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Siamo al mondo per essere veri, non perfetti.

Jonathan's Pov

Ogni persona ha una ferita che porta dentro di sé e che ha paura che possa infettarsi e riempirsi di dolore.
Ogni persona, per qualcun altro, è solo un ricordo da dimenticare.
Ogni persona nasconde un'ombra dietro di sé e spera nella luce del cielo per farla scomparire.
Ogni persona ha una storia da raccontare, un passato imperfetto e un presente incompleto.
Ogni persona ha un nemico e persone che non gradiscono la sua compagnia.
Ogni persona è una goccia di pioggia che cade e perde la sua identità nell'Oceano infinito di pioggia.
Ogni persona combatte una battaglia con se stessa e molte volte non riesce a uscirne viva.
Ogni persona ha un sogno che continua a sperare che si realizzi nonostante sia impossibile ciò.
Ogni persona vorrebbe urlare al mondo intero ciò che pensa, ma si sente muta.
Ogni persona è diversa, ma ogni persona è la stessa.
Ogni persona è la fonte del proprio dolore.
Ogni persona ha paure che non sa come sconfiggere.
Ogni persona ha un sacco di difetti di cui vorrebbe sbarazzarsi.
Ogni persona è stata tradita da chi più amava e ha sofferto molto.
Ogni persona è vulnerabile la maggior parte delle volte, ma lo maschera bene.
Ogni persona è una ferita aperta che non riesce a guarire, ma cerca di mantenerla coperta.
Ogni persona ha una battaglia con la quale sta lottando e non lo danno a vedere, ma muoiono dentro.
Siamo tutti uguali perché siamo tutti diversi a modo nostro.

Queste erano le parole che continuavano a rimbombarmi nella testa dopo la rivelazione di Lola. Avrei tanto voluto dirle queste parole, ma il mio orgoglio mi batteva su tutto.
Ovviamente non mi rimangio neanche una parola di quello che ho detto nei conforti di Lola, le penso tutte quelle cose perché lei è viziata, è ancora una bambina e non sa nulla della vita proprio perché le è stato dato troppo.

Non permetterò di essere usata e toccata ancora da maniaci come te!

Gioco nervosamente con gli anelli delle mie mani mentre l'elicottero atterra sul tetto della casa Moore.
Che cazzo intendeva dire con quello?
E se si fosse ricordata che...
<< Lola!>>  qualcuno grida in lontananza il nome della ragazzina. Scendo dall'elicottero, notando subito il bamboccio Moore.
<< Samuel?!>> chiede stupita Lola mentre scende anche lei. Il viaggio è stato davvero straziante, ma anche piacevole perché Lola non ha aperto bocca per sparare le sue solite bambinate e io suoi soliti capricci da viziata.
Corre verso di lui mentre lui la afferra e la prende in braccia facendole fare una giravolta. Alzo gli occhi al cielo e mi dirigo verso la porta sul tetto.
Scendo le scale e percorro il corridoio, trovandomi Kevin alla fine di quest'ultimo.
<< Ehi Jon.>> mi saluta tirandomi una pacca sulla spalla.
<< Ehi.>> ricambio il saluto.
<< Mmm la piccola Moore ti ha fatto girare le palle?>> chiede ridendo mentre percorre il corridoio.
<< Prova a passarci te tutto il tempo, fidati che saresti stressato come me.>> dico superandolo e tirandogli una spallata.
<< Oh fratello, tranquillo. Da quanto non scopi che sei così stressato?>> mi domanda lui, facendomi venire subito in mente Camille.
<< Camille? L'hai sentita?>> gli domando girandomi verso di lui.
<< Come vai dritto al sodo eh!>> ridacchia.
<< Comunque è arrivata un'ora fa.>> afferra un tablet e ci digita sopra qualcosa.
<< Dove la trovo?>> gli chiedo.
<< Agli armamenti..credo.>> mi avvisa titubante mentre continua a digitare qualcosa sul quel fottuto tablet.
<< Cazzo..>> impreca passandosi le mani tra i capelli.
<< Che succede?>> gli domando annoiato.
<< Devo controllare un'altra porta di sicurezza. Pensavo di averle controllate tutte..>> dice incamminandosi dalla parte in cui sono arrivato io, lasciandomi da solo come un idiota.
Bene..
Decido di percorrere ancora il corridoio, arrivando fino alla fine. Giro a destra, ritrovandomi subito la stanza degli armamenti.
<< Sei salva.>> dico entrando nella stanza.
I capelli biondi di Camille si girano velocemente verso di me, emanando un profumo di fragola.
<< Mi salvo sempre..>> dice appoggiando la sua pistola sul tavolo di metallo.
Un dolore fastidioso mi colpisce la spalla destra, facendomi portare istintivamente la mano verso il dolore. Massaggio delicatamente, scrocchiando il collo a destra e sinistra, chiudendo gli occhi.
Sento il rumore della poeta che si chiude a chiave, per poi sentire le mani di Camille che mi toccano la schiena. Parte da metà schiena, arrivando fino alle spalle.

BAD LIES #Wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora