10.

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Non puoi salvare le persone. Puoi solo amarle.

Vorrei che le parole, per me, avessero un peso diverso. Che non si arrampicassero tipo l'edera alla parte interna del mio guscio.
Vorrei che non fossero così ingombranti, che non rimbombassero così tanto. Solo che, non posso farne a me, mi segno tutto. Mi appunto ogni cosa, anche quello che dovrei semplicemente farmi scivolare addosso.
Non ce la faccio. E non per capriccio, non ce la faccio e basta. Non so essere imparziale, mi schiero sempre, e paradossalmente, mi schiero dalla parte di chi perde, di chi tentenna, di chi arranca con fatica. Non mi piace chi pretende la vittoria facile, chi cerca il contentino e non si impegna, chi si veste di arroganza e presunzione. Sono così.
A lezione di ginnastica ero sempre nella squadra più debole. Eppure è stato lì che ho imparato ad essere forte. È stato così che ho imparato a ingoiare i bocconi amari, cacciando via le lacrime, perché se devo piangere lo faccio solo davanti a chi può capirmi, mai di fronte a chi mi fa piangere. Ce la metto tutta e proprio quando non basta mi sforzo di vederci comunque qualcosa di positivo, qualcosa di buono; eppure ho imparato a riconoscere i miei punti deboli, li ho cuciti insieme fino a farli diventare punti di forza. È per questo che sono cambiata, che sono diventata come sono oggi, ma a volte mi pento di essere così.
E so bene di poter essere indifferente, spicciola e superficiale, ma preferisco essere viva. Preferisco essere vera, non come chi non si fa toccare più niente e sopravvive e basta.

Dio santo..

Osservo Jonathan mentre si trova di fianco al conducente dell'elicottero di mio padre. Il suo sguardo è perso nel vuoto mentre le sue dita giocano con i suoi anelli.
Mi ha fatto male. Tanto male.

Sei infelice nella tua vita lussuosa. Tu ti accontentersti di qualsiasi persona pur di non restare da sola..

È vero, sono infelice nella mia vita lussuosa. Mio padre non mi ha mai fatto mancare nulla e forse questo dovrebbe essere bene, ma per me è un male. Più hai dalla vita, più ne vuoi ancora. È anche vero che mi sono accontenta di chiunque nella mia vita. A scuola ero uno sfigata nonostante avessi i soldi, insieme a Savannah. Poi lei mi aveva abbandonata per essere più cool, più alla moda. Mi mancava la mia migliore amica, ma mi piaceva anche la vita che faceva a scuola.
Diventai come lei e oggi sono quella che sono..
Jonathan ci ha azzeccato, per quello ci soni rimasta male. Semplicemente perché erano parole vere e la verità fa sempre male. Nessuno si è mai permesso di rispomdermi così male, nessuno mi ha mai sbattuto la verità in faccia. Lo disprezzo così tanto.
Mi ha aperto il cuore in due. Le sue parole erano cariche di disgusto. Io gli faccio schifo come persona e il suo disgusto me lo ha trasmesso anche a me.
Di una cosa sono certa, io non voglio più che Jonathan giri intorno a me,non voglio più che mi protegga.
<< Lola!>> qualcuno grida il mio nome in lontananza. Sbatto più volte gli occhi, riprendendomi dai miei pensieri. Giro lo sguardo verso la voce che mi chiamava, notando che si tratta di Samuel.
<< Samuel?!>> dico sorpresa scendendo velocemente dall'elicottero e correndo verso mio fratello.
Samuel apre le braccia e io mi ci fondo subito, stringendolo forte dal collo. Mi stringe nelle sue braccia forti e mi solleva, facendomi girare.
<< Quanto mi sei mancata..>> sussurra nell'incavo del mio collo.
<< Anche tu, tantissimo.>> dico mentre lui mi mette giù.
<< Ma che ci fai qui?>> gli chiedo subito dopo che i miei piedi hanno toccato il suolo.
<< Papá voleva che fossimo tutti insieme, credo..>> dice toccandosi la radice del naso. Mi sembra stressato.
<< Che hai Sam?>> gli domando allungando una mano sul suo braccio tonico.

BAD LIES #Wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora