|Capitolo 5|

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"Se ti perdi nei suoi occhi, sei nel posto giusto"

E rieccomi qui, nello spiazzo "dell'arte".

Il drago analizzato il giorno prima, continua a guardarmi con la sua imponenza, provocandomi un flash delle emozioni provate la prima volta che l'ho visto.

Dapprima il mio sguardo corre sotto l'albero, e il mio cuore perde un battito nel notare lì il ragazzo misterioso, intento ad armeggiare con una matita su un foglio.

Il volto mi è ancora impossibile da vedere, l'ombra del grande tronco funge da scudo per lui.

Continua a fare il suo lavoro, come se non ci fossi, come se fossi invisibile.

Forse non mi ha notata, penso, ma mi sembra del tutto improbabile.

Che sia sordo? Magari non mi sente.

Ma anche questa idea viene presto scartata. Quando vieni privato di uno dei cinque sensi, gli altri si amplificano di almeno dieci volte rispetto alla normalità, quindi dovrebbe avvertire la mia presenza.

E come se non gli importasse che io sia qui o no, come se la mia presenza gli provocasse indifferenza.

Così decido di sedermi sull'erbetta ora un po' cresciuta, e resto ad osservarlo per vari minuti, forse addirittura ore o semplicemente secondi.

Ho perso la condizione del tempo mentre il mio sguardo analizza le braccia scoperte dalla T-shirt a maniche corte che si flettono evidenziando i muscoli ogni volta che traccia una linea decisa con la matita, mentre si rilassano quando accompagna quella stessa matita con la mano in movimenti leggeri e delicati.

Osservo il busto, il torace e l'addome, fasciati alla perfezione come la prima volta che lo notai, gli addominali messi in mostra, il petto che si alza e abbassa regolarmente che detta un ritmo così pacato e tranquillo da farmi rilassare all'istante.

Continua a non accennare al fatto di avermi notata, e anche se vorrei rimanere a fissarlo per ore, non vorrei davvero sembrare una stalker o una squilibrata, quindi mi limito a spostare lo sguardo sulla parete colorata alla mia destra, nel tentativo di analizzare il disegno che stavo cercando di osservare la sera prima.

Su uno sfondo di azzurro e giallo, ecco che fanno la loro comparsa un leone, una lupa ed una tigre femmina, presumo.

Il leone si trova al centro, ma non esprime rabbia come il drago sulla parete opposta.

E stravaccato su un terreno arido, lo sguardo rivolto verso il basso, gli occhi chiusi e il muso fra le zampe anteriori.

La criniera lucente incornicia la testa, è da questa spuntano le orecchie rivolte anche esse verso il basso.

A vista d'occhio, direi che sia una rappresentazione della disperazione, l'animale che non riesce ad affrontare qualcosa, con l'anima dannata e perseguitata.

A confermare la mia ipotesi, dietro di lui spunta un altro leone, di un colore interamente sul rosso e sulle sue sfumature, in posizione stante guarda l'altro con sguardo di sufficienza mantenendo la sua postura fiera.

Il fatto che nonostante il colore sembri trasparente, mi da l'idea che sia effettivamente l'anima del primo, che continua a tormentare il suo corpo.

Ai lati la lupa e la tigre, rispettivamente alla destra e alla sinistra dell'animale in preda allo sfinimento e alla disperazione.

La lupa, sulla destra, è seduta sulle zampe posteriori, la coda voluminosità circonda il corpo.
Tra le zampe anteriori spunta un cucciolo, che guarda curioso l'impotente leone disteso.

Be fast {-DoNotFallInLove-}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora