|Capitolo 16|

398 17 0
                                    


"La fede rende possibile tutte le cose, l'amore le rende facili"

<< Kelshea >>.

Mia madre è ferma sulla porta della mia stanza, attenta a valutare la mia reazione.

Non sono arrabbiata con lei, al contrario di ciò che lei pensa. Semplicemente non vorrei vederla soffrire in seguito. Ma se questo è ciò che prova non farò niente per farle sopprimere i suoi sentimenti.

<< Non sono arrabbiata con te, mamma. Ti ho solo avvertita, non sarà rosa e fiori. Ma non ti obbligherò di certo a sopprimere i tuoi sentimenti >> le rispondo sicura mentre continuo a guardarla negli occhi.

<< Io... non era solo questo. Volevo dirti che starò via per tre giorni, un congresso. Ma non so se lasciarti... >>

<< Tranquilla mamma, vai pure. Inviterò Isabel a farmi compagnia >>.

Un sorriso forzato spunta sul mio viso mentre lei mi guarda ancora incerta e preoccupata.

<< Lo sai che puoi parlarmi di lui vero? Torno stasera >> dice, prima di farmi un occhiolino e attraversare la porta per sparire al di là della cucina, il tutto sotto il mio sguardo allibito.

Effettivamente non ha tutti torti. Questa notte non ho fatto altro a ripensare alle parole di Isa, la quale pensa che io mi sia presa una cotta per Aaron, se non di più.

I miei pensieri svettavano sulla remota possibilità che potessi provare qualcosa per lui, e sono arrivata a sfilare una lista dei motivi per i quali non posso avere questa "infatuazione".

Innanzitutto, non ci conosciamo abbastanza, a malapena un mese scarso, e di lui so il minimo nonostante sostenga che io lo conosca meglio di chiunque altro.

Poi infrangerei le regole che mi sono data all'alba della partenza di ogni trasferimento, proprio per evitare di soffrire.

E, a proposito di questo, la mia vita da "nomade". Dovrei lasciare tutto dopo l'estate. E già il fatto che mi sia legata così tanto ad Isabel, non so se definirla positiva o negativa.

Ma, soprattutto, la paura che possa farmi cadere veramente nella trappola dell'amore per poi distruggere, volontariamente o non, il mio cuore.

Non ho mai negato l'attrazione che provassi per Aaron, è solo dopo la chiacchierata con Isabel mi rendo conto di quanto effettivamente possa essere nocivo per il mio cuore stargli accanto.

Non voglio veramente soffrire, ma non voglio neanche perdere la sua compagnia.

Lui è l'unico che mi stia, in qualche modo, insegnando a vivere, senza la paura di nascondermi, di allontanare gli altri e di respingere eventuali sentimenti.

E dopo un'intera notte a riflettere su tutto ciò, non ho ancora preso una decisione.

Devo stroncare il tutto sul nascere, prima che sia troppo tardi per tornare indietro?

E, dato che il destino si prende gioco della mia vita, proprio in quel momento un messaggio si fa spazio sulle notifiche del mio telefono.
Un messaggio di Aaron.

Ho bisogno di parlarti, Kelshea. Incontriamoci nel solito posto alle 7.00 pm. È importante.

E già solo dal fatto che mi abbia chiamato Kelshea, mi fa capire la presunta importanza della situazione.

Opto per rispondere con un semplice "okay" prima di iniziare a stilare una lunga sequenza di film mentali sulla massima urgenza di questo incontro.

Che voglia stroncare il tutto anche lui? Che si sia accorto di tutto?

Nella mia vita sono stata messa, in varie occasioni, nella posizione di prendere scelte che avrebbero definito il mio futuro.

A partire dalla scelta di restare al fianco di mia madre o mio padre, che è stato un po' come scegliere tra movimento o stabilità.

Le scelte sulle regole da darmi per non soffrire.

Le scelte per liceo e college.

Le scelte per il controllo sui sentimenti, quali manifestare e non.

La mia vita è stata una continua scelta da parte mia. E non penso di voler tornare indietro, non volendo peggiorare la situazione.

Anche se ci fosse la possibilità, non cambierei nulla.

Perché? Beh, per quel sentimento che limita ogni essere umano.

Paura.

Paura di dover poi affrontare qualcosa di peggiore, o semplicemente di poter perdere un pezzo di me.

E ora mi si presenta davanti una scelta del tutto nuova.

Voglio includere o no Aaron nella mia vita? Voglio averlo al mio fianco con tutti i rischi che comporta?

Ad essere onesta sono divisa in due parti.

Una parte di me, quella razionale, ottima alleata della mente, mi dice di darci un taglio.

Un'altra, l'alleata del cuore, di tenerlo con me.

L'altra ancora, di fuggire. Un po' quello che, nolente o dolente, sono sempre stata costretta a fare.

Non ho dubbi che tutto questo mi porterebbe solo a soffrire. Affezionarmi ad un altra persona, ad Aaron, che non metto in dubbio non ci metterà molto a sconvolgere la mia tranquillità e a rubare il mio cuore, porterà sofferenza quando sarò costretta a lasciare tutto.

Persino nel remoto caso lui ricambiasse.

E non credo di essere pronta ad affrontare questa situazione. Non voglio finire in un baratro che colorerà soltanto di un colore le mie giornate, nero.

Ho vissuto sempre nel bianco. E fin da piccola, non mi sono mai piaciuti i cambiamenti. Ma tutto questo bianco, da un po' di anni mi sta dando alla testa.

Voglio veramente un altro colore nella mia vita, colori diversi, emozioni diverse.

E se Aaron può farmele provare, credo che sarò pronta a correre il rischio.

Se la paura di cadere è il prezzo da pagare per portare un altro colore della mia vita lo sconterò.

E se Aaron è l'unico artista in grado di usare la mia anima come tela, beh che lo faccia.

Che dipinga una tela di emozioni, in grado di scioglierle una ad una e farle venire alla luce.

Che mi faccia diventare, la sua arte.








Voilà! Sinceramente non era esattamente così che doveva andare il capitolo, ma una volta messa a scrivere, le parole mi sono uscite da sole.
A quanto pare Kelshea incomincia ad apprezzare la presenza di Aaron nella sua vita, e vuole che le insegni a controllare nuovamente le sue emozioni. Che ne pensate? Voi avreste lasciato perdere Aaron per non provare dolore?

Bye <3

Be fast {-DoNotFallInLove-}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora