Ci sono persone indimenticabili e nessuna cura.
<< NO!>> grido, alzandomi a sedere sul letto. Mi porto una mano sul petto cercando di calmare il mio respiro affannoso, ma qualcosa non va.
Non si ferma, anzi continua ad aumentare sempre di più.
<< Lola.>> la voce fredda come il vento d'inverno di Jonathan mi chiama, ma ora non ho tempo da perdere. Devo cercare di calmarmi, devo riprendere il controllo del mio corpo, ma non riesco.
<< Lola!>> mi richiama un'altra volta Jonathan, sedendosi dalla parte del mio letto. Cerco di scostare le coperte dal letto e scendere da quest'ultimo, ma mi ritrovo con la faccia contro il pavimento mentre il mio attacco di panico inizia a mangiarsi ogni mio tentativo di cercare di respirare.
Mi sento soffocare, come se stessi affogando e nel frattempo delle lacrime silenziose scorrono lungo i miei zigomi, bagnando la moquette lercia.
<< Lola..>> due mani forti mi afferrano dalle spalle, girandomi verso di lui.I miei occhi incontrano i suoi. Neri come l'oblio, in cui ti potresti immergere e non trovare più la via per tornare a casa. Allunga una mano verso il mio viso, capendo subito le sue intenzioni. Mi vuole, mi vuole toccare ancora.
Il mio battito cardiaco aumenta, facendomi peggiorare sempre di più il mio attacco di panico.
Cerco di indietreggiare sul pavimento con l'aiuto dei talloni e delle mani, ma mi viene difficile dato che mi afferra da una caviglia e mi tira verso di lui.
<< Lola sono io, Jonathan.>> no, non è vero..Jonathan non mi farebbe mai del male.
Cerco di scalciare con il piede la sua presa, ma in cambio mi tira di più verso di lui, finché non sento delle labbra calde sussurrare al mio orecchio.
<< Lola calmati, respira piano..>> si è Jonathan, ma non riesco a fermare l'attacco.
Mi stringe nelle sue forti braccia per poi tornare a sussurrarmi nell'orecchio mentre un odore di menta mi invade il mio olfatto.
<< Concentrati sulla mia voce..>>, mi dice, facendomi chiudere gli occhi stanchi dalle troppe lacrime.
Il calore delle sue braccia mi avvolge, facendomi sentire... bene.
<< ..ora calmati, con calma. Respira piano, ce la puoi fare..>> il suo tono tranquillo e sicuro mi inizia ad aiutare un po'.
La sua mano fa su e giù lungo tutta la mia spina dorsale mentre inizio a sentire che il mio respiro affannato si sta calmando.
<< ..così Lola, brava.>> sussurra ancora con quella voce roca che mi è entrata nel cervello come se fosse una canzone di tendenza.
Trattengo il respiro e lo butto tutto fuori, riprendendomi completamente dal mio attacco di panico. Jonathan si stacca da me, mettendo le sue mani sulle mie spalle. Giro gli occhi verso le sue mani, sentendo ancora il ricordo delle sue mani schifose su di me.
<< Toglile..>> dico piano, guardando la moquette.
Penso sia stata una cosa davvero imbarazzante. Mi ha visto mentre ho gridato nel sonno, mi ha visto mentre ho avuto l'attacco di panico e mi ha anche aiutato.
Mi ha aiutato..
<< Lola..>> lo blocco subito, alzandomi in piedi.
<< Non dire una parola..>> dico dandogli le spalle e andando verso la porta del bagno.
<< ...neanche a mio padre, intesi?>> dico in tono acido.Sono sicura che Oliver sarebbe capace di chiudermi in qualche centro psichiatrico.
Apro la porta del bagno e la richiudi dietro di me, a chiave.
Mi giro verso lo specchio e non rimango sorpresa della mia immagine riflessa.
Quella che vedo non è Lola Moore, no. Quella che vedo è una persona sola, morta dentro che ha bisogno di aiuto ma che è troppo orgogliosa per averlo perché vuole farcela da sola, come sempre.
Due grandi macchie viola mi colorano la parte inferiore degli occhi rossi mentre la mia pelle pallida mi illumina il viso. Mi tocco tutto il viso, con faccia disgustata, arrivando alla conclusione che non riesco ad andare avanti così.
Ritrovo quella scena ovunque, costantemente. Ogni volto mi sembra il suo molte volte. Non sono ancora libere, salva..non riesco a dimenticare.
Sono già passate poche settimane e a volte mi colpevolizzo per il fatto che ancora non sono riuscita a superarlo. Alcune volte mi è difficile stare in mezzo alla gente o addirittura essere toccata da un uomo che non è lui, perché da quel momento non più osato fidarmi di qualcuno.
Spesso mi chiedo come sia possibile uscirne se ogni dettaglio riconduce la mia mente a quell'orribile ricordo.
Gli occhi di Jonathan, per esempio, che erano scuri come i suoi per un attimo. Jonathan che è biondo, che ha cercato di aiutarmi. Ma lui non ha i capelli biondi come lui, ma ha il suo stesso sguardo scuro.
Mi si era stretto lo stomaco quando mi aveva toccato la caviglia. Penso a quanto sia probabile che Jonathan, biondo con il suo stesso sguardo, si sia mai avvicinato a una donna o ragazzina con un intento perverso.
Mi viene da piangere, è come un filmato. Mi vedo, vedo lui. Le sue mani e quegli occhi, la sua voce. Le sue parole riprendono a rimbombre nella mia mente come le campane di una messa funebre.
Respiro profondamente, aprendo il rubinetto dell'acqua. Porto le mani a coppa, riempendole di acqua fredda per poi buttarmela tutta in faccia.
Allungo la mano verso l'asciugamano e me lo passo sulla faccia, finché il mio sguardo non cade sulla figura riflessa di Jonathan alle mie spalle.
Non è più Jonathan che sto guardando, ma la materializzazione di quel terrificante ricordo. I miei occhi sono fissi su di lui, sul suo riflesso allo specchio, ma vedo altro: il passato.
Stringo l'asciugamano nelle mie mani, stritolandolo forte.
Perché? Perché è successo a me? Perché ho permesso che accadesse?
Mi scende la medesima lacrima mentre un grande senso di nausea mi invade l'esofago.
Sto ancora fissando l'uomo dai capelli biondo e gli occhi chiari. Si avvicina alle mie spalle mentre io cerco di schiaccirmi il più possibile contro il lavandino.
Lui capisce e si ferma.
Questi pensieri non sono sani per la mia guarigione, e lo riconosco, ma la maggior parte delle volte non riesco a controllare la mia mente. È una sensazione agghiacciante quella che mi ricopre ogni volta che rivivo il ricordo.
Dico tanto che posso di mentire, ma no. Non posso, non potrò mai scordarlo.
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BAD LIES #Wattys2018
Dla nastolatków" Non perderò la testa per lui, non perderò la testa, non perderò..non questa volta. Non posso permettermi di perdere la testa per uno che mi ha detto bugie su bugie fin dall'inizio. Non posso, non può succedere. " questo è ciò che mi sono detta pri...