|Capitolo 9|

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"E nei sogni di un bambino, la chitarra era una spada,
e chi non ci credeva era un pirata"

Lancio per l'ennesima volta un'occhiata alla sveglia sul comodino bianco della mia stanza.

Le 7.00 am

Ho ancora due ore per scegliere cosa indossare e vestirmi.

Dire che sono immersa nella più completa agitazione, è semplicemente un eufemismo.

Non riesco a smettere di torturare il mio povero labbro inferiore, né di giocare con il piccolo anello che porto al dito da ormai un anno.

Un ricordo a me prezioso. Diciamo che è un specie di tradizione della famiglia di mia madre.

Il piccolo cerchio è unicamente in oro bianco, una specie di fede semplice, che conserva il ricordo di donne mie antenate.

A partire dalla madre di mia nonna, ogni volta che la figlia compiva 17 anni, si usava regalare questa piccola fede, e si portava fino a darla poi alla propria bambina una volta raggiunta l'età precedente.

Ho sempre trovato questa "mini" tradizione molto interessante, nonché a sua volta affascinante.

Tengo molto a questo piccolo anello, e anche se non sono una ragazza che segue i cosiddetti schemi, mi impegnerò per portare avanti almeno questa.

E poi ho sempre voluto una figlia femmina.

Continuo a fare avanti e indietro dalla mia cabina armadio, non avendo la più pallida idea di cosa indossare.

Al complicare il tutto, non ho idea del luogo in cui mi porterà Aaron.

Semplice, comodo e adatto in qualsiasi contesto.

Questo mi ripeto da ieri sera, ma non ho raggiunto nessuna conclusione, come si può ben notare.

Sbuffo frustrata.

Sfido chiunque a non aver avuto questi problemi, almeno una volta nella vita.

Non credo mi porterà in un posto elegante o altro, anzitutto non mi sembra proprio il tipo. E poi di mattina?

Alla fine opto semplicemente per un paio di jeans, leggermente attillati, un top bianco che lascia scoperto un filo della mia pelle e delle Adidas.

Abbastanza soddisfatta della mia semplice ma comoda scelta, mi dirigo in bianco per applicare giusto un filo di trucco, in modo da cancellare la mia ansia che continua a trasparire da ogni poro del mio corpo.

Non ho mai esagerato con il trucco. Oltre al mio essere pigra nello struccarmi, preferisco più una bellezza semplice e naturale.

Questo però non vuol dire che non lo usi per nulla. A volte, quel filo in più mi aiuta a non sembrare, come dire, un completo zombie.

Lancio un occhiata all'orologio.

8:30 am

Fiera della mia puntualità, lascio un biglietto a mia madre sul frigo, dicendole che esco con un amico e di non cercarmi.

Ammetto di aver tentennato alla parola "amico". Insomma, non credo io e Aaron abbiamo questo tipo di rapporto.

Ci definirei più... conoscenti?

Conoscenti che escono?

Si insomma, qualcosa del genere.

Una volta aver preso il telefono, mi dirigo nella hall dell'hotel, in attesa arrivi il mio accompagnatore.

Be fast {-DoNotFallInLove-}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora