"Si usano gli specchi per guardarsi il viso.
Si usa l'arte per guardarsi l'anima."<< Potremmo passare qui questa sera. Così magari vedi come ti trovi e poi puoi decidere.... oppure non so una libreria o.... >> mia madre continua a parlare ma sinceramente ho smesso di ascoltarla mezz'ora fa.
Sono seduta qui al tavolo della cucina di fronte a lei e le ho appena confessato la mia scelta per ottenere un po' più di indipendenza.
Dopo la fine del liceo ho deciso di voler iniziare a fare qualche lavoretto per poter iniziare ad interagire con il mondo del lavoro.
Non che abbia bisogno di soldi, ma quando andrò al college voglio dipendere da me stessa e non da mia madre, tanto meno da mio padre.
Voglio essere in grado di farcela anche da sola. Quindi perché non iniziare già da adesso?
Anche se siamo in primavera, entro luglio dovrei iniziare a spedire tutte le domande alle varie università che ho preso in considerazione durante lo scorso inverno.
Ho deciso di intraprendere medicina anche io, seguendo le orme di mia madre, e lei non potrebbe esserne che soddisfatta che io provi il suo stesso interesse.
Appena udita la notizia, si è rimboccata le maniche e ha cercato di trovarmi un lavoro a tutti i costi, sorvolando completamente la faccenda dell'indipendenza.
Il trillo del telefono mi strappa bruscamente dai miei pensieri facendomi ritornare alla realtà, mentre mia madre si dirige verso il tavolino in vetro davanti al divano nel soggiorno, dove ha lasciato "la sua unica salvezza", alias il suo telefono.
Non la biasimo di certo, senza quell'aggeggio ci saremmo perse almeno un centinaio di volte nei nostri viaggi, e con lei, che ha un pessimo senso dell'orientamento, non ne parliamo.
E poi il suo lavoro, le comunicazioni inerenti ad esso e tutto il resto.
Di mia madre si può dire di tutto, ma è tremendamente seria nel suo lavoro e lo tiene molto a cuore, come i pazienti d'altronde.
È una gran lavoratrice, lavora gran parte della giornata, fa i turni più pesanti, stravede per i suoi pazienti, e quando non riesce ad aiutarli il suo stato d'animo si tramuta in tristezza e desolazione.
Da questo punto di vista, ammiro molto il suo spirito, la sua intraprendenza e la sua volontà.
<< Arrivo subito >>
Ed ecco le cruciali parole che preannunciano guai all'ospedale o allo studio.
<< Tesoro io... >>
<< Mamma vai capisco. Vado a fare un giro e a visitare questi posti. Vai >>.Mi guarda ancora incerta ed io le sorrido rassicurante. Solo allora si lascia andare, ricambia il sorriso e si dirige giù per le scale, per poi correre verso il suv.
In tutto questo, osservo i suoi movimenti dalla finestra, per poi spostare il mio sguardo sui murales di fronte all'albergo.
Non hanno però più il potere di suscitare emozioni tanto forti come hanno fatto ieri.
Quelle sensazioni appartengono ormai solo ed esclusivamente si murales del "vicolo proibito".
Dopo tanti soprannomi, scelti accuratamente dalla sottoscritta, credo che questo sia il più adatto, dato che praticamente nessuno ci mette mai piede li.
Il fatto che mia madre se ne sia andata mi sconsola e mi solleva allo stesso tempo.
Da una parte, mi sconsola, perché inevitabilmente i miei pensieri corrono inevitabilmente al ragazzo misterioso e allo spiazzo di murales oltre il vicolo, e la tentazione di andarci è martellante, quasi asfissiante.
Dall'altra, una piccola parte di me è sollevata, perché vuole tornare lì e sa che senza mia madre, niente mi terrà lontana da quel luogo così magnetico per me.
E neanche cinque minuti dopo, mi ritrovo a percorrere la strada che mi porterà al vicolo, mentre una battaglia interiore infuria in me sulle scelte giuste o sbagliate.
Come se avessi mai fatto la cosa giusta.
Io seguo sempre il mio istinto e la mia curiosità. Forse sarà proprio questa la mia rovina, un giorno ma non importa per il momento.
Che senso ha vivere una vita perfetta se poi, ritornando indietro e ripercorrendola, non puoi mai rilassarti e lasciarti andare a ricordi che valgono la pena di essere vissuti?
E che senso ha non rischiare un po'?
E con questi pensieri che mi accompagnano, mi ritrovo a ripercorrere il mio tanto amato vicolo proibito che mi porta allo spiazzo scoperto ieri.
La prima cosa che mi salta all'occhio è una sola consapevolezza. Lui non c'è.
E non so per quale motivo mi sento tanto sconsolata per questo. Ci speravo davvero nel rivederlo. Ma neanche io stessa ne so il motivo.
Forse quell'aria da ragazzo misterioso, quel bisogno di dare un volto a quel fisico perfettamente fasciato di nero, forse il desiderio di vedere i suoi occhi, o ancora quello di conoscere il significato dei disegni o semplicemente lui.
Scuoto la testa. Mi sto complicando la vita con tutte queste fantasie mentali, ma ora che sono qui non voglio andarmene.
Sono circondata dall'arte, da pezzi di lui intrecciati tra loro, dalla sua essenza, e da una sensazione di pace indescrivibile.
E così facendo un passo in avanti, mi siedo sull'erba chiara e corta, ed inizio ad analizzare ed identificare alcuni dei disegni che mi saltano all'occhio.
La parete alla mia sinistra è occupata interamente dal disegno di un drago verde, con tanto di fauci e zanne che rendono la sua rabbia ma anche... tristezza.
Sulla schiena due ali, quella di un diavolo perfettamente integra, e quella di un angelo, sporca e malandata. Il drago è posto al centro di una chiara sfumatura di rosa, alla sua sinistra divampano le fiamme, dove è situata la sua coda, alla sua destra invece una luce giallina, che sfuma sull'arancione, che da un senso di tranquillità e salvezza.
Solo una zampa fasciata entra appena in questa zona di benessere, mentre il resto del corpo è per la maggior parte nella zona infuocata, tranne per la testa e metà busto che rimangono in quella zona rosa, una zona che definirei di transizione.
Non c'è che dire, il disegno è un vero e proprio spettacolo, una contrapposizione di colori che trasmette in se emozioni diverse.
Come è possibile riuscire a trasmettere un senso di pace affiancato alla sofferenza?
Deglutisco mentre sposto lo sguardo sulla parete alla mia destra. Ma proprio mentre sto per esaminarla squilla il telefono.
Sbuffo rumorosamente per poi concentrarmi sullo scocciatore e scoprire che non è niente meno che mio padre. Sto proprio per rifiutare la chiamata, non riuscirei ad affrontare una conversazione con lui normalmente, figuriamoci con le emozioni in subbuglio.
Quando un piccolo particolare attira la mia attenzione.
<< Merda >> sgrano gli occhi e inizio a correre verso L'albergo dove alloggio.
Le 8:45 pm. Ho al massimo un quarto d'ora per tornare in tempo e prego tutti i santi per il ritardo di mia madre. Se arrivo tardi, mi fa fuori.
Salve a tutti. Questo era il terzo capitolo di "Be fast", spero vi stia piacendo il susseguirsi delle vicende della storia. Mi scuso per eventuali errori grammaticali, sia in questa che nell'altra storia, revisionerò tutto appena avrò tempo.
Bye xoxo
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Be fast {-DoNotFallInLove-}
Romance{Completata}; -ho deciso di fuggire da Dio -ti sei mai chiesto quale dei due è più veloce? Kelshea Costela non ha mai conosciuto il significato di "casa" e "semplice". Per lei è sempre stato tutto difficile, sin da bambina, quando sentiva le urla de...