25.

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Ho costruito speranze di ferro su persone di carta.

In macchina nessuno dei due ha fiatato, nessuno dei due ha avuto il coraggio di spiccicare qualche parola. Io, personalmente e sinceramente, dopo quella frase che mi aveva detto non sapevo cosa dire. Mi ha davvero lasciato a bocca aperta.
L'unica cosa che si sentiva era il rombo della macchina, il continuo scalare delle marce e il piccolo stridio che le mani di Jonathan producevano sul volante: lo stringeva talmente tanto forte, che avevo paura si staccasse dal resto della macchina.

<< Qualcosa ti turba?>> domando con calma, senza aspettarmi una sua risposta che possa soddisfare la mia curiosità.

<< No.>> ovviamente. Apro lo sportello, ma la voce di Jonathan precede tutti i miei movimenti.

<< Aspettami, ti vengo ad aprire io.>> scende dalla macchina, raggiungendomi dal mio lato. Lo osservo dal finestrino mentre porta le sue mani sul bottone della giacca, abbottonandosela con un'eleganza micidiale. Jonathan si sporge verso la portiera aprendola tutta e mi porge il palmo della sua mano che io non tardo ad afferrare.
Appoggio il piede destro sull'asfalto e mentre lui mi tiene salda, scendo completamente dall'auto.
Il mio sguardo finisce subito sull'enorme villa che si presenta davanti a noi, rimanendo sbalordita da tanta bellezza. Una fontana si innalza davanti a noi, da cui spunta fuori una donna quasi simile alla Nascita di Venere del grande pittore italiano Botticelli. Una miriade di fiori circonda la fontana, donando un senso di bellezza estremamente naturale.

<< Ma è stupenda..>> camminiamo fino a raggiungere la fontana che, solo ora, noto sia davvero grande. Sposto il mio sguardo verso l'entrata, adocchiando subito due uomini con un auricolare nell'orecchio. Devono essere gli uomini di Rodriguez..

<< Jonathan..e se dovessero riconoscerci?>> domando preoccupata.

<< Non ti preoccupare. Rodriguez è accompagnato solo da due uomini che ovviamente non sono quelli all'entrata.>> è come se mi avesse letto nella mente. Porta la mia mano sul suo braccio e insieme raggiungiamo l'entrata.

<< Come fai a saperlo?>> Jonathan riesce sempre a sorprendermi. Saliamo gli scalini della villa, senza fermarci dai due uomini all'entrata.

<< Ma non ci hanno chiesto neanche gli inviti..>> stringo appena il suo braccio per attirare la sua attenzione sulle mie parole.

<< Erano troppo presi dalla tua coscia nuda che usciva dal vestito mentre salivi gli scalini...potevi mettertene uno un po' più accollato.>> abbasso lo sguardo sul mio vestito, facendomi scappare un piccolo sorriso.

<< Non mi sembrava che ti facesse schifo quando eravamo in camera per prepararci. Penso anche che tu sappia benissimo dove tengo il coltello..>> lo guardo con la coda dell'occhio e rimango sbalordita.
Jonathan ha appena accennato un sorriso e penso che non gli farebbe male ridere spesso; gli dona un'aria più...più da persona umana. Sembra sempre così rigido.

<< Comunque, come sapevi che quei due non erano gli uomini di Rodriguez?>> riformulo la domanda.

<< Semplice, Lola. Dimmi chi lascerebbe mai da solo il mafioso più importante di Rio, sapendo che ha parecchi nemici?>> che dire, la sua domanda non fa una piega e mi tocca annuire per affermare di aver capito.

BAD LIES #Wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora