|Capitolo 18|

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"La vita è i sogni sono fogli di uno stesso libro:
leggerli in ordine è vivere.
Sfogliarli a caso è sognare. "

<< Cosa vuol dire che non poteva? >> mi domanda Isa sbalordita dopo aver finito di ascoltare tutto ciò che è successo ieri con Aaron.

Sbalordita lei. Sconvolta io.

<< Ha detto testuali parole. Non poteva e non aveva bisogno di sconvolgere tutto. E non chiedermi cosa vuol dire perché stento a capirlo persino io! E poi dicono che noi donne siamo complicate >> sbuffo esasperata mentre Isa ascolta attentamente ogni mia parola.

Non dubito che il comportamento di Aaron derivi probabilmente da qualcosa di molto personale.

Ieri oltre a tutta la tristezza che si celava nei suoi occhi, sono riuscita a scorgere anche della paura.

Ma è proprio questo il punto. Di cosa ha paura? Del suo passato? Che io possa non capire? Di quello che potrebbe fare o farmi?

<< Bene, se dici che ha un passato tanto brusco, perché non facciamo l'unica cosa per trovare informazioni sul suo conto? >> mi chiede con un sorrisetto furbo sulle labbra che attira completamente la mia attenzione.

<< Vorresti entrare nelle vesti di una stalker professionista?>>
domando ironicamente mentre continuo ad osservarla.

<< Beh, non sarebbe un'idea tanto male rievocare i vecchi tempi al liceo sfruttando la scusa del bagno per pedinarli... ma non è questo quello che ho in mente! >> risponde sicura sbattendo un palmo sul tavolino di legno di Jecky's, attirando su di se l'attenzione di un paio di clienti.

Rivolgo a loro un'occhiata di scuse per poi fulminare la mia vita, una muta richiesta di discrezione.

<< Se questo ragazzo fosse di Toronto il tutto sarebbe semplice. Basta andare su un sito specifico per sapere tutti i fatti di tutti quelli che abitano qui >> dice sollevando le sopracciglia su e giù con un sorrisetto fiero stampato sulle labbra.

La sua geniale idea consiste quindi nel cercare il suo nome su google o sull'ipotetico giornale di Toronto per vedere quali casi sono collegati a lui? Nel tentativo di trovare un collegamento? È folle.

<< Ma hai una minima idea di quanta gente abiti qui? Non c'è la faremo mai anche volendo. È folle >>

<< Ma potrebbe funzionare. Sottovaluti il potere di internet e dei social. E comunque... >> si blocca di scatto puntando i suoi occhi scuri alle mie spalle.

Stupore, meraviglia e... paura? Sono le cose che vi riesco a trovare.

Così, cerco di girarmi nel tentativo di capire chi sarebbe il flusso di tutta questa preoccupazione, ma Isa mi agguanta per un polso e mi trascina in bagno dopo aver lasciato una banconota sul tavolo.

<< Ma cosa ti prende? >> chiedo mentre è intenta a sbirciare fuori dalla porta semiaperta rischiando di beccarsela in faccia, per giunta.

Mi avvicino piano notando la sua mancata voglia di rispondermi, e mi metto a guardare anche io dalla fessura sottile della porta leggermente aperta e, seguendo la traiettoria di Isa, punto lo sguardo su un ragazzo biondo poggiato al bancone del bar.

Qualche tatuaggio sulle braccia è esposto mentre i muscoli guizzano per la posizione, i capelli biondo scuro continuamente passati fra le sue mani, forse perché nervoso, mentre i suoi occhi chiari scrutano il salone.

Guardo Isa interrogativa mentre lei è intenta a sbavare dietro al ragazzo in questione, per poi sorridere furba.

<< Ma guarda un po', che abbia finalmente avuto l'onore di conoscere il ragazzo che ha fatto breccia nel cuore della mia cara rossa? >> dico con ironia, non abbandonando il sorrisetto sul mio volto.

Inaspettatamente, Isa arrossisce, e non riuscendo più a trattenermi, scoppio a ridere.

Una risata smorzata però dalla sua mano, mentre mi fa cenno di restare in silenzio.

<< Lui è Adam Moore... l'ex ragazzo più attraente della scuola. A quanto pare ha scelto l'università di economia quest'anno. La stessa che ho preso io >>

Il padre si Isabel si trova a capo di un'impresa abbastanza importante. Per tale motivo, è ovvio che lei un giorno debba prendere le redini di questa. I suoi fratelli, a parte Josh, se non erro, non hanno voluto prendere questa carriera, mentre l'unico citato prima ha preso le redini di quella della madre.

Annuisco lentamente e guardo la mano ancora posata sulla mia bocca, facendole un cenno, al ché lei la toglie.

<< In sostanza, non voglio essere una delle tante che cadono ai suoi piedi, okay? Non voglio che tutto questo assomigli al solito cliché >> inizia a spiegare.

Alzo un sopracciglio. << Ma? >>

<< È che... ha solo l'aria da "bad boy". Dovresti vedere come è dolce... ma mi fa impazzire. Insomma, ero sconvolta e delusa per una pesante litigata con i miei pochi mesi dopo l'inizio dell'ultimo anno. Non sono entrata a lezione ma mi sono rifugiata sul tetto della mia scuola. E lui mi ha portato del te, di quello delle macchinette sostenendo che a lui aiutasse con gli attacchi di panico o in generale. E mi ha sorriso. Dio quel sorriso... >> sussurra sognante.

E io, da brava amica bramosa di pettegolezzi, le chiedo di finire il suo racconto.

<< E poi? >>

<< E poi niente, il giorno dopo ci siamo ignorati. Per una settimana. Poi è tornato e mi ha baciata. E poi ignorato per un'altra settimana. E il ciclo si ripeteva all'infinito. Dopo ogni bacio, mi ripeteva che non poteva. E addio sogno adolescenziale. >> sussurra delusa.

<< Accidenti, ti bacia e se ne va e poi ancora e ancora? Beh, non mi sembra tu gli sia indifferente allora >> concludo portando una mano sul mento, facendo spuntare un sorriso sulle labbra della mia amica.

<< Comunque si, sei proprio cotta, se non peggio. Quando mi hai raccontato il tutto avevi un costante sorriso sulle labbra, i tuoi occhi brillavano e arrossivi in continuazione. Cosa mai vista da te Isa >>

Arrossisce ancora di più, e io rido divertita.

Spalanco la porta del bagno.

<< Vieni Isabel? >> dico con ingenuità attirando l'attenzione del presunto Adam che guarda ora Isa con un sorriso.

Inutile dire che, se Isabel avesse il potere di fulminarmi, sarei già morta considerando l'occhiata di panico e rabbia che mi rivolge.

Il biondino si avvicina a noi mentre Isa ancora è immobile, pregandomi con lo sguardo di aiutarla. Ma faccio finta di non aver recepito.

<< Isa >> sussurra il biondino, e non fa in tempo ad aggiungere altro che io mi dirigo verso la porta.

<< Ci vediamo domani! >> Saluto la rossa, ancora intenta a sbavare dietro Adam.

Be fast {-DoNotFallInLove-}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora