Eravamo rimasti all'auto volante e alla probabilità di morte imminente per le persone all'interno, giusto? Sì,ma in parte, perché vi ricordo che tra queste c'è anche un incubo con dei poteri particolari e , diciamocelo, estremamente utili.
Prima che la macchina si sfracelli al suolo, distendo le braccia con i palmi ben aperti e circondo me, il conducente e la madre di Ana con una barriera che non avevo mai fatto prima e che probabilmente è stata innescata dal panico. Questa ci permette di uscire più o meno illesi dall'incidente, che vede la macchina capovolgersi più e più volte atterrando infine col tetto. Stringo i denti ed ignoro il dolore al fianco, preoccupandomi dei miei due compagni di viaggio.
«Tutto bene?» la risposta è un gemito sonoro. Il conducente continua ad osservare la mia barriera, balbettando incredulo.
«C... come... è imposs... m.. mio Dio...»
«Chi diamine sei tu?» mi chiede la donna tuttavia senza la sua solita rabbia: il suo è uno sguardo che va dallo sconvolgimento alla curiosità. Ha una ferita alla fronte e le sanguina un po', quindi non è che le serve chissà che per capire che non sono normale, non per un essere umano come lei.
« Di sicuro non il cattivo, signora, né per lei, né per sua figlia.» la barriera si toglie di colpo facendoci cadere a terra.... o meglio, sul tetto dell'auto. Gemo di nuovo appallottolato come sono, cercando in qualche modo di distendere le gambe, ma qui quasi nemmeno si respira.
«Hai fatto... come è possibile?! Come hai fatto?!» chiede ancora l'uomo nonostante sia praticamente a testa in giù.
«Che ne dice se uscissimo da qui e rimandassimo l'interrogatorio a dopo? Voi poliziotti non cambiate proprio mai...» sussurro appena, dando poi un calcio ben assestato allo sportello dell'auto per romperlo e permetterci di uscire. Striscio fuori dalla vettura, tagliandomi il braccio a causa i vetri che ci sono a terra. Metto questo particolare da parte e aiuto anche la signora ed il conducente ad uscire, tirandoli fuori di peso. Stringo i denti e trattengo il respiro per mostrarmi il meno dolorante possibile.
«Grazie ragazzo. Grazie, grazie!» dice lui che mi guarda come fossi una divinità, inginocchiandosi davanti a me e stringedomi le gambe.
«Si... em, prego. Ma adesso si alzi. Andiamo, non esageriamo...»
«Il tuo sangue.» la.madre di Ana mi afferra il braccio e mi trascina davanti ai fari dell'auto rimasti accesi, purtroppo per me. Gocce di blu scivolano lungo la mano, macchiando anche la sua e stupendo i suoi occhi umani che si sollevano poi attenzionando il mio viso tanto simile al suo. Adesso però sembrano notare una scintilla di diversità, mi scrutano di fronte alla forte luce dei fari che sembra rendere sempre più chiaro il fatto che io non sia umano. Non dico nulla, la lascio fare.Non soli preoccupato, non quanto vorrei, e non capisco nemmeno perché. Dovrei andarmene, inventare qualcosa, evitare di compiere l'ennesimo errore. Eppure la curiosità degli esseri umani a confondermi, il desiderio dell'unione tra il loro ed il mio è più forte della voce della mia coscienza.
«Cosa sei?» mi chiede lasciandomi finalmente andare.
«Un rompi scatole, signora. Il numero uno,mi creda.» un colpo di vento gelido mi scompiglia i capelli e mi fa accapponare la pelle. Mi volto nascondendo la madre di Ana dietro di me, ritrovandomi davanti al mistero degli occhi della mia ombra.«Ti piace non rispettare le regole,eh Zack?»
«Invece vedo che tu ti diverti a rovinarmi la vita.» sbotto io, sussurrando poi alla madre di Ana di andarsene. Lei,ovviamente ,non mi ascolta.
«Faccio del mio meglio, ma ti stai mostrando più imprevedibile del previsto.»
«E non hai visto ancora niente. Non te la farò passare liscia.»
«Un momento, cosa sta succedendo?!vi conoscete?!» chiede la madre di Ana a questo punto confusa.
«Ci mancava solo l'umana.» sussurra appena Isaac. La supplico nuovamente di andarsene,ma lei mi spinge via e avanza, con già la mano vicina a quell'arma da fuoco. Cavolo se ne vorrei una...
«Tu, stolto, stavi per farci ammazzare! Chi diamine siete?! Dei maniaci?! Siete usciti da qualche strambo laboratorio con le capacità che vi ritrovate?!»
«Signora se ne vada.» le dico di nuovo afferrandole il braccio «Vada da Ana, la tenga al sicuro.»
«Che vai blaterando?! Che c'entra mia figlia?! Che c'entri tu?!» eh, anche io mi facevo queste domande qualche tempo fa. La risposta è sempre quella, e non tiriamo fuori la cretinata del destino: è sfiga e basta. Sciagura allo stato puro. Ma come fa a non capire che sta peggiorando soltanto la situazione, dannazione? Saranno così tutti i poliziotti.
«Basta perdere tempo» Isaac sbuffa infastidito, stendendo poi il braccio verso di lei: la sua polvere nera compare dal nulla e le ricopre la faccia , addormentando di colpo lei ed il conducente. Riesco a prenderla prima che finisca a terra.
«Troppi testimoni. Non trovi anche tu?» mi chiede avvicinandosi e concendendo alla luce dei fari di mostrarmi chiaramente la sua espressione compiaciuta. Perché non mi piace? «Ma che ti chiedo a fare? Credo che ti piaccia spifferare a tutti chi sei.»
«Sai di chi è la colpa, non certo mia.»
«Ti ho fatto scoprire il mondo umano che ami tanto, non sei contento?»
«Non se dovrò abbandonare il Regni dei sogni per aver violato delle regole fondamentali al fine di proteggere qualcuno.»
«Oh, tranquillo: sarai morto prima che il regno dei sogni lo scopra» Sento qualcosa calpestare il vetro e mi volto in un nano secondo, appena in tempo prima che Cole possa colpirmi. Ignoro il mio fianco che brucia dal dolore e sfrutto i miei poteri per acquisire più forza,spingendolo poi abbastanza da allontanarmi con un balzo. Non ho nemmeno il tempo di prendere fiato che Sara è alle mie spalle con già le sue mani circondate di magia nera pronte a colpirmi, ma che io blocco facilmente. Il fatto è che ne ho altri due da tenere a bada, così creo di nuovo una barriera alle mie spalle per allontanarli. Una volta che ho imparato come si fa,la sfrutto.
«Sei solo, Stefans!» ringhia lei cercando più e più volte di colpirmi ad una velocità incredibile. Una camomilla no? «Non ce la farai stavolta!»
«Scusami, ma ci crederò soltanto quando sarò KO!» le faccio uno sgambetto e riesco a liberarmene per alcuni secondi, ma ecco che la barriera si rompe e mi ritrovo Cole a bloccarmi da dietro.
«Se non sbaglio abbiamo un conto in sospeso, noi due.»
«Mi sa che con te ne ho fin troppi, anche se credevo te lo fossi scordato tutto dopo le botte che hai preso l'ultima volta.»
«Io ti...!»
«Calma, Cole.» lo blocca Sara «Avrai tutto il tempo per pestarlo, e lo avremo anche noi. Non essere egoista.» simpatica. Davvero molto simpatica.
«Mi ha fatto fare la figura del pollo!» ringhia lui.
«Tranquillo, quella la fai anche senza il mio aiuto.» dico appena prima girargli il braccio per poi spingerlo via con un calcio alla schiena e farlo piombare a terra. Una fitta al fianco mi costringe però a fermarmi, rendendomi un bersaglio facile. Sara mi colpisce con la sua nebbia ed io sbatto contro quel che rimane dell'auto. Ahi...
Rialzati, Zack. Forza! Barcollo un po',ma riesco a stare in piedi, stringendomi il fianco ammaccato. «Non puoi farcela Stefans: siamo tre contro uno.» dice Sara tentando di spaventarmi.
La mia ripsosta però non si fa attendere: «Lo avevo notato.» apro bene i palmi, carichi di magia blu degli incubi. Attacco per primo, rivolgendomi a Sara e ancora alla montagna. Isaac sta fermo ,il che mi preoccupa. Cerco si tirar fuori la furia dell'ultima volta, ma ricevo soltanto un pugni al naso dalla ricciolina. Indietreggio stordito, fin quando non riesco più a muovermi: la magia di Cole mi circonda e potrei anche liberarmi, ma si aggiunge anche quella di Sara e ,dulcis in fundo, quella di Isaac.
«Fregato.» mi schernisce lei scuotendo i suoi ricci. Dannazione,non riesco a liberarmi! Cole mi sferra di colpo un pugno allo stomaco, afferrando poi il colletto della felpa regalatami da Ana senza darmi il tempo di sopportare il dolore. Non posso fare a meno di tossire.
«Non vedo l'ora di darti il doppio dei colpi che ho subito. Voglio vederti straziante.» non credo sia il momento per tirar fuori il mio solito sarcasmo. Per niente. «Isaac allora?! Lo abbiamo in pugno! Fammelo pestare!»
«Lo faremo insieme! Non ti entra proprio in quella testaccia!» sbotta Sara. Io cerco ancora di respirare dopo il colpo.
Nonostante continui a tenermi fermo, Isaac mi osserva a braccia conserte, come se mi stesse analizzando mentre i suoi piedi nudi abbandonano il gelo della neve per farlo sedere a mezz'aria.
«Sai, ho sentito che non hai una buona reputazione tra i sogni. Sei considerato un traditore.»
«Non vincerete.» riesco a dire.
«E chi dovrebbe impedircelo? Un disastro come te? Hai praticamente mandato a quel paese le leggi del tuo regno rivelando alla tua umana, non un umana qualsiasi, cosa sei e cosa siamo noi. Sei un disonore. E tutto questo perché?» si avvicina alla madre di Ana, prendendole poi l'arma che solo pochi minuti fa desideravo io. Ok, sono nei guai. «Perché questi esseri umani sono la tua debolezza. Ana è la tua debolezza. Sono gentile: ti farò fuori sfruttando un'arma umana, almeno muori più felice. E ti risparmioa anche la cattura del regno.
Scende a terra e avanza verso di me con l'arma puntata alla mia testa. D'accordo, Zack, pensa perché qui finisce che ci rimetti la vita. Tira fuori la rabbia, liberati da questa magia nera.
«Isaac avevi detto che avremmo potuto divertirci un po'!» si lamenta Sara, che sembra avere come unico desiderio quello di alimentarsi della mia sofferenza. La punta dell'arma è ad appena dieci centimetri dalla mia fronte.
«Sara, piantala dannazione! Dobbiamo liberarcene il prima possibile!»
«Così ti diverti solo tu, come sempre!»
«Non rompere e finiamo l'opera!» e mentre loro continuano a discutere, io ho avuto un'idea.
«Tanto Cole non avrebbe comunque potuto farmi nulla. » lo prendo in giro io. «Sei tutto fumo e niente arrosto.»
«Vuoi proprio morire, eh?!» la sua magia non mi tiene più fermo, dato che le sue mani sono di nuovo impegnate a stringere la mia felpa tra le mani. Fuori uno.
«Con uno come te? Sei così grosso che non riusciresti a pestare nemmeno una formica,dato che non la vedi. Figurati se riesci a pestare me, dai, fammi il piacere! L'ultima volta che ci hai provato non è che ti è poi andata così bene.»
«Basta così! Cole non ascolt...!» Isaac non termina la frase che Cole mi spinge a terra, vincendo perfino la forza di Sara. Lei è furiosa.
«Non è giusto! Anche io voglio nutrirmi!» ed anche lei lascia perdere il controllo su di me. Perfetto. Mi libero facilmente da quello di Isaac, afferro un pezzo di vetro mentre sono ancora a terra e lo lancio nella sua direzione, colpendogli in pieno la mano e tagliandolo abbastanza da fargli cadere l'arma. Altro trucchetto imparato a scuola. Non vi ho mica mentito quando dicevo di essere uno dei migliori allievi. Non perdo altro tempo e mi rialzo, pronto a ricevere qualche tro attacco.Prendo l'arma e mi posiziono davanti ai due poliziotti privi di sensi, determinato a non dargliela vinta. La punto avanti, cerco di imitare il modo in cui la teneva la madre di Ana. Come funziona questo affare?
«Cominci veramente a stancarmi, Stefans.» borbotta Sara a denti stretti e con i pugni chiusi desiderosi di colpirmi.
«Veramente? Non mi dispiace.» premo il grilletto, già soddisfatto per le loro espressioni spaventate,quando la sfiga viene per l'ennesima volta a tenermi compagnia senza il mio consenso. Premo più e più volte, ma si sente solo un piccolo rumore metallico. Stavolta quello spaventato sono io: non ci sono munizioni.
«Oh,oh, Stefans: sei nei guai.»
«E belli grossi anche.» borbotto a bassa voce. Attaccano tutti e tre insieme e piuttosto che proteggere me stesso preferisco pensare ai due umani che rischiano di rimanerci secchi senza nemmeno sapere il perché. Il punto è che non sono invincibile, lo sapete. Nessuno lo sarebbe in condizioni del genere.
Non so quante volte sbatto in quella dannata auto, ma comincia a farmi male la testa. Stringo i denti e continuo a combattere, cercando do resistere ai loro attacchi coordinati e di tirar fuori quella furia che l'ultima volta mi ha permesso di vincere. Penso a mio padre, a Caleb, a mia madre, ad Ana, a tutto questo disastro, ma vengo colpito ogni qualvolta sto per infuriarmi. Non posso farcela da solo e le mie amiche ombre lo sanno.
«Inutile nutrirsi di false speranze Zack. Hai perso.»
«Sono ancora in piedi!» sbotto cercando di dare un pugno liberatorio alla mia ombra, ma Cole e Sala mi afferrano da dietro e mi gettano a terra. Di nuovo.
«Tenetelo fermo.» ordina Isaac. Non glielo permetto , dimenandomi come se avessi realmente il fianco tutto intero e sfruttando la mia magia. Grido buttandone fuori un bel po',ma loro scompaiono nelle tenebre. Mi guardo attorno senza mai distrarmi, non posso permettermelo. Sbucheranno fuori da un momento all'altro e devo essere pronto. Inoltre ,se mi concentro e mi arrabbio sul serio, posso percepire i loro movimenti, posso sfruttare la luce degli incubi per sconfiggerli e raggiungere i miei compagni. Posso e lo farò. Devo. Chiudo gli occhi, mi concentro sulla rabbia che provo per loro, cerco di percepire la preoccupazione di Ana... la sento e faccio bingo.
Mi giro appena in tempo colpendo Cole con un pugno ben assestato alla mascella e circondato dalla mia magia. Passo poi ad Isaac,che non riesce a smaterializzarsi prima che le.mie mani lo afferrino per il colletto della maglia.
«Sei veloce, ma non abbastanza.» dice ricordandomi un piccolo particolare: se io supero me stesso, lo farà anche lui. Saremo sempre a pari livello, purtroppo per me. Tenta di darmi una ginocchiata allo stomaco, lo blocco, ma dietro arriva anche Sara, che mi salta sulle spalle stringendomi le braccia al collo. Giuro di non aver mai visto una ragazza, o quantomeno un qualsiasi essere di sesso femminile così iperattivo ed agitato.
«Liberati di me adesso! Che aspetti?!»
«Proprio nulla!» sprigiono ancora una volta energia, stufo di subire ancora, e prima che possa esplodere, che finalmente possa tirar fuori la mia vera forza, Isaac mi frega di nuovo. Tiene sospesa in aria la madre di Ana, ancora dormiente, mentre con la mano libera indica la macchina.
«Calmiamoci un attimo Stefans. Tu che sei un amante degli umani, dovresti sapere come è composta un auto. No? beh, lascia che ti spieghi: il punto che indico con la mano è proprio dove è situato il motore, già danneggiato dopo il piccolo incidente che noi due abbiamo provocato. Se io però intervenissi potrebbe anche esplodere con questa signora di sopra che si trova disgraziatamente coinvolta.»
«Provaci brutto verme e giuro che...!» stringe le dita della mano ed il fumo comincia ad aumentare proprio nel punto in cui è situato il motore. «Fermo! Lei non c'entra! Mettila giù!»
«Certo, la poso sul cofano direttamente.» lo fa inarcando un sopracciglio. Giuro che mi metterei ad urlare. Andiamo! Avevo la situazione in pugno e adesso viene fuori l'ostaggio! «Tornando a noi, Zck, adesso mettiti in ginocchio.» rimango fermo, osservo le dita della sua mano stringersi sempre più. «Ho detto mettiti in ginocchio, altrimenti puoi dire addio a questa insulsa umana. Conto fino a tre.» non vale...«Uno... due...» quanto lo posso odiare? «Tre!»
«Fermo!» urlo prima che possa esplodere il motore.«D'accordo, lo faccio.» mi metto in ginocchio furioso e con i pugni stretti. Isaac inarca un sopracciglio ed i suoi occhi diventano pozzi desiderosi di essere nutriti e di vedere sofferenza. Li sostengo, non voglio dargliela vinta nonostante effettivamente lo stia già facendo. Che altra scelta ho?
«Un solo movimento, una minima difesa e lei muore. E con lei anche Ana.»
«Non la toccherai.»
«Non credo riuscirai a dire ancora così da morto» il colpo alla schiena arriva di colpo e la guancia sbatte violentemente al suolo.
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Nightmare dream-il Regno Dei Sogni-
Fantasi.Tra voi umani c'è un detto , secondo il quale ogni notte un sogno vi tiene piacevolmente compagnia, solo che non lo ricordate molto spesso. Beh...in realtà non è proprio così. Diciamo che il sogno c'è, ma non è come lo pensate voi, ovvero solo qual...