Nymphetamine

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Con il fiato sospeso in gola, continuo a correre il più veloce che posso senza mai voltarmi.

Prima o poi, sapevo che sarei arrivata a tutto questo. E' sempre stato così ed io lo sò bene...

Con il cuore che batte sempre più forte, cerco la salvezza, continuando a correre a più non posso nella speranza

di scorgere le luci della città.

Mi abbottono velocemente la camicia a quadri rossa e nera che ho deciso di indossare stasera, aggiustandomi poi i capelli

ormai disfatti.

Provando a dar coraggio a me stessa, mi volto indietro, notando quei soliti ragazzi ricominciare a rincorrermi.

-Vieni qui puttana!- Mi urla uno di loro, continuando a correre verso di me.

Presa da un attacco di panico, ricomincio a muovere con velocità le mie gambe tra le strade della California, sentendomi sempre più debole.

A momenti, le mie gambe ormai deboli,potrebbero cedere.

Avrei dovuto prevedere tutto questo...avrei dovuto star lontana da queste persone ed evitare di stuzzicare le menti

contorte della generazione maschile.

I maschi...tutti uguali loro.

Sono sempre stata la solita ragazzina con la risposta sempre pronta, un carattere acido e dei vestiti fuori moda. 

Eppure, tutto questo avrebbe dovuto ben presto allontanare certe persone dal mio essere...ed invece, non sembra esser cambiato molto

ora che mi sono trasferita qui ad Huntington Beach. Anzi, la situazione sembra esser peggiorata a dismisura.

Perchè sentono il bisogno di saziarsi di me? Non sanno evidentemente che nella mia amatissima New York sono sopravvisuta a diverse violenze

fisiche che mi hanno portata ad odiare profondamente il mondo e le persone.

E' proprio così...io provo una nausea irrefrenabile contro le persone e tutto ciò che può respirare.

-Puttana! Torna qui!- Mi urla un altro ragazzo, il più alto del gruppo, che sta provando a raggiungermi in tutti i modi possibili.

Ormai in preda al panico, mi ritrovo nel bel mezzo della strada, riuscendo a far fermare un auto che sta per partire.

Impaurita e con il cuore in gola, busso con agilità al finestrino in vetro dell'auto, ritrovandovi poi un uomo dallo sguardo folgorante che decide

di ascoltarmi.

-La prego, deve aiutarmi! Mi inseguono!- Urlo tremante, vedendo l'uomo farmi un cenno di mano vedendo quei ragazzi correre verso di me.

Dopo aver visto l'uomo annuire, mi decido ad aprire lo sportellino dell'auto, entrandovi con velocità. 

-Via! Via!- Urlo ancora, vedendo l'uomo mettere in moto l'auto con velocità e lanciarmi un ultimo sguardo colmo di curiosità.

Si, un altro pervertito pronto a guardare le mie gambe seminude. Cosa c'è, non hanno mai visto una ragazza indossare un semplice pantaloncino

e delle calze a rete?

-Si può sapere chi cazzo sei e cosa cazzo ti è successo?- Mi domanda l'uomo dagli occhi incantatori, mostrandomi un sorrisino che non mi piace per niente.

Cosa cazzo c'ha da ridere questo?

-Pensa a guidare al posto di guardare in continuazione le mie gambe.- Sbotto acida, dimenticando le buone maniere.

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