Capitolo 21

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La notte stessa del loro incontro in bagno, Theo ricevette una chiamata. Aveva faticato ad addormentarsi, ancora per colpa di Tara, ma proprio quando il suo cervello aveva deciso di staccare la spina, sentì il cellulare squillare. Dapprima pensava fosse tutto parte del sogno, poi vista l'insistenza della suoneria si svegliò. Poco lontano da lui una luce gialla rifletteva sul soffitto e la musica inondava la piccola stanza.
Theo ancora mezzo addormentato sbuffò e si alzò dal letto. Percorse la distanza che lo divideva dal cellulare a piedi nudi e, per un attimo, rimase accecato dalla forte luce che emanava.
Quando riuscì a mettere a fuoco il nome rimase un attimo intontito.

Liam Dunbar. Così lo aveva salvato. Non semplicemente Liam. Si salvano con solo il nome solo gli amici, come Jane, e nonostante Liam fosse il primo che si fosse avvicinato a lui come amico lo aveva salvato comunque così. Voleva mantenere una certa distanza, non aveva tutta questa confidenza da poter permettersi di salvarlo semplicemente come Liam. Nella sua rubrica molte erano le persone, ma poche solo amici. Anzi no, nessuno tranne Jane.
Gli altri erano più conoscenti che amici come Scott McCall, Lydia Martin, Stiles Stilinski e via dicendo.

Ma Liam non era solo un quasi amico. Non era solo un conoscente. Era qualcosa di più e se ne accorse quando accettò la chiamata. Il vecchio Theo non avrebbe mai osato farlo, soprattutto con chi l'avesse disturbato a notte fonda.

Disse semplicemente "Pronto?" ma dall'altro capo non ricevette nessuna risposta. Lo ripeté varie volte per poi controllare la schermata nel caso in cui la chiamata fosse finita. Ma era ancora lì. "Liam?" continuò ma niente. Finché, più attentamente riuscì a captare dei bisbigli. Anzi no, si avvicinavano più a dei ringhi. E respiri pesanti. Spazientito chiese a Liam dove fosse, ma ovviamente di risposta ricevette ancora quei rumori che conosceva fin troppo bene.
Attaccò senza dire altro, si avvicinò al letto sul quale erano appoggiati i vestiti usati il giorno prima. Fece tutto velocemente, afferrò le chiavi di casa, il telefono e il portafogli e si fiondò nella fredda notte di metà novembre.

Che stava facendo invece di starsene nel letto a dormire? Per quale motivo aveva tutta quell'impazienza e preoccupazione? L'unica risposta che si diede fu che ci teneva a quel maledetto piccolo Beta, ma non lo avrebbe mai detto ad alta voce, quella frase sarebbe rimasta imprigionata nella sua mente. Non aveva mai fatto niente per nessuno, mentre a Liam aveva dato tutto.
Cominciò a correre, poteva farlo senza faticare essendo un lupo. In meno di dieci minuti arrivò davanti alla porta d'ingresso della casa di Liam. Si chiese come avrebbe potuto entrare senza svegliare il Signor Dunbar, ma in quel momento la porta si aprì, trovandosi davanti un Liam in preda alla sua trasformazione.
Theo lo guardò ed entrò chiudendosi la porta alle spalle.

"Che stai facendo?" gli chiese come se non sapesse già la risposta "È meglio andare in camera prima che tuo padre si svegli", Liam annuì e salì le scale tra un respiro affannoso e l'altro.
Quando furono al sicuro Theo si accigliò "adesso ti calmi e dopo mi dai una spiegazione plausibile della tua chiamata" disse irritato, era stanco, voleva solo tornarsene a casa e dormire. Liam camminava avanti e indietro per la stanza, con gli artigli e gli occhi gialli in vista e il respiro pesante. Theo con le braccia incrociate appoggiato alla porta.

"Non ci riesco, non saresti qui se ci fossi riuscito" sussurrò Liam.

"E perché hai chiamato me? Hayden è la tua fidanzata, è suo compito non di certo mio"

"Evidentemente la mia ancora non è lei" ringhiò il più piccolo.

"E pensi che sia io? Theo Raeken l'ancora di qualcuno. Stai scherzando spero" guardò Liam incredulo, non poteva credere di essere lì, alle 3 di notte a discutere su chi fosse l'ancora di chi con Liam Dunbar.

"Una volta ci sei riuscito. DEVI FARLO, qualsiasi cosa hai fatto quella volta, devi farlo. Non ne posso più di girare come un imbecille per questa stanza cercando di controllarmi".
Theo lo fissò a lungo cercando di fare mente locale. Di ricordare la volta in cui lo aveva calmato e il modo in cui l'aveva fatto.

"Non ho fatto niente di che...ti ho preso per le braccia e guardato" disse ricordando quella volta, sul suo pick up mentre andavano alla ricerca di Derek. Liam annuì.

"Allora fallo di nuovo", Theo ci pensò poi si avvicinò facendo ogni singola cosa che aveva fatto la prima volta. Lo prese per le braccia e lo guardò dritto negli occhi. Liam si avvicinò sempre di più, concentrandosi e il cuore tornò a battere normalmente, gli occhi divennero azzurri e gli artigli sparirono.
Rimasero così a guardarsi ancora e ancora fino che Liam decise di rompere quel contatto che gli provocava mille emozioni.
Theo sorrise e lo guardò divertito mentre il più piccolo si grattava la nuca imbarazzato.

"Ehm...ok se vuoi puoi andartene. Grazie" lo disse piano avvicinandosi al letto guardando Theo ancora in piedi nella stessa posizione di un minuto prima.
"Resto fin quando ti sarai addormentato, non voglio dover fare di nuovo tutta la strada a corse per un lupetto rabbioso" afferrò la sedia della scrivania e si portò vicino al letto dove Liam se ne stava sdraiato. L'avrebbe rifatto, altre mille volte si disse.
"Come ti pare, io dormo" Liam odiava il modo in cui lo chiamava e il modo in cui cambiava umore da un momento all'altro. Sapeva di non poterlo cacciare perché lo aveva aiutato; e perché con Theo accanto riusciva a sopravvivere.

Alone - THIAMDove le storie prendono vita. Scoprilo ora