|Capitolo 22|

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"E mentre aspetti il cambiamento, alla fine cambi tu"

<< Che cosa?! >> urla Isa sbalordita prima di essere ripresa dalla sottoscritta, facendogli segno di stare in silenzio.

Siamo comodamente sedute sul letto di camera mia, mentre le sto facendo un riepilogo veloce di ciò che è accaduto l'altra sera.

Ebbene sì, ho deciso di rispettare Aaron e la sua decisione, ma sarei una bugiarda de dicessi che l'unico motivo per cui ho deciso di farlo sia stato il "rispetto".

Bensì, anche io avevo paura di queste sensazioni che continuano ad aleggiare intorno a noi ogni qualvolta siamo vicini, iniziano ad intimidirmi il potere che esercita su di me, iniziano a spaventarmi le raffiche di emozioni che mi travolgono sempre più recentemente quando prima non erano esistenti.

E cosa fare quindi? Scappo, come al solito, nella mia continua, seppur involontaria, fuga. Ma almeno posso dire di averci provato e di aver addirittura superato i miei limiti.

<< Quindi aspetta aspetta, ricapitolando. Hai accettato la presunta decisione di Aaron di stare lontani subito dopo averlo affrontato nel cuore della notte e tua madre non tornerà prima di dieci giorni per un motivo a te ignoto? E, come se non bastasse, tuo padre ha deciso di chiamarti in settimana, lo stesso che non sentivo da mesi e al quale affermi non importi nulla di te? >> domanda incredula, ma come biasimarla poverina, persino io sono convinta del fatto che la mia vita assomigli ad una telenovela, ormai posso dire di esserci abituata.

Eh già, il mio caro padre mi ha mandato un messaggio nel quale enunciava la sua prossima chiamata. Lo stesso che non si è mai preoccupato della mia salute dopo il divorzio nel quale ha proclamato la sua "libertà".

Immagino sia qualcosa di importante che lo abbia spinto a chiamarmi, e anche se può sembrare brutto a dirlo, gli servirà sicuramente qualche favore. Come lui stesso ha affermato "non ho bisogno di voi", quel giorno, il giorno della mia partenza.

Provo una certa nostalgia nel ripensare a mio padre, ma non provo rancore nei suoi confronti. Non ci riuscirei. E non so perché, ma di lui rimangono solo quei pochi pensieri belli che riesco a ricordare nella mia infanzia. Ricordo il padre amorevole che era, e non capisco come possa essere cambiato in poco tempo.

Da quando sono subentrate le urla che hanno perseguitato me e la mia cameretta, il mio rifugio contro il mostro sonoro.

Ah, e come non dimenticare la telefonata serale di mia madre, ieri?

Subito dopo aver raggiunto casa, ieri, avrò dormito sino a sera, sfogando e placando la stanchezza insopportabile che avevo sulle spalle.

Ancora non mi capacito di aver dormito così tanto, fatto che subito dopo essermi svegliata ho ricevuto una chiamata da mia madre.

Questa volta, non solare, severa o preoccupata, bensì irrequieta e insicura. Tipico di mia madre, non essere eccellente a mentire.

"Avranno bisogno di me per più tempo di quanto avessi immaginato, tesoro, starò qui quindi per un altra, emh, decina di giorni"

Testuali parole. Sono perfettamente al corrente che sarà la sua fuga amorosa con mio zio, questi dieci giorni, so che starà con lui.

Ma inutile impedirglielo, in testardaggine ho preso proprio da lei, e sarebbe risultato comunque inutile insistere.

Sospiro e annuisco alla rossa di fronte a me, per poi portare lo sguardo al muro alle sue spalle trovandolo, improvvisamente, interessante.

La tensione e la stanchezza accumulata da quando sono qui, iniziano a pesare e rovinosamente cadrò a terra se non trovo un modo per liberarmi.

Isa non dice nulla, si limita ad abbracciarmi per poi andare a prendere del gelato ed un film d'amore che, in questo momento, non riesco a decifrare.

E restiamo così per ore, fino a quando non è costretta a tornare a casa sua, di sera, per fare la babysitter al fratello piccolo.

E, lasciatemi sola con i miei pensieri, eccomi qui, stesa sul mio letto dalle lenzuola bianche, che continuo a scervellarmi al fine di trovare un modo per fuggire da questa realtà che mi circonda.

Potrei acquistare un libro dal negozio nel quale lavoro, un classico magari, ma non riuscirei a fare a meno di installare continui paragoni tra me e i personaggi del film. Paragoni che includerebbero Aaron.

Un messaggio attira la mia attenzione, e il nome di Jack spunta tra le notifiche. Curiosa, lo apro.

Ti andrebbe di vederci questa sera? Sono stato benissimo al parco.

Si o no? Anche io sono stata bene con lui, ma non vorrei che il tutto dovesse precipitare in qualcosa che non sarei pronta ad affrontare. Sinceramente, non vorrei che Jack fraintendesse il tutto.

Ma forse, sono solo io paranoica? Magari si è trovato bene e vuole semplicemente essere mio amico.

Sbuffo infastidita e accetto la proposta di Jack. Devo smetterla di far condizionare i miei pensieri dalle parole di Aaron, devo decidermi una buona volta ad accettare il fatto che lui non voglia più avere a che fare con me, per ragioni ancora sconosciute, fra l'altro.

E ora di andare avanti e, perché no, Jack potrebbe essere disposto ad aiutarmi in questo.

Ma nonostante tutto, il fastidioso vuoto allo stomaco che si crea ogni qual volta ricordo a me stessa che ormai Aaron è un capitolo chiuso, rimane e continua ad ingrandirsi, ogni giorno di più.








#SpazioAutrice
Mi sembrava giusta la rivalità tra Jack e Aaron, conoscenti a quanto pare, e se prima Jack doveva essere bruno, ho deciso di affibbiargli il ruolo di biondo per sottolineare ancora di più le differenze con Aaron.
Quindi, gli opposti ;)
Biondo, moro o bruno?
(Capelli neri all the love :)
Bye<3

Be fast {-DoNotFallInLove-}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora