Capitolo 26

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"Theo si sta occupando di scoprire qualcosa di più di lei, noi invece dobbiamo capire chi è il ragazzo che sta con lei" disse Liam a Hayden, Mason e Corey.
Tutti lo guardarono straniti "Theo? Da quando collaboriamo con lui?" chiese Mason, Liam alzò gli occhi al cielo. Sapeva che loro non avevano mai sopportato la Chimera, e avevano sempre saputo che anche lui lo odiava, non capivano perciò questa collaborazione. Inoltre Liam non sapeva come spiegare a loro il loro avvicinamento, visto che i due non si erano parlati per molto.
"Ci serve il suo aiuto" concluse solo, spostando il peso sull'altra gamba,
"Possiamo cavarcela anche da soli" esclamò Hayden fissandolo a braccia incrociate.
"Ho detto che ci serve il suo aiuto, sono io che decido, sono io il capo del branco" urlò arrabbiato, stringendo a pugni le mani, gli occhi che diventarono gialli. Tutti si zittirono, guardandosi l'un l'altro. Non avevano mai visto Liam arrabbiarsi così con loro, nessuno l'aveva mai visto mostrare gli occhi gialli ai suoi amici.
"Ehi, Liam, non volevamo farti arrabbiare" Mason gli poggió una mano sulla spalla cercando di calmarlo, Liam lo fissò negli occhi e con aria dispiaciuta, sussurrò uno "scusate".

Di corsa lasciò la clinica veterinaria, ormai diventata il luogo dei loro incontri, e cominciò a correre mentre i suoi amici lo chiamavano. Una lacrima scivolò sulla sua guancia candida e corse più che poté, dove non lo sapeva.
In quel momento provò una vergogna tale da non voler più farsi vedere, da sparire del tutto, da nascondersi in un posto lontano. Si sentiva frustrato come non mai e stava cominciando a rispondere male a tutti, persino a suo padre le poche volte che lo vedeva e persino ai professori. Aveva la testa confusa e non capiva niente.
Stava pensando che stavano ritornando a tormentarlo, quelle crisi. Certo, le aveva sempre avute, ma con il tempo erano del tutto diminuite. Da bambino, probabilmente dopo il divorzio dei genitori e la fuga della madre come disse la psicologa di quel tempo, avevano fatto sì che in Liam si scatenasse tutta quella rabbia accumulata durante i litigi. Liam diventò sempre più incontrollabile, sia a casa che a scuola, sia con gli amici che con i parenti, che il padre fu costretto a farlo seguire da uno psichiatra, integrando poi con dei sedativi. La cura portò a buoni risultati, fino a quel momento.
Liam sentiva che quelle crisi erano ancora lì e si sentiva impotente, loro erano sempre state lì ma erano uscite solo ora. Tutto per quella stupida Chimera, tutto per Theo. Gli venne in mente il suo nome proprio quando se lo trovò davanti, nell'ingresso del suo appartamento.

"Liam?" parlò la Chimera, divertita di trovarlo di nuovo lì a bussare alla sua porta.
Notò gli occhi rigati di lacrime e il respiro affannoso, a causa della corsa, e subito lo sguardo mutò, da divertito divenne serio e preoccupato. Liam disperato si avvicinò e lo abbracciò in una morsa così stretta che Theo pensò di soffocare. Gli poggiò le mani sulla schiena, ricambiando l'abbraccio. Rimasero in quella posizione per più di dieci minuti, ma che sembrò un tempo infinito per entrambi. Liam pianse sulla spalla di Theo, bagnandogli la maglia e Theo, anche se non sapeva il motivo, lo consolò. Mai aveva pensato di poter consolare una persona, per di più Liam. Per di più quello che era stato il suo nemico per molto tempo.
Quando il Beta smise di singhiozzare, Theo si staccò e lo fece entrare. Andò al divano e si sedette, attendendo Liam.
"Cosa è successo?" chiese solo. Liam lo fissò con gli occhi rossi. Distolse lo sguardo.
"Succede che mi stai rovinando" sussurrò Liam. Theo strabuzzò gli occhi, possibile che fosse sempre colpa sua, anche quando non aveva fatto nulla?
"Come, scusa?"
"Non sono più me stesso, perché non mi lasci in pace, perché non mi lasci vivere?-" chiese, facendosi più forza, ma la voce lo tradiva, la voce tremava e non riusciva a controllarla. "Perché mi fai questo? Sei sempre qua-" indicò la testa "sempre e non mi lasci vivere". Theo non parlò, lo ascoltò sfogarsi, mentre Liam si impegnava a non guardarlo negli occhi, perché sapeva che se lo avesse guardato avrebbe fatto qualcosa di cui si sarebbe pentito "il fatto è che a volte mi manchi così tanto che ho paura di non farcela e mi odio per questo. Mi hai rovinato" ripeté. Confessò quel suo pensiero ad alta voce, pentendosi subito quando vide Theo sorridere divertito "se vuoi prendermi per il culo, ti prego non farlo, mi sento già abbastanza di merda". Theo scosse la testa.

"Il fatto è-" riprese la Chimera "che anche tu mi hai rovinato".

Alone - THIAMDove le storie prendono vita. Scoprilo ora