere e perdonarmi per la dannata distrazione, lei soffocata dal braccio della mia ombra codarda che non vuole battersi con me. «Allora è vero: il legame tra incubi, sogni e umani è un qualcosa di profondo, unico e incomprensibile.» la sua voce è molto profonda, quasi ipnotica, lenta e ben scandita, cosa che, se le parole fossero lame, lui non sbaglierebbe mai la mira. Osa sfiorare i capelli di Ana, come se fossero un tesoro prezioso, sembra imitare il gesto di Rufus nel momento in cui l'hariconosciuta.
«Non toccarla.» lo minaccio a denti stretti avanzando e non mi fermo nemmeno quando torna a guardarmi. Si avvicina anche lui. Mi osserva in ogni dettaglio, dalla testa ai piedi.
«Non somigli poi tanto a tuo padre. Lo ricordo ancora, sai.» se avessi a portata di mano il suo collo, sarebbe già assottigliata nei miei palmi stretti.
«Brutto bastardo.»
«Adoro chi mi sfida, Stefans. Hai il fegato di proferire queste parole ed il petto che trema. Sei estremamente interessante, il buon vecchio Ben non poteva essere definito un essere tanto valido.»
«Non osare parlare di lui. Non meriti nemmeno di pensarlo!» il suo passo sembra sprigionare una piccola quantità di magia nera, tanto da spingermi indietro.
«E chi lo pensa più? Lasciamo in pace almeno i morti.»
«Tra poco lo sarai anche tu, come vogliono tutti,perfino le tue ombre: morto.» osa Ana strattonando la sua mano. Io sussulto per paura che la uccida sotto i miei occhi, anche se una parte di me sa che non lo farà perché la vede come un ostaggio,il più evidente tra i miei punti deboli, con cui può giocare per sconfiggermi. Se sono sicuro di me al momento? No. Non ho idea di come sconfiggerlo, non so nemmeno come farò a tirar fuori la mia magia dopo i precedenti che ho avuto. So solo che lui è l'assassino di mio padre, suo figlio di Drew, ed io metterò tutto me stesso per fargliela pagare,per essere spietato quasi quanto lo sono stati loro, con o senza magia, con o senza sopravvivenza. Se io me ne andrò, loro lo faranno con me, altrimenti continuerò a respirare e non gliela darò vinta anche se la luce cercasse in tutti i modi di trascinarmi via. Ana, però, torna a casa. E ci torna viva.
Prima che possa rivolgersi a lei, avanzo subito io.
«Non volevi vedermi all'opera? Forza: fammi vedere che brillante mossa hai usato per uccidere mio padre. Avanti, che aspetti? O hai paura che ti faccia male come ho fatto spesso e volentieri con tuo figlio?»
«Sei già nella merda, Stefans, vuoi andare più a fondo!?» sbotta Isaac evidentemente offeso più di quanto mi aspettassi davanti agli occhi del padre. Allora di qualcosa ha paura quel verme senza cuore che adesso rischia di far cadere Ana, che tuttavia rimane a guardarmi fiera.
«L'ho già toccato il fondo, grazie a te,e sempre grazie a te sono pronto a fartelo visitare. Sicuro che la tua manina bucata reggerà?»
«Brutto figlio di...!»
«Va, Isaac.» ordina il padre di colpo placandolo, distendendo la mano verso Ana e attirandola a sé con la sua magia. Sussulto come se fossi io a sentirla addosso, mi tocco il petto perché il fiato va via per un solo attimo. Non devo darlo a vedere, non devono capire la mia condizione. «Dimostragli che ha torto. Il suo incubo, d'altronde , sei tu.» Isaac guarda il padre con uno strano sguardo, una rabbia affogata nella paura, qualcosa che in lui non avevo mai visto, forse in Sara, quella stessa che mi ha portato ad accettare anche lei, l'ennesimo sbaglio della mia vita... ma lui non è come Sara, nemmeno come Cole . No, lui deve aver paura, subire tutto quello che merita insieme al suo dannato padre. Deglutisce e poi, sotto lo sguardo attonito del resto dei suoi compagni barra servitori, torna ad osservarmi con furia, talmente tanta che si solleva da terra e diventa tutto nero. No, sul serio: come se fosse interamente fatto della sua stessa magia. Ammetto che mi spiazza leggermente , tanto da farmi sfuggire un "Oh, galassie". Sento la preoccupazione di Ana, probabilmente cerca di dirmi qualcosa, continua a sussurrarmi dei "no", quindi avrà compreso un dettaglio di quelli essenziali a cui può arrivare solo lei, ma non ho tempo di ascoltarla, non se voglio proteggerla. Non lo avrei avuto comunque, dato che il mio incubo parte ad una velocità assurda contro di me. Non lo ricordavo così veloce e preciso. O meglio, io non ero così debole quanto lo affrontavo le prime volte. Continuo a parare i suoi colpi usando le braccia come barriera, non uso ancora la magia per paura di firmare la mia condanna a morte. Devo essere furbo, trovare un modo per sconfiggerlo tirando fuori l'incubo che è in me il meno possibile. Facile a dirsi, a farsi non arrivo poi a tanto... qualche metro più distante da lui, a terra, con la guancia. Cerco di rialzarmi sputando la terra, ma lui compare addosso a me, con le mani già attorno al mio collo. Cerco di toglierle, ma sotto le mie mani ,i suoi polsi scompaiono in magia, danno l'illusione di mani che agiscono senza un corpo.
«Morire sarebbe stato più facile, Stefans.» sussurra con gusto mentre Ana copre la sua voce col suo grido per me. Un grido non di disperazione o preoccupazione: è determinato, mi dice di rialzarmi e che devo farcela, non mette nemmeno un "Puoi" nei suoi incoraggiamenti, implica dubbio, perché è certa che io possa sconfiggerlo.«Drew sembrava il più stupido, eppure c'è arrivato prima.» Stavolta sono io a gridare: le mie mani sprigionano quel poco di energia necessaria per afferrargli le braccia, liberarmi e tirargli una testata, poi lo butto a terra, ribalto la situazione ponendomi io su di lui e riempendolo di pugni da cui si difende come me all'inizio di questo scontro. Vorrei continuare, smetterla di vedere Drew morire in continuazione,ma ecco che accade ciò che era prevedibile ed io mi blocco insieme ai miei polmoni dopo averlo colpito dritto sul muso e averglielo spaccato. Isaac scompare, lasciandomi in ginocchio, poi è in piedi davanti a me che non mi do per vinto e mi rialzo già pronto anche se ansimante. Lui non si asciuga nemmeno il sangue nero, sorride e mi fa capire che sa. «Non puoi battermi adesso, Zack: non hai più un briciolo di magia dei sogni e nessuno può rimediare a questo.» riparto all'attacco e so tenergli testa, ci metto tutto me stesso, ma se lui usa la sua magia ed io non posso contrabbattere, mi frega e mi fregherà sempre. Le ombre ridono di me, intonano il nome di Isaac come fosse un Golia imbattibile. Solo suo padre continua ad osservare curioso e senza la benché minima soddisfazione, quasi ignorando Ana. Osserva me ed io lui, distraendomi spesso dallo scontro per l'incredibile ipnosi che ha la sua presenza su di me, come se si aspettasse qualcosa più da me che dal suo stesso figlio. Isaac di diverte a suonarmele, io subisco e intanto mi carico, di rabbia, rimpianti, sensi di colpa, tutto nato a causa sua e della profezia.Forza Zack, andiamo davvero vuoi vendicare Drew così? Cosa vuol dire, che di lui non mi è rimasto sul serio nulla? Nemmeno la sua magia? Davvero era solo quella a darmi energia?
«Basta!» sento solo qualcuno gemere, quando mi giro a terra, steso con un salame, rimango sconvolto per il naso dell'ombra primaria che sanguina ed Ana già davanti a me a braccia spalancate. Le ombre rimangono sgomente e nel panico per aver permesso una cosa simile ad una misera umana. La mia fantastica umana.
«Sei più folle del tuo incubo.» ammette Isaac osservando il padre che osserva il suo sangue nero, come se non lo vedesse da tempo. Lei tuttavia lo ignora e mi aiuta a rialzarmi.
«Ana, che stai facendo!? Vuoi farti ammazzare!?» in maniera del tutto inaspettata, prende il mio viso tra le mani e mi parla talmente vicina da farmi vergognare nonostante la situazione.
«Sentivo i tuoi pensieri e no, non era solo la sua magia a darti forza, va bene? Era lui e basta, lui che dentro di te non morirà mai, non può morire, Zack. Tu, noi due, possiamo ritrovarlo in noi, chiaro? Dobbiamo e possiamo. Tu puoi perché lo hai voluto bene più di te stesso...» tutte le ombre si agitano e restringono il cerchio attorno a noi per l'affronto di Ana, avanzano più che per orgoglio per la paura che il primario stesso le ammazzi tutte. Nonostante rappresentino un grosso problema, non riesco a pensarci perché Ana è qui,i suoi occhio sui miei, per l'ennesima volta dimostra di capire più di chiunque e di essere essenziale. Mi afferra per le spalle, anche lei ignora tutti. «Pensa ai momenti in cui ti divertiva, in cui dovevi scusarti per la sua goffaggine, pensa a lui che sorride, a lui vivo e non alla sua mor...» della magia oscura la circonda, cerca di trascinarlo via nonostante le sue dita scavino nel terreno , ma io la fermo con la mia che viene fuori e , stavolta , sembra infinita. La luce blu degli incubi mi carica e colpisce in pieno l'ombra che ha cercato di prendere Ana, rendendola fisicamente toccabile , tanto che lei gli tira un calcio nei gioielli di famiglia. Io, intanto, la difendo da tutte le altre che attaccano convinte di potermi battere. Invece ho io la meglio, assurdamente. Le respingo senza avere cognizione dei miei movimenti, evito che ogni briciola della loro magia possa anche solo sfiorarla. Due riescono a sollevarla ed io sono già tra loro, estasiato da tutto ciò che sprigiono, le colpisco, lei cade sulle mie braccia e mi sorride fiera, ma ancora tante ombre, troppe, vogliono colpirmi. Intanto, io sono in stato di ... shock? Non so come definirlo. Non capisco con esattezza cosa succede, chi colpisco. Vedo solo Ana e , come flash veloci,anche Drew e tutti i momenti felici che ho vissuto con lui, tutte le volte che ha fatto figuracce, che mi ha calmato contro Luke e la sua gang, che ha nascosto a sua madre la farina caduta sotto il tappetto. Ed è come se fosse accanto a me, ad incoraggiarmi, a dirmi "Sì! Quello è il mio migliore amico, gente! Con quel fenomeno io ci divido l'anima!". Sorrido come un ebete perché Drew mi è vicino ed esulta con me ogni volta che abbatto un'ombra e che la mia luce contrasta la loro oscurità. Vedo I loro sguardi preoccupati, quello di Isaac furioso perché nonostante tutto io sono ancora qui a metterlo in difficoltà. Così ricomincia il nostro scontro, con assurdi teletrasporti, la mia velocità che frena i suoi colpi e prevede i suoi spostamenti, i miei occhi illuminati di blu che vedono la sua furia nei miei confronti e lui quasi in overdose di magia. Non gli permetto di smaterializzarsi tirandogli un pugno allo stomaco, arriva a terra senza riuscire a rialzarsi e lì lo blocco, piantando le sue spalle al suolo e affogandolo con la mia magia. Suo padre osserva senza far niente e non capisco, non è nemmeno arrabbiato per ciò che gli ha fatto Ana, almeno così sembrerebbe. È questo che il primario voleva vedere? Me che nonostante l'assenza del mio sogno riesco a fare... Questo? Come può non agire per proteggere suo figlio? Isaac sta letteralmente soffocando per la mia magia ed ecco che ho l'impulso di mollarlo. Provo una strana sensazione nel vedere la mia ombra tanto in difficoltà ed il suo stesso padre osservarla forse con disgusto, tanto che ha l'opportunità di fuggire alla mia magia e comparire a terra a tossire debolmente un po' più distante da me. .
«Rialzati e fai quel che devi.» gli ordina di colpo freddo il primario. Isaac non se lo fa ripetere due volte, sputa a terra il suo sangue ed i suoi piedi scalzi si sollevano da terra per l'ennesima volta. Torna a scontrarsi con me, ancora inebriato dal potere della luce degli incubi e dal mio essere puro, infatti mi trova stranamente preparato. Penso davvero di poterlo uccidere, di mostrargli cosa si prova a morire prosciuga do l'anima come lui ha fatto con Drew, così lo colpisco per l'ennesima volta, uso un'immensa quantità di magia per bloccarlo a mezz'aria, come incastrato tra essa. Come uno stupido aspetto ancora un movimento di difesa da parte del primario, ma niente. Stufo e pieno di così tanto rancore e odio da ringhiare, trovo un pezzo di non so che in ferro, lo spezzo sulle ginocchia di modo da renderlo affilato e lo punto dritto contro la sua gola, ad un passo dal toglierlo di mezzo per sempre. Lui mi guarda negli occhi, mi sfida con una serietà disumana, del tutto lontana dalla paura di morire.
«Avanti, Stefans. Mostrami cos'è la vendetta, cosa ha provato Drew nell'abbandonare tutto.» sfioro la sua gola, quasi in procinto di agire e basta. Dovrei, per Drew, mio padre, la signora Stella, Luke, I miei fratelli, Margaret... Tutti lo vorrebbero morto. Ringhio furioso, premo ancora di più e taglio un po' la sua pelle, ma... Quando quella goccia di nero scende giù, ricordo la goccia dorata di Drew che cadeva dal naso quando è morto, quella rossa di Ana quando Isaac l'ha colpita, quella blu di mio padre che ha macchiato il pavimento della cucina, quella nera di Cole, stretto tra le braccia di Sara. Sangue di diverso colore, ma pur sempre sangue. Pur sempre sofferenza.

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