24.

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Sei nata intera, non ti serve nessuna metà.

La casa era caduta in un silenzio quasi assordante. Molto sicuramente l'unica cosa che si poteva udire erano gli uccellini che, quella mattina, non volevano saperne di smettere di cinguettare.

Tutti e due stavamo aspettando che qualcuno azzardasse a fare la prima mossa, ma a quanto pare nessuno dei due voleva.

<< Arrenditi, non voglio farti del male.>> mi avvisa Jonathan, intento a studiare qualsiasi mossa possibile in grado di non causarmi danni fisici.

<< Bella questa, io non mi arrendo.>> sorrido appena, iniziando a sfilarmi la felpa che avevo indossato poco prima.
E..

Bingo.

Sentivo benissimo i suoi occhi su di me, su ogni curva del mio corpo coperta da quella stoffa. Rimasi in canotta, finendo di togliere la felpa dalle braccia.
Sposto lo sguardo dalle maniche della felpa al suo, alzando un sopracciglio.

<< Mi dispiace..>> inizio, sfilando del tutto la felpa.

<< Mmm? Per cosa?>> cerca di spostare lo sguardo dal mio corpo.

<< Per questo..>> lancio la felpa sul suo volto, creando il momento ideale per colpirlo. Corro verso di lui, scivolando sul pavimento di legno e facendogli uno sgambetto.

La sua schiena tocca il suolo, provocando una leggera smorfia di dolore a Jonathan. Mi affretto a rialzarmi, per nascondermi e preparare la prossima mossa di attacco, ma qualcosa blocca i miei movimenti, o meglio qualcuno.

La mano di Jonathan è attaccata alla mia caviglia e non faccio in tempo a girarmi verso di lui e vedere il suo sorriso beffardo che mi tira giù verso il pavimento, facendomi sbattere il mento sul pavimento.

<< Distrarmi con il tuo dolce fisico...intelligente piccola tigre.>> ridacchia afferrando anche l'altra caviglia e tirandomi verso di lui.
Si mette sopra di me, portando le mi braccia dietro la schiena e tirandole.

<< Arrenditi.>> il dolore inizia ad essere troppo insopportabile.
Jonathan avvicina le sue labbra al mio orecchio, spostandomi qualche capello con il suo respiro.

<< Arrenditi, tigre.>> sussurra. Ridacchio tra me e me, deglutendo e iniziando a parlare.

<< F-Forse..>> faccio sbattere il retro della mia testa contro il suo volto, sentendo un leggero stock. Forse gli ho rotto il setto nasale.

Sfilo velocemente le braccia dalla sua presa, afferrando il suo collo con il mio braccio e stringendo forte.
Jonathan porta le sue mani sporche di sangue attorno al mio braccio, cercando di liberarsi.

<< ...forse dovresti arrenderti tu.>> dico mordendomi il labbro inferiore con i denti, per cercare di esercitare più forza possibile ed evitare che Jonathan si liberi dalla mi presa.

<< S-Sa..sai..preferisco..av..averti sotto di me c..che..dietro di me..>> cerca di formulare bene la frase, facendomi uscire un sorriso spontaneo sulle mie labbra.

BAD LIES #Wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora