Mi sveglio prima del dovuto... beh, molto prima. Per quanto provi più volte a prendere sonno, trascorro ben due ore sveglio come non mai, osservando ogni particolare della mia stanza che conosco come il palmo della mia mano. Dei raggi di un arancio bellissimo illuminano la mia stanza. E' l'alba. Dopo aver sprecato un'altra ora della mia vita a letto, mi alzo abbandonando le speranze di chiudere gli occhi e mi dirigo in bagno per lavarmi la faccia. Quando mi guardo allo specchio, non posso fare a meno di rivedere la faccia di Ana, la stessa che mi è stata mostrata durante la cerimonia. Perché è così speciale? E perché mai Hunter dovrebbe spiare i miei viaggi sulla Terra? Tutta questa storia mi confonde e mi irrita. Di certo non mi sarei mai aspettato un primo giorno del genere. Sospiro esasperato ed esco dal bagno, dirigendomi nell'angolo del salotto dedicato a nostro padre. Dovete sapere che le nostre case sono ben diverse rispetto alle vostre: sono molto più calde e caotiche, astratte, quasi tutte hanno un camino freddo- Creod ia simile a quelli che voi chiamate condizionatori dato che qui l'inverno non esiste.- e delle lucciole del ghiaccio che lo accendono con la loro magia creando una piacevole brezza fresca un'ora dopo l'alba. Cioè adesso. Le lucciole sussultano nel vedermi già sveglio, non si sentono a loro agio nell'avere sogni ed incubi tra i piedi mentre lavorano.
«Em... tranquille. Non fate caso a me, non mi sentirete nemmeno.» esitanti ritornano al loro lavoro. Ritornando all'angolo di mio padre, è soltanto una mensola con tutte le sue foto, la sua inseparabile pipa ed il suo libro preferito -nonché il mio- "Essere umano", grazie al quale ho imparato tutto quello che so su di voi, o meglio dire quel poco che so... un momento, ma il libro non c'è. L'unico a mettere mani su quel libro dopo la morte di nostro padre sono io e devo dire che un lieve senso di panico mi attraversa il corpo. Rivolgo uno sguardo alle lucciole, ma loro sono già scomparse. Non tocco quel libro da due giorni, quindi è improbabile che lo trovi in camera mia. Risalgo le scale in punta di piedi convinto che magari lo abbia preso mia madre, ma trovo la porta della camera di Caleb aperta, dalla quale fuoriesce uno spiraglio di luce. Mi affaccio di soppiatto alla porta e noto che Caleb è nascosto sotto il lenzuolo con una torcia accesa. Lui non legge nulla se non i suoi fumetti fatati e, dato che non ne manca neanche uno sul suo scaffale, direi che ho trovato il ladro. Sto per uscire, ma inciampo per sbaglio su un paio di scarpe abbandonate al suolo, sbattendo le mani a muro per evitare di cadere. Caleb sobbalza e si scopre di botto, nascondendo il libro sotto il lenzuolo.
«Che diamine ci fai qui?!» sbotta lui sussurrando. «Mi hai fatto quasi venire un infarto!»
«Sh! Va bene, scusa! Stavo solo cercando il libro di papà.» cala lo sguardo imbarazzato, stringendo ancora di più la presa nella parte di lenzuolo sotto la quale è nascosto il libro.
«E... e perché mai dovrei averlo io?» Chiede lui da finto innocente.
«Non fare l'idiota, l'ho visto. Guarda che non è un reato, anzi, ti lascio tranquillo. Goditi la tua lettura.» sto per uscire , ma Caleb mi blocca sussurrando appena il mio nome «Hai detto qualcosa per caso?» sbuffa spazientito, come se rivolgermi qualche parole fosse un peccato madornale.
«Volevo solo...insomma volevo chiederti... oh, accidenti.»
«Ti viene davvero così difficile parlare con me?» mi sento di colpo pesante quando i suoi occhi incontrano i miei. Da quando nostro padre è morto, Caleb non è più lo stesso, il nostro rapporto non lo è: non mi parla quasi mai se non per dire "A tavola...", oppure "Sbrigati che non possiamo aspettare tutti te...", o ancora "Non rompere e lasciami in pace...", e nella maggior parte dei casi io gli dico le stesse medesime cose .Non si può certo definire un rapporto di amore fraterno allo stato puro. Sto quasi per rinunciare all'idea che possa parlarmi sul serio, quando riprende a parlare.
«Volevo chiederti scusa per ieri. E' che... non me la sentivo proprio» sospiro per poi sedermi accanto a lui sul letto.
«D'accordo, scuse accettate. Ma vorrei le rivolgessi alla mamma. Sai, ci teneva molto.» abbassa lo sguardo tristemente e capisco che si sente in colpa. Nostra madre fa talmente tanti sacrifici per noi , non è giusto deluderla così. «Sarà meglio dormire per entrambi» riprendo il discorso io. «Io devo andare a lavoro e tu... beh, hai una vita da affrontare.» dico ironicamente
«Com'è?» chiede poi lui all'improvviso prima che io possa alzarmi.
«Com'è cosa?»
«La Terra. O meglio, la stanza, il tuo umano... insomma, è bello il posto in cui sei capitato?» esito a rispondere. Ho paura che la sua gelosia possa rovinare quest'attimo di tranquillità che siamo riusciti a creare. Alla fine, però , non posso certo fare scena muta.
«Se era bello? Oh sì, eccome. Molto particolare a dire il vero. Più grande delle stanza che siamo abituati a vedere, più... ecco, ordinato. E poi sembrava che tutto fosse messo lì per un motivo ben preciso.E comunque io parlo della stanza della mia umana, mica ho visto tutta la Terra.»
«Umana? E' femmina?» annuisco e lui sembra confuso. «Sembra strano. Un sogno ed un incubo maschi con un'umana femmina?»
«Ei, mica sceglievo io. Comunque si chiama Ana.»
«Ana, eh? Carino come nome... terrestre direi. Quindi deduco che il tuo primo giorno sia andato da favola.» sì... proprio una favola. Sono stato attaccato da un'ombra, preso in giro da Luke, minacciato da Hunter White e stavo per svegliare la mia umana. Fantastico, proprio memorabile. Ho la tentazione di rivelargli ogni cosa per il semplice motivo che non riesco a tenermi tutto dentro, che vorrei qualcuno che possa comprendermi.
«E' stato magnifico e speriamo sia così anche oghi» prego ogni divinità conosciuta affinché non sia davvero così. «Adesso devo andare a svegliare Claire, sempre se non è già sveglia.»
«Lo sono, mi dispiace.» Claire entra nella camera mentre raccoglie i suoi lunghi capelli biondo cenere in una treccia laterale. Non mi stupisco del fatto che a Drew piaccia mia sorella, né che Luke abbia scelto proprio lei. Se non fossi suo fratello, avrei anch'io una cotta per lei. «Allora,» riprende Claire «Litigate ancora voi due?»
«Litigare? Nah... stiamo semplicemente parlando » rispondo io e lei si finge stupita.
«Come, niente oggetti per aria, rincorse per tutta la casa o urla assordanti?» sia io che Caleb scuotiamo il capo. «Sul serio, sono stupita.» commenta Claire infine.
«E vedrai che andremo a migliorare. Adesso però dobbiamo andare, è già tardi.» scompiglio i capelli a Caleb e mi alzo insieme a Claire per poi uscire dalla stanza.
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Nightmare dream-il Regno Dei Sogni-
Fantasy.Tra voi umani c'è un detto , secondo il quale ogni notte un sogno vi tiene piacevolmente compagnia, solo che non lo ricordate molto spesso. Beh...in realtà non è proprio così. Diciamo che il sogno c'è, ma non è come lo pensate voi, ovvero solo qual...