6.

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Sei tutta l'arte che conosco.

L'uso continuo e frequente della cocaina provoca spesso degli stati molto spiacevoli come la nevrosi, l'irritabilità, gli sbalzi d'umore, l'insonnia, la paranoia, le allucinazioni, ma causa anche problemi al nostro organismo.
Dopo l'uso prolungato della polvere fatata, come mi hanno insegnato a chiamarla, spesso si iniziano ad avvertire i disturbi evidenti del comportamento, la voglia di camminare e parlare aumenta, la memoria ridotta, gli stati di confusione e la fatica.
Ma c'è una cosa che io odio davvero tanto.
La crisi d'astinenza alla cocaina.
Più o meno quella che sto provando ora nel cercarla disperatamente nella mia valigia. La crisi d'astinenza alla cocaina ha esattamente tre fasi: la prima fase è detta il colpo di cocaina che dura uno o due giorni. Questa cosa è la cosiddetta voglia di mangiare tanto, l'insonnia e la depressione; subito dopo abbiamo seconda fase, ovvero l'astinenza alla cocaina in modo più stretto con la disforia e l'ansia; in fine la fase di estinzione o, per meglio dire, lo spegnimento.
Non ho mai rischiato una crisi d'astinenza grave, il mio massimo è stato si non assumerla per un giorno e sono stata davvero male, proprio come ora. Mi porto le mani tra i capelli, tirandoli leggermente.
<< Dove cazzo l'ho messa?>> mi domando da sola mentre mi dondolo leggermente sulle ginocchia. La devo trovare immediatamente altrimenti potrei dare di matto davvero e sicuramente non voglio farlo davanti ai miei due babysitter che lo potrebbero raccontare al mio adorato paparino.
Sbuffo sonoramente mentre mi rimetto a carcare la polvere nella valigia. Inizio a tastare ogni parte di essa con il palmo della mano, finché qualcosa, al di sotto della stoffa che riveste l'interno della valigia, attira la mia attenzione. Mi alzo velocemente dal pavimento della camera, andando verso il tavolino di vetro. Afferro la forbice e mi giro velocemente per tornare verso la valigia. Mi riabbasso e in due secondo la forbice affonda nel tessuto scuro della valigia, aprendola in due.
<< Finalmente..>> dico sollevata mentre afferro la bustina trasparente.
Torno verso il tavolino, mi siedo sulla poltrona e inizio ad aprire la bustina, versando la polvere bianca sul tavolo di vetro. Afferro il mio portafoglio di Gucci ed estraggo una carta di credito e una banconota.
Inizio a intagliare la coca, posizionandola per bene sul tavolino formando una striscia perfetta. Arrotolo la banconota, l'avvicino al naso e aspiro il rutto alla velocità della luce.
<< Dio..>> dico chiudendo gli occhi e strizzandomi il naso. Inizio a sentirmi molto meglio. Mi sento più forte ora, più vogliosa di fare qualsiasi cosa.
Mi sento leggera come una foglia e carica come una pila nuova.
<< Paura Volkov?!>> sento una voce in lontananza e poi una risata.
Curiosa decido di andare a vedere di cosa si tratta. Apro la porta, percorrendo il corridoio principale della casa.
<< Ti vuoi fare male per caso?!>> dice qualcuno ridendo di gusto.

Jonathan.

Più curiosa di prima mi avvicino sempre di più al suono delle voci, finché non mi ritrovo in cucina. Mi avvicino al lavello, spiando dalla finestra sopra di esso.
Noto subito Camille di profilo nella posizione iniziale di qualche stile di arte marziale. Non saprei dire esattamente quale sia, ma non mi interessa più di tanto dato che sono concentrata su quello che indossa. Leggins neri, canotta nera attillata, scarpa da tennis, capelli legati...com'è possibile che è perfetta anche vestita così, mentre se io indossassi certe cose sembrerei un sacco di patate?!
Ah! Che frustrazione.
<< Dai Volkov, che aspetti?>> chiede lei muovendo la mano in segno di sfida.
Ma chi è Volkov?
Mi alzo in punta di piedi, appoggiando i palmi delle mie mani sul borde del lavandino in modo da avere un buona visuale.
Dei rumori insoliti mi fanno alzare subito la testa per vedere cosa succede e rimango paralizzata nel vedere la scena davanti a me.
Camille e Jonathan si muovono velocemente sul prato verde della casa mentre schivano a vicenda i loro pugni e calci. Jonathan tira un calcio nelle costole di Camille, facendola cadere a terra.
<< Tutto qui Cam? Pensavo fossi un po' più aggressiva..>> la struzzica mentre lei corruccia la fronte.
Si alza velocemente in piedi, scrollandosi di dosso l'erba che si è attaccata ai suoi vestiti.
<< Ora ti farò davvero male.>> risponde lei.
<< Allora aspetta che mi preparo..>> dice Jonathan togliendosi la maglietta che indossa. Le sue braccia si incrociano fino al bordo della maglietta, sollevandola lentamente.
Troppo lentamente.
In un attimo Jonathan ci bea del suo fisico muscoloso, ma non è tanto quello che mi attira quanto i suoi tatuaggi. Tanti disegni diversi tra loro uniti in un'unica opera d'arte. Tutto il suo petto e la sua schiena sono riempieti da diversi disegni e scritte, tutte nere, neanche un tatuaggio colorato.

BAD LIES #Wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora