Capitolo 9

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Liam si svegliò di soprassalto, sperando di aver fatto solo un brutto incubo e di essere nel suo letto al caldo. Invece si trovava disteso su un pavimento dissestato, dove qua e là l'acqua aveva riempito le buche. C'era freddo, buio e un forte odore di fogne. Il ticchettio delle gocce d'acqua sul pavimento era fastidioso. Si sentiva scombussolato e quando si mise seduto provò un dolore lancinante alla schiena. La testa gli pulsava e tutto intorno girava vorticosamente. Non sapeva da quanto era lì, se fossero tre ore o due settimane. Si guardò intorno confuso ma non riuscì a vedere niente, solo una luce flebile proveniva da chissà dove, ma comunque non gli permetteva di vedere con chiarezza. Tentò di muoversi, ma il dolore alla schiena si fece più forte e per un attimo lo immobilizzò. Era privo di forze e aveva una fame tremenda.

Sentì un mugolìo provenire dalla direzione opposta in cui si trovava. Per un attimo non fece o disse nulla ma poi si ricordò di avere la vista da licantropo dalla sua parte che avrebbe potuto aiutarlo a vedere meglio. Proprio di fronte a lui, contro la parete opposta, scorse una figura raggomitolata su se stessa.
"Theo" lo chiamò, l'altro emise solo un suono flebile per confermare la sua presenza. Liam allora si mosse in sua direzione, ignorando la schiena che gli faceva male, e si accorse solo in quell'istante di avere un piede legato ad una catena. Per poco cadde a faccia in giù, si ricompose e tentò di avvicinarsi da sdraiato così gli sarebbe stato più facile raggiungerlo. Il luogo in cui si trovavano sembrava, un sotterraneo. Un lungo corridoio in un sotterraneo, per quel poco che riusciva a vedere.
"Theo" lo chiamò ancora, ma l'altro non rispose. Nonostante si fosse avvicinato di molto non riusciva comunque a essergli vicino "Theo, devi avvicinarti anche tu" disse a voce bassa sforzandosi di allungare il più possibile le braccia. Continuava a tastare il terreno, nella speranza di trovare qualcosa che gli avrebbe permesso di liberarsi.

Ad un certo punto lo sentì muoversi e afferrargli la mano, Liam con tutta la sua forza lo trascinò dalla sua direzione. Notò che Theo non era stato legato ma sentendo i suoi lamenti, capì che gli era stato fatto qualcosa per impedirgli di muoversi. Qualcosa di peggio delle catene. Continuò a trascinarlo poi lo girò di schiena. Tastò le tasche in cerca del cellulare, provò ad accenderlo ma la batteria era scarica. Preso da un impeto di rabbia lo scagliò contro la parete opposta, provocando un rumore che rimbombò per tutto il luogo. Cercò di calmarsi, così frugò nelle tasche del giubbotto di Theo, poi in quelle dei pantaloni e lo trovò. Accese la torcia e fece luce sul suo viso. Notò così una vasta serie di graffi e botte, sangue dal naso colava copiosamente ai lati del viso, e un grosso taglio al lato della bocca. Tutto contratto in una smorfia di dolore. La mano premeva su un punto dell'addome, così la scostò e ciò che vide gli fece rivoltare lo stomaco. Riportò la mano di Theo sull'enorme ferita, per evitare di vomitare e penso a cosa fare. Si portò le mani ai capelli e fece scorrere lo sguardo su e giù per il corpo della Chimera.

"Theo" lo chiamò un'ennesima volta, gli scosse la spalla con l'intento di portarlo alla realtà. L'altro emise un gemito e tentò di aprire gli occhi. Li aveva lucidi e una lacrima gli scivolò dall'occhio sinistro, mescolandosi con il sangue. Liam cominciò ad allarmarsi. Non sapeva cosa fare in quelle situazioni. Non gli era mai capitato. Tutto ciò che sapeva era che non doveva lasciarlo morire, perché si. Theo stava morendo.
"Ascoltami-" lo scosse ancora. L'altro riportò l'attenzione su Liam che non proseguì la frase ma si fece coraggio e esaminò la ferita sull'addome. Theo glielo impedì.

"Lascia perdere" riuscì a dire tra un respiro e l'altro, accennò un sorriso "è questo quello che volevi-" Liam non capiva e non gli diede ascolto, spostò di forza la mano di Theo, che emise un gemito di dolore, strizzando gli occhi "volevi ammazzarmi, giusto? Ti ho risparmiato anche questo". Le parole di Theo, seppur vere, non avevano nessuna importanza in quel momento. Liam doveva aiutarlo, anche se non si meritava niente. Vederlo in quello stato gli faceva una gran pena.

Afferrò il cellulare e fece luce sulla ferita. La maglia era strappata e un grosso alone di sangue che si allargava sempre di più. La alzò per avere una visuale più approfondita ma nel momento in cui la vide, si girò dall'altra parte e vomitò. Quando si riprese asciugò la bocca con la manica e posò di nuovo lo sguardo lì. Un grosso squarcio, grande quanto la lunghezza del suo addome, come se fosse stato tagliato con un coltello. Il sangue continuava ad uscire a grandi quantità. A tratti era rosso vivo e a tratti nero come la pece. Anche rivoli argento uscivano. Andò in panico, e posò lo sguardo sul viso, apparentemente privo di conoscenza. Notò qualcosa che prima non c'era, argento liquido usciva da qualsiasi foro e graffio. Dal naso, dalla bocca, dalle orecchie e dagli occhi insieme alle lacrime. Theo faticava a respirare e continuava ad emettere gemiti.
"Svegliati, ti prego" uscì come un lamento disperato dalla bocca di Liam.

"Lascia perdere-" ripetè Theo quando riprese conoscenza "salvati almeno tu e combatti questa guerra". Theo tentò di strisciare per ritornare al posto in cui lo avevano buttato, ma il dolore lo pervase e lanciò un ringhio.
Improvvisamente qualcuno si lamentò, non era né Theo né Liam. Così quest'ultimo fece luce e vide qualcuno sdraiato che gli dava le spalle. In quel momento capì.

"Ci stanno usando per alimentare il Nemeton" sussurrò più a sé stesso che a Theo.

Alone - THIAMDove le storie prendono vita. Scoprilo ora